L’intelligenza artificiale può prevenire i crimini, come nei film

I poliziotti britannici vogliono scoprire se l’intelligenza artificiale può prevenire i crimini, un po’ come in “Minority Report”, ma nella vita reale

I poliziotti britannici vogliono scoprire se l’intelligenza artificiale può prevenire i crimini, un po’ come in “Minority Report”, ma nella vita reale.

Governi ed enti in tutto il mondo stanno iniziando ad avventurarsi in profondità nel “Minority Report-land”, prestando seria attenzione all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e ai database a punteggio per assegnare i livelli di rischio, in un modo che influenza la vita delle persone comuni in maniera profonda.

intelligenza artificiale per prevenire i crimini

L’intelligenza artificiale per prevenire i crimini, come nel Film Minority Report

Il “credito sociale” in Cina

Il governo cinese sta implementando un sistema di punteggio di “credito sociale” che le autorità centrali intendono utilizzare per tenere d’occhio gli 1,3 miliardi di cittadini del paese e monitorare le attività, come la prenotazione di voli, delle persone ritenute potenzialmente “inaffidabili” e con punteggi bassi in base a questo sistema.

La polizia inglese studia l’AI per prevenire i crimini

Nel frattempo, in Gran Bretagna, la polizia è impegnata in un progetto pilota per valutare quanto efficacemente l’AI possa essere usata per determinare la probabilità che qualcuno possa commettere o essere vittima di un crimine. La notizia proviene dalla pubblicazione New Scientist, che ha riferito che il sistema in fase di test è chiamato National Data Analytics Solution e attinge ai database di polizia locale e nazionale. Il capo dell’unità di polizia legata a tale progetto ha affermato alla suddetta rivista che il progetto ha già recuperato più di 1 terabyte di dati che include dettagli di reati che sono stati commessi e dettagli di circa 5 milioni di persone.

“Guardando questi dati”, riporta la rivista, “il software ha rilevato circa 1.400 indicatori che potrebbero aiutare a prevedere il crimine, compresi circa 30 risultati particolarmente efficaci. Questi includono il numero di crimini commessi da un individuo con l’aiuto di altri e il numero di crimini commessi da persone nel gruppo sociale di tale individuo”.

Il rapporto del New Scientist sottolinea che le persone nel database vengono contrassegnate da un algoritmo che assegna loro un punteggio di rischio, indicando la probabilità di commettere un crimine grave.

Il dipartimento di polizia dei West Midlands sta lavorando a questo progetto che durerà fino a marzo, momento in cui sperano di poter disporre di un prototipo di sistema pronto all’uso. Nel progetto sono coinvolti anche altri otto dipartimenti di polizia, con l’idea di poterlo distribuire a tutti i dipartimenti di polizia del paese.

Per ora, sembra che le forze dell’ordine coinvolte non abbiano in programma di effettuare effettivamente arresti basati su questi dati prima che qualcuno abbia commesso un crimine. Secondo la rivista, l’idea sarebbe invece quella di fornire qualcosa come una “consulenza a qualsiasi individuo con una storia di problemi di salute mentale segnalata dalla NDAS come probabile che commettesse un crimine violento. Le potenziali vittime potrebbero essere contattate dai servizi sociali”.

Per la prima volta l’AI è utilizzata per prevenire i crimini

Questo è il primo progetto del genere nel mondo che riunisce più serie di dati da un certo numero di forze di polizia per la previsione del crimine. Certamente, l’intenzione potrebbe essere buona, ma è ovvio che una miriade di preoccupazioni etiche vengono sollevate da un progetto come questo. Mettere in atto questo tipo di intervento in un intero paese dipinge un’immagine di un futuro stranamente intrusivo.

 


L’intelligenza artificiale può prevenire i crimini, come nei film - Ultima modifica: 2018-12-04T06:31:30+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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