LightSail 2: la vela solare funziona

La vela solare della navetta spaziale LightSail 2 della Planetary Society funziona: la navicella in orbita spinta dalla luce del sole

La navetta spaziale sperimentale LightSail 2 della Planetary Society, progettata per volare tramite la luce proveniente dal sole, è risultata all’altezza del suo nome. Oggi la non profit ha annunciato che il satellite a vela solare è giunto con successo nella sua orbita attorno alla Terra grazie alla luce del sole che spinge sulla grande vela del veicolo. È la prima volta che un veicolo spaziale nell’orbita terrestre ha usato una vela solare per cambiare il suo percorso intorno al nostro pianeta.

LightSail 2 è stato in orbita bassa sopra la Terra fin dal suo lancio in cima a un razzo SpaceX Falcon Heavy il 25 giugno. La scorsa settimana, l’astronave ha dispiegato con successo la sua vela, un sottile pezzo quadrato di mylar delle dimensioni di un ring di pugilato, e, da allora, la Planetary Society ha fatto girare e ruotare la posizione della vela in orbita, per ottimizzare la capacità della navicella spaziale di sfruttare la potenza della luce proveniente dal Sole. Finora, le cose hanno funzionato.

“Siamo entusiasti di comunicare il successo della missione LightSail 2”, ha dichiarato Bruce Betts, responsabile del programma LightSail e capo scienziato della Planetary Society.

lightsail 2 vela solare

La vela soalre di Lightsail 2, usa la luce del sole per muoversi come se fosse vento che spinge una grande vela

LightSail 2: come funziona la vela solare

Questa dimostrazione è esattamente ciò che la missione si prefiggeva di dimostrare. La Planetary Society, che sostiene i viaggi nello spazio e il finanziamento di progetti spaziali, ha finanziato LightSail per dimostrare che i piccoli satelliti possono fare affidamento solo sulla luce per spingersi nello spazio. Le particelle di luce non hanno massa, ma portano slancio e possono effettivamente spingere oggetti nello spazio. Con una vela grande, sottile e riflettente, un’astronave può catturare abbastanza di questa spinta dalla luce del Sole per cambiare posizione.

“L’idea che si possa far volare un veicolo spaziale, che si possa recuperare propulsione nello spazio, grazie a nient’altro che i fotoni è davvero sorprendente – ha affermato Bill Nye, CEO della Planetary Society, durante una conferenza stampa – e per me è molto romantico che si possa navigare sui raggi del sole.”

Una svolta per la navigazione dei satelliti

La navigazione solare nello spazio non è esattamente nuova, un veicolo spaziale giapponese, chiamato IKAROS, ha usato una vela leggera per spingersi nello spazio nel suo cammino verso Venere nel 2010. Tuttavia, la Planetary Society voleva mostrare che la stessa tecnica poteva essere utilizzata per satelliti più piccoli, in particolare CubeSats, un tipo di veicolo spaziale standardizzato di solito non molto più grande di una scatola di cereali. CubeSats è diventato un ottimo strumento per aziende, ricercatori e altri che desiderano raccogliere dati dallo spazio utilizzando un veicolo spaziale relativamente economico e facile da costruire.

Manovrare piccoli satelliti come questo attraverso lo spazio è difficile; la maggior parte dei satelliti per muoversi deve fare affidamento su propulsori, piccoli motori che bruciano propellenti chimici per spingere il veicolo nello spazio. Questo meccanismo può essere un’aggiunta costosa a un veicolo spaziale e il propellente necessario per questi propulsori aggiunge peso, aspetto prezioso quando si lanciano oggetti dalla Terra. Il più delle volte, piccoli satelliti come CubeSats non possono ospitare propulsori e non possono essere manovrati una volta raggiunto lo spazio.

Ora, con LightSail2, la Planetary Society ha dimostrato che questa vela solare dispiegabile potrebbe essere aggiunta in futuro a CubeSats, fornendo la possibilità a queste mini-sonde di muoversi nello spazio senza usare i tradizionali propellenti chimici. “Abbiamo un veicolo spaziale di dimensioni molto ridotte che sta effettuando una navigazione solare ad alte prestazioni”, ha affermato Nye. Nye sostiene che il meccanismo usatoè costato $7 milioni, circa un ventesimo del costo che sarebbe stato sostenuto se l’organizzazione avesse fatto affidamento a un veicolo spaziale di medie dimensioni. L’organizzazione afferma che condividerà i dati che riceve da questa missione in modo che altri gruppi possano utilizzare questa tecnologia in futuro.

Il viaggio di LightSail 2

Nel frattempo, la Planetary Society continuerà a “cavalcare” sui raggi del sole con LightSail 2 per il prossimo mese. “Ci aspettiamo di continuare ad alzare l’orbita fino alla fine di agosto”, ha dichiarato David Spencer, project manager di LightSail 2 e professore associato presso la Purdue University, durante una conferenza stampa. Alla fine, LightSail 2 verrà riportato sulla Terra.

L’astronave si trova in un’orbita ellittica attorno al nostro pianeta e ogni volta che alza la sua orbita da un lato, si avvicina più vicino alla Terra dall’altro. Presto, l’atmosfera trascinerà LightSail 2 verso il basso e il veicolo, con la sua vela, brucerà al rientro, ma prima di allora avrà già navigato un bel po’.

 

 


LightSail 2: la vela solare funziona - Ultima modifica: 2019-08-03T11:05:26+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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