Legrand e BTicino: con Eliot un cuore fatto di IoT

BTicino nell’IoT nel residenziale, con un numero elevato di dispositivi connessi all’interno delle abitazioni italiane e il progetto Eliot

BTicino ha tutte le carte in regola per essere protagonista dell’IoT nel residenziale, con un numero elevato di dispositivi connessi all’interno delle abitazioni italiane

di Daniela Schicchi

Una realtà conosciuta in tutto il mondo. Un gruppo, quello Legrand, che fattura 4 miliardi e mezzo, con 36 mila collaboratori e acquisizioni di diverse società ogni anno. Questo il quadro con il quale si è presentata BTicino (del Gruppo Legrand) al lancio della nuova strategia aziendale che spinge l’acceleratore su tutto il comparto IoT. Per testimoniare l’attenzione verso il mondo dell’Internet of Things, BTicino ha lanciato Eliot. La genesi del nome di questo nuovo brand, che porta il dna aziendale verso il mondo dell’elettricità e l’attualità dell’IoT, parla chiaro. Ed è proprio la filiale italiana, seconda solo a quella parigina, che si fa portavoce del Gruppo per Eliot e per tutta la strategia futura. “L’IoT ha un valore stimato e potenziale di 11 triliardi di dollari”, ha dichiarato Paolo Perino (Presidente BTicino, direttore della Business Unit Building Systems del Gruppo Legrand), che ha aggiunto: “Questo settore, da mercato di nicchia, è diventato di massa”. Basti pensare che passeremo da 14 miliardi di oggetti attualmente connessi a 50 miliardi, il tutto entro il 2020. Con un incremento, in termini di numero di dispositivi pro capite, che passeranno da 2 a 4. “Il programma Eliot, brand che abbiamo creato per evidenziare il nostro impegno nello sviluppo di un’offerta IoT – ha dichiarato Franco Villani (nella foto), Amministratore Delegato di BTicino – rientra, a pieno titolo, nella nostra strategia d’innovazione. Tre sono le linee guida per orientare gli investimenti: connettere prodotti esistenti, aggiungendo gateway all’offerta già disponibile; sviluppare nuovi prodotti nativamente connessi e proseguire nella prefigurazione di scenari futuri e di nuove potenziali applicazioni”.
I grandi investimenti in ricerca e sviluppo, che BTicino ha sempre stanziato nel tempo, hanno dato ragione all’azienda e portato risultati importanti a livello di Gruppo. Ricordiamo, infatti, che la rivoluzione vera è arrivata negli anni ’80 con l’immissione sul mercato della gamma Living, che ha cambiato e rivoluzionato completamente il concetto di illuminazione, design e interruttori per la casa. Negli anni 2000 l’azienda è stata pioniera in ambito di domotica. Sistemi in grado di portare, nelle case, sicurezza, comfort e risparmio energetico interconnessi tra di loro. Negli ultimi otto anni, poi, l’ulteriore balzo in avanti ha portato BTicino a essere l’azienda che oggi conoscono tutti. “BTicino ha le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista dell’IoT nel residenziale. Nessun’altra marca, infatti, può vantare un numero così elevato di dispositivi connessi all’interno delle abitazioni italiane”, ha affermato Davide Colombo – Responsabile Marketing Domotica e Terziario – che ha aggiunto: “In ogni casa già oggi ci sono decine di apparecchi BTicino che possono essere connessi e, proprio grazie a questo, offrire nuovi e importanti benefici all’utilizzatore: videocitofoni, termostati, comandi luce, allarmi, sensori, interruttori automatici aumentano così le proprie prestazioni, a tutto vantaggio del cliente”.


Legrand e BTicino: con Eliot un cuore fatto di IoT - Ultima modifica: 2015-10-10T14:11:03+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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