Better Decisions Forum: dati, decisioni e la vera essenza dell’uomo

Il Better Decision Forum (#bDf15), organizzato da Iconsulting, è un evento diverso dagli altri ci si concentra su come prendere le decisioni

Decidiamo continuamente, ogni giorno, e spesso non ci rendiamo conto di quanto complesso sia o al contrario di quanto sia automatico e istintivo.
Il Better Decision Forum (#bDf15), organizzato da Iconsulting, è un evento diverso dagli altri, spesso orientati a spiegare come si deve fare una cosa, qui si fa un passo indietro (o in alto se preferite) e ci si concentra su come prendere la decisione di fare una cosa.

Nell’era dei dati abbiamo trovato un nuovo supporto per le nostre decisioni complesse, ma come ha ricordato Piergiorgio Grossi (vice presidente di Iconsulting e direttore del bDf): “Tra un buon dato e una buona decisione, c’è in mezzo sempre una persona” e bisogna augurarsi che sia una buona persona, perché oggi i dati diventano anche strumenti per incidere sulla realtà, come ha detto Enrico Giovannini, ex Ministro e presidente Istat: “dietro ad ogni dato ci sono sempre due tipi di utilizzo quello buono e quello cattivo”, il bene e il male sono sempre dietro ad ogni decisione, il fatto di avere dei dati a disposizione non cambia le cose. Aumentano però le responsabilità e le difficoltà “basare le decisioni sulle informazioni – ha sottolineato Giovannini – implica una difficoltà crescente perché i dati a disposizione sono sempre maggiori”.

La visualizzazione può semplificare l’enorme complessità delle informazioni che abbiamo a disposizione, ma anche in questo caso dipende tutto da come si guarda. Paolo Ciuccarelli, Scientific Director at DensityDesign Research Lab, ha raccontato la storia di John Snow che per capire la causa dell’epidemia di colera a Londra nel creò una mappa e arrivò a capire che era una fontana pubblica l’origine dell’epidemia. Facile no? In realtà non è stato così facile (ci hanno fatto anche film) perché anche altri studiosi avevano creato mappe ma nessuno vide quello che per Snow era chiaro. La visualizzazione non risolve tutto, ma certo può far scattare l’intuizione giusta collegando in maniera inaspettata le informazioni. Bisogna unire ragionamento, vista e anche udito, l’intuizione arriva spesso con la sinestesia.

In tutta questa complessità spesso decisioni che ci sembrano difficili sono in realtà molto semplici, perché l’uomo segue degli schemi nel prendere e, come ha spiegato Matteo Motterlini, professore ordinario di filosofia della scienza all’Università San Raffaele di Milano, anche il modo in cui siamo irrazionali è prevedibile. “Il 95℅ delle nostre decisioni viene delegato alla sfera irrazionale” andiamo, insomma in automatico, anche se ci sembra di aver deciso razionalmente. “Se si vuole che le persone facciano una determinata cosa – ha detto Motterlini – bisogna renderla semplice”.

Ma che cosa è semplice davvero? “Abbiamo sempre pensato che le capacità più complesse dell’uomo fossero l’astrazione, il ragionamento elevato – ha spiegato il matematico Piergiorgio Odifreddi – non è così. La scienza e i computer sono riusciti facilmente a replicare queste capacità, un super computer batte agevolmente qualsiasi uomo a scacchi; abbiamo invece scoperto con sorpresa che sono le capacità animali dell’uomo quelle più difficili da replicare. In un lampo sappiamo riconoscere se una persona ha paura, bastano pochi millesimi di secondo e lo sposamento millimetrico delle rughe del viso per capirlo, un computer non è in grado di farlo ed è difficile insegnarglielo. Abbiamo dovuto rivedere la nostra idea di uomo e capire che quello che ci rende davvero tali e ci differenzia da una macchina, non è la parte razionale ma quella animale”.
Al Better Decisions Forum Piergiorgio Grossi ha poi intervistato sul palco Benedetta Arese Lucini, general manager di Uber, un’azienda che basa tutta la sua attività sui dati e deve prendere continuamente delle decisioni su temi mai esplorati prima “La nostra regola è che ‘done is better than perfect’, meglio fare e poi migliorare sapendo che si può sbagliare, l’improntate è essersene responsabili”. Con 8 milioni di utenti, oltre 1 milione di driver e solo 3.000 dipendenti la capacità di decidere rapidamente è essenziale e i dati sono alla base di tutto “usiamo i dati per capire dove e quando aumentare il servizio ma anche per aiutare le amministrazioni pubbliche. In una città avevamo visto che c’era un picco di richieste nell’ora successiva alla chiusura della metropolitana, abbiamo suggerito al comune di estendere di un’ora il servizio. Così è stato e i cittadini ne hanno beneficiato”.
Governi e aziende stanno vivendo un fermento di sperimentazione, innovazione e adattamento al nuovo mondo di dati, un mondo nel quale i dati sono più numerosi, più rapidi e più dettagliati di quanto siano mai stati in passato.
La (Data) Revolution non riguarda solo i dati, ma si tratta di una rivoluzione tecnologica e culturale, in grado di offrire nuove opportunità di prendere decisioni migliori per il business e nella vita.

 


Better Decisions Forum: dati, decisioni e la vera essenza dell’uomo - Ultima modifica: 2015-07-05T08:35:37+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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