L’Europa guida l’innovazione spaziale: dati infiniti sull’ambiente

innovazione spaziale Europea: Copernico – di UE e l’ESA – è il più grande programma di osservazione terrestre, produce 8 petabyte di dati all’anno

Copernico – un progetto congiunto tra l’UE e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) utilizza satelliti e sensori di terra per monitorare l’ambiente ed è il più grande programma di osservazione terrestre civile che produce oltre 8 petabyte di dati all’anno, pari a 8 milioni di Gibabyte, un grande passo per l’innovazione spaziale, firmato dall’Europa.

I dati sull’osservazione terrestre hanno usi molto importanti come il monitoraggio della deforestazione, il controllo del livello del mare, offrire aiuto agli agricoltori e alle attività ittiche fino ad arrivare al monitoraggio delle crisi umanitarie in atto, sono questi dati che rendono davvero utile l’ innovazione spaziale e l’osservazioen della Terra.

Ma Copernico non è l’unico fornitore di un servizio simile al mondo. L‘Unione Europea e altri stati hanno accettato di fornire dati standardizzati relativi alla Terra attraverso una piattaforma condivisa e affidabile, che potrebbe sostenere usi ulteriori e innovativi dei dati in ambiti come la scienza, il business e la politica,

Purtroppo, l’inadeguatezza delle norme comuni sui dati e sulle politiche di riutilizzo nei vari programmi di osservazione terrestre, attualmente, rendono difficile il riutilizzo dei dati combinati.

Un tentativo di risolvere questo problema è messo in atto attraverso il Sistema Globale di Osservazione dei Sistemi della Terra (Global Earth Observation System of Systems – GEOSS), gestito dal Group on Earth Observations (GEO), un’organizzazione intergovernativa con oltre 100 paesi membri, tra cui dell’UE. GEOSS fornisce in un unico portale i dati di osservazione della Terra forniti indipendentemente da varie fonti, insieme a standard comuni per incorporarli tramite la GEOSS Common Infrastructure (GCI).

Nonostante l’ampia adesione a GEOSS, ci si trova ancora di fronte alla sfida per spingerne l’adozione più ampia. Non esiste infatti alcun accordo internazionale vincolante che impegni i vari programmi di osservazione terrestre a norme comuni, in modo da incorporare più facilmente i dati provenienti da fonti diverse e da ricerche diverse.

Si potrebbe spaziare dal monitoraggio degli effetti del cambiamento climatico alla pianificazione della sicurezza alimentare globale e – utilizzando tecniche algoritmiche come il testo e l’estrazione dei dati – si potrebbero ottenere set di dati enormi – diversi fra loro – aiutando così gli scienziati a conoscere meglio il clima della Terra e le sue risorse.

Una piattaforma condivisa di dati di osservazione terrestre a livello mondiale potenzierebbe le capacità di quei governi che non dispongono di tecnologie proprie per monitorare le minacce ambientali locali. Ad esempio, l’iniziativa del Global Monitoring for Environment e Security (GMES) utilizza i dati Copernicus per aiutare le nazioni africane a pianificare lo sviluppo infrastrutturale, gestire le risorse naturali e monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici, delle catastrofi naturali e persino delle guerre.

Un accordo internazionale sugli standard dell’osservazione dei dati terrestri e sulle politiche di riutilizzo potrebbe sostenere l’innovazione economica a livello globale. I dati Copernicus, attualmente, hanno già diversi usi commerciali, come quello di aiutare gli agricoltori a gestire in modo più efficace i terreni e le colture, nonché individuare posizioni ottimali per attività di pesca che siano ecologicamente sostenibili.

Una fornitura più ampia e multilaterale di dati interoperabili aumenterebbe inoltre la capacità globale di questo tipo di innovazione che si basata quasi esclusivamente sui dati, ampliando la quantità di dati che le aziende possono elaborare in una volta sola.

L’UE, a fianco dell’ESA, potrebbe assumere il comando di un accordo internazionale sull’attuazione di norme comuni e le politiche di riutilizzo per i dati di osservazione della Terra. Il programma Copernicus stesso guida già l’innovazione e lo ha fatto rendendo i dati disponibili liberamente, anche per il riutilizzo commerciale. E la sfida B2B di Copernicus offre premi in denaro per i partecipanti con le migliori applicazioni commerciali dei dati Copernicus, come ad esempio aiutare le compagnie di assicurazione a prevedere forme di perdite.

Se l’UE vorrà rimanere all’avanguardia nella produzione e nell’utilizzo di questi dati, dovrà collaborare con gli altri stati per dimostrare che quando i paesi integrano i dati fra loro, tutti ne traggono un vantaggio concreto. L’UE ha già stretto degli accordi di cooperazione sui dati ottenuti da Copernicus con gli Stati Uniti e l’Australia e tali accordi aiutano questi paesi ad affrontare i bisogni locali attraverso i dati, com’è già accaduto per la rilevazione delle fuoriuscite di petrolio nel Golfo del Messico.

Inoltre, riunire dei leader esperti per collaborare allo sviluppo di metodi di osservazione terrestri porta a vantaggi comuni, come l’apertura di nuovi mercati per i prodotti e servizi basati su dati in settori quali l’agricoltura, la pesca e l’estrazione mineraria.

Gli accordi come questi dimostrano i vantaggi oggettivi per l’ambiente e per l’economia globale. Una cooperazione bilaterale con altri paesi che dispongono di satelliti di osservazione della Terra, come l’India e il Giappone, potrebbe contribuire a creare un impulso per un accordo multilaterale sulla condivisione interoperabile dei dati.

Inoltre, l’Alliance Data Alliance, sostenuta dall’UE, pubblica già una serie di linee guida sulle norme sui dati e sulle politiche di riutilizzo che, oltre agli standard GEOSS, potrebbero contribuire ulteriormente ad un accordo sui feed di dati che terzi potrebbero confrontare, unire e utilizzare liberamente.

I dati sull’osservazione terrestre rappresentano un fattore importante nell’innovazione della politica ambientale, nello sviluppo urbano, nella ricerca scientifica, nell’industria e nel business. Copernico è un risultato straordinario, ma un impegno politico ben più forte nel GEOSS – con accordi vincolanti – renderebbe più facile per gli scienziati, i governi e le imprese sfruttare al meglio i dati forniti dalle piattaforme di osservazione della Terra. E l’UE dovrebbe muoversi rapidamente per ottenere tutto questo.

“Osservazione terrestre e dati: l’UE potrebbe guidare l’innovazione” è bloccato Osservazione terrestre e dati: l’UE potrebbe guidare l’innovazione


L’Europa guida l’innovazione spaziale: dati infiniti sull’ambiente - Ultima modifica: 2017-07-13T11:20:31+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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