Huawei, Android e Google: ecco cosa succede

In seguito all’ordine emanato dalla Casa Bianca, Google e altri giganti della tecnologia rivedono i rapporti commerciali con società come Huawei.

Ecco le prime conseguenze dell’ordine esecutivo emanato dalla Casa Bianca nei confronti di aziende considerate pericolose: così Huawei ha perso la licenza di Android.

Google Abbandona Huawei

Sembrava stesse assumendo i contorni di un vero e proprio terremoto nel mondo della tecnologia, quello innescato qualche giorno fa dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Triste protagonista della vicenda, è la principale società tecnologica di Shenzhen, Huawei.

Con un ordine promulgato lo scorso 15 maggio, ma già preoccupante nella serata di venerdì 17, le impietose conseguenze iniziavano a materializzarsi all’orizzonte.

La prima a interrompere il supporto a Huawei – in termini di hardware, software e servizi tecnici – è stata Google, ritirando la licenza di Android al colosso cinese di Ren Zhengfei.
Anche questa volta Reuters aveva anticipato la “rottura” tra le due società tecnologiche, poi confermata nella notte dalla stessa Huawei.

Il braccio di ferro tra Trump e Huawei

I motivi di questo duro dietrofront di Google, dunque, sono da ricercarsi nell’applicazione dell’ordine della Casa Bianca, preoccupata per la possibile compromissione della sicurezza nazionale a causa di presunti comportamenti illeciti di aziende come Huawei. L’amministrazione Trump sta costruendo da tempo una cieca paura nei confronti delle potenze cinesi, in questo caso trasformata in vere accuse di cyberspionaggio a carico del brand del fiore dai petali rossi.

Il numero due nel settore degli smartphone, infatti, è accusato di essere al servizio del governo cinese: alla stregua di un epico cavallo di Troia, secondo il Presidente Trump, Huawei assolve il compito di spiare le persone e controllare un’immane quantità di dati, attraverso i suoi dispositivi tecnologici oggi diffusi in tutto il mondo in modo capillare.
Tutto ciò, a beneficio del governo cinese.

Nonostante non vi siano prove di queste accuse, e che più volte Huawei si sia difesa sostenendo che non lascerebbe mai che Pechino “infetti” la sua rete tecnologica con backdoor atte allo spionaggio delle persone, l’accanimento del Presidente Trump è stato un continuo crescendo, culminato con l’ordine per le aziende statunitensi di sospendere i rapporti con la società.

Huawei è così entrata nella cosiddetta “Entity List”, che comprende le aziende che non hanno libertà di acquistare prodotti o servizi dalle aziende americane senza previo consenso del governo.

Le conseguenze per Huawei

Oltre a Google, secondo Bloomberg stanno provvedendo alla revisione degli accordi anche altri grandi nomi del settore come Intel, Qualcomm, Xilinx e Broadcom. Questi ultimi, stanno sospendendo le forniture a Huawei di componenti e semiconduttori, fondamentali per la produzione del brand cinese.

Sebbene Huawei si stesse preparando da tempo a questo triste epilogo, provando a mettere a punto un sistema operativo proprietario, le conseguenze potrebbero essere talmente gravi che il rischio di tracollo per la società di Shenzhen non sembra così remoto.

Huawei è dunque messa al bando negli Stati Uniti, con ripercussioni per tutto il mondo e anche per i consumatori, sia dal versante dello sviluppo delle reti 5G, di cui Huawei è tra i principali protagonisti, sia da quello relativo all’uso quotidiano degli smartphone.

Huawei senza Android?

La sospensione della licenza Android a Huawei implica che l’azienda cinese potrà usufruire solo della versione pubblica e aperta di Android AOSP (Android Open Source Project), ovvero una sorta di versione “grezza” del sistema operativo così come noi lo conosciamo. L’AOSP manca di tanti servizi targati Google, come il Play Store, ma anche Gmail, YouTube, Maps e così via.

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Questo si traduce in un maggiore lavoro da parte del produttore cinese per presentare agli utenti un’offerta completa. Nella pratica, vuol dire che Huawei non potrà pre-installare le app di Big G sui propri device, e che questi ultimi non potranno essere certificati da Google.

L’ecosistema di Huawei è profondamente legato a quello di Google, e non a caso gran parte del merito della diffusione di Android è proprio della compagnia cinese. Tuttavia, allo stato attuale delle cose, il futuro degli aggiornamenti di sicurezza dei dispositivi Huawei è incerto. Almeno di quelli forniti dalla società di Mountain View.
Ciò non vuol dire che i dispositivi Huawei non potranno più ricevere aggiornamenti di sicurezza, così come sottolineato dalla stessa società, ma che non saranno più rilasciati in maniera diretta da Google.

L’azienda ha ufficialmente risposto così alla questione:

“Huawei ha apportato un contributo sostanziale allo sviluppo e alla crescita di Android in tutto il mondo. Essendo uno dei principali partner a livello globale di Android, abbiamo lavorato assiduamente sulla loro piattaforma open source per sviluppare un ecosistema di cui hanno beneficiato sia gli utenti che l’intero settore.

Huawei continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza e servizi post-vendita a tutti gli smartphone e tablet Huawei e Honor esistenti, ovvero quelli già venduti o ancora disponibili in tutto il mondo.

Continueremo a costruire un ecosistema software sicuro e sostenibile, al fine di fornire la migliore esperienza d’uso a tutti gli utenti a livello globale”.

In sostanza, non finisce mica il cielo: Huawei potrebbe ovviare sfruttando il codice pubblico di Android, ma ci sarebbero di sicuro conseguenze sui consumatori che al giorno d’oggi sono abituati ad accendere un dispositivo del brand già certi di avere il pacchetto completo dei servizi di Google. Insomma, qualcosa, in questi termini, cambia.

E proprio per questo motivo, potrebbero dilatarsi anche i tempi di ricezione degli aggiornamenti di sicurezza, rilasciati quindi da Huawei, mentre per gli update delle versioni successive di Android resta ancora un grosso punto interrogativo.

Cosa accadrà agli smartphone Huawei

Un portavoce di Google ha affermato “Stiamo rispettando l’ordine e rivedendo le implicazioni” aggiungendo che “Per gli utenti dei nostri servizi, Google Play e le protezioni di sicurezza di Google Play Protect continueranno a funzionare sui dispositivi Huawei esistenti“.
In parole povere, per rispondere alle paure di aggiornamenti bloccati su device Huawei, nel breve termine non accadrà nulla.
In futuro, però, non sono più garantiti gli abituali aggiornamenti della piattaforma da parte di Google.

Nel dettaglio, sembra che l’ordine non abbia conseguenze sui modelli di smartphone Huawei presentati prima della data effettiva della sospensione della licenza di Android, ma non ci sono ancora risposte in merito a quelli che la compagnia presenterà in futuro.

La soluzione temporanea al caso Huawei

Nel corso della serata di lunedì 20 maggio, tuttavia, è stato reso noto – sempre da Reuters – l’intervento del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, che ha concesso a Huawei un periodo di 90 giorni per trovare una soluzione con i propri partner, prima dell’adeguamento all’ordine della White House.
In questo arco di tempo, potrà usufruire di una licenza temporanea che permetterà alla compagnia di ottenere aggiornamenti software da Google, ricevere gli ordini da Qualcomm e simili, e di trovare alternative nello sviluppo delle reti di telecomunicazioni.

Il divieto per le aziende americane di avere scambi commerciali con Huawei, dunque, è rimandato di 3 mesi.


Huawei, Android e Google: ecco cosa succede - Ultima modifica: 2019-05-20T11:11:03+00:00 da Maria Grazia Tecchia

Giornalista, blogger e content editor. Ha realizzato il sogno di coniugare le sue due più grandi passioni: la scrittura e la tecnologia. Esperta di comunicazione online, da anni realizza articoli per il web occupandosi della tecnologia a più livelli.

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