Facciamo subito una premessa. Di cosa stiamo parlando quando nominiamo lo spyware Pegasus. Trattasi di un malware che può infettare smartphone Android e iPhone consentendo di estrarre email, chat, immagini, oltre che di registrare telefonate e accendere in qualsiasi momento i microfoni e le fotocamere.
E perché ne stiamo parlando oggi? Il software è al centro dell’inchiesta sull’attività di spionaggio ai danni di politici, giornalisti, manager. Un tema tornato alla ribalta con l’inchiesta del Washington Post sull’attività di spionaggio condotta da decine di paesi su migliaia di cellulari.
L’indagine, denominata The Pegasus Project, è iniziata dopo che è trapelata una lista di 50.000 numeri di persone potenzialmente spiate tramite lo spyware Pegasus grazie all’organizzazione no profit di giornalismo parigina Forbidden Stories e da Amnesty International. Ha permesso di scoprire una vasta campagna di spyware attuata da diversi governi con il famigerato tool Pegasus venduto dall’azienda israeliana NSO Group. Queste persone erano ritenute di interesse per i clienti di Nso. I dieci clienti principali di Nso secondo l’inchiesta sarebbero Azerbaijan, Bahrain, Kazakistan, Messico, Marocco, Ruanda, Arabia Saudita, Ungheria, India, ed Emirati Arabi Uniti.
Le analisi forensi su un campione di telefoni di persone che comparivano in questa lista hanno dimostrato che più della metà dei telefoni – 37 su 67 – presentavano le tracce del malware Pegasus.
L’azienda che produce Pegasus, Nso, ha negato le gravi accuse, sostenendo che le rivelazioni di ieri siano “piene di ipotesi errate e teorie non corroborate che sollevano seri dubbi sull’affidabilità e gli interessi delle fonti”. Nso ha anche dichiarato che la lista di cui si parla non può contenere numero di persone spiate da Pegasus e ha descritto la cifra di 50.000 come “esagerata”.
L’israeliana Nso sottolinea inoltre che le sue tecnologie vengono usate esclusivamente per prevenire attacchi terroristici, contrastare il traffico di droga, trovare bambini scomparsi o rapiti, individuare persone sotto edifici crollati e proteggere lo spazio aereo dai droni.
Foto di prettysleepy1 da Pixabay
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