Un precursore dell’Internet of Things è stato Mark Weiser (nella foto), che nel 1998, appena un anno prima di morire per via di un tumore, era riuscito a costruire una fontana connessa, collegata con i dati della Borsa in cui il flusso e l’altezza dei suoi zampilli d’acqua imitavano il volume e l’andamento dei prezzi del mercato azionario.
Weiser disse: “Le tecnologie più profonde sono quelle che scompaiono. Si intrecciano nel tessuto della vita di tutti i giorni fino a quando non sono indistinguibili da esso”.
In realtà l’Internet of Things era già stata immaginata nel 1966, in Europa. Karl Steinbuch (classe 1917), è stato uno dei primi e più influenti ricercatori dell’informatica tedesca, disse: “Tra qualche decennio, i computer saranno incorporati in quasi tutti i prodotti industriali”.
Una visione molto chiara di quello che oggi chiamiamo IoT, ancora più stupefacente se pensiamo che nel 1966 i computer erano agli inizi ed erano grandi come un appartamento. Karl Steinbuch ha sviluppato questa nitida visione anche lavorando al progetto Lernmatrix, un’implementazione precoce delle reti neurali artificiali.
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