L’intelligenze artificiale può prevenire il suicidio

Il livello di rischio suicidio è calcolato da un’app chiamata Companion che raccoglie i dati sui modelli di comunicazione e sui movimenti delle persone.

Ogni giorno negli Stati Uniti circa 120 persone si suicidano. Si contano quasi 45.000 suicidi ogni anno e il suicidio rappresenta la decima causa di morte negli Stati Uniti. Si tratta di un dato in crescita, secondo quanto mostrano i dati ottenuti a livello nazionale. Gli addetti ai lavori del settore sanitario hanno a disposizione delle tecniche e dei sistemi per prevenire un tentativo di suicidio, ma spesso non è possibile prevedere chi abbia più bisogno di un intervento.

“Puntiamo alla prevenzione da più di 50 anni, ma la nostra efficacia è ancora a livello casuale” afferma Jessica Ribeiro, psicologa e ricercatrice presso la Florida State University. Ma qualcosa potrebbe cambiare. I ricercatori come la Ribeiro stanno ottenendo un aiuto notevole da parte della tecnologia. Anziché affidarsi ad alcuni fattori di rischio, noti come depressione o abuso di droga, questi nuovi metodi aiutano a considerare il suicidio come un fenomeno complesso, ovvero il risultato di una serie di eventi intercorsi nella vita che risultano interconnessi tra loro.

L’intelligenza artificiale è capace di capire questa complessità e delineare la relazione tra i fattori che portano al suicidio in un modo del tutto sconosciuto per la mente umana.

Prevenzione suicidio: i risultati sono promettenti

Utilizzando i sistemi di intelligenza artificiale (AI), la Ribeiro e i suoi colleghi hanno potuto prevedere se qualcuno fosse intenzionato a tentare il suicidio entro un lasso di tempo di due anni, raggiungendo un tasso di precisione di circa l’80 %.  E i loro risultati sono stati recentemente riportati nella rivista Clinical Psychological Science.

Questo alto livello di precisione è stato reso possibile grazie all’impiego del machine learning, i ricercatori infatti hanno creato un algoritmo fornendo i record anonimi riguardanti la salute di 3.200 persone che avevano già tentato il suicidio. L’algoritmo apprende i vari modelli attraverso l’analisi di combinazioni di fattori che portano al suicidio, dall’uso di farmaci al numero di visite al pronto soccorso avvenute nel corso degli anni.

“Come umani, vogliamo capire che cosa cercare, ma sarebbe come chiedersi quale tratto di pennello sia il più importante in un dipinto” ha commentato la Ribeiro. Con il finanziamento ottenuto da parte del Dipartimento della Difesa, la Ribeiro mira ora a creare uno strumento che possa essere utilizzato nelle cliniche e nei pronto soccorso per individuare e aiutare al meglio gli individui ad alto rischio.

Ma non tutti coloro che commettono il suicidio hanno a disposizione un ampio resoconto medico o sono mai entrati in ospedale. Quindi un altro gruppo di ricerca sta prendendo un approccio simile a quello dell’AI per la previsione dei suicidi, esaminando i dati da una fonte più onnipresente: lo smartphone. La compagnia finanziata dal DARPA, che sia chiama Cogito, ha sviluppato un’app mobile chiamata Companion che raccoglie automaticamente i dati sui modelli di comunicazione e sui movimenti di qualcuno, mettendo insieme migliaia di dati.

Questi dati vengono quindi utilizzati per creare un punteggio di rischio che viene mostrato al medico di riferimento. Nel caso in cui il punteggio cambiasse nel tempo, il medico chiamerà il soggetto interessato, al fine di sottoporlo ad un controllo e assicurarsi se possa aver bisogno di ulteriori cure.  Cogito, attualmente, sta lavorando con il Dipartimento per gli Affari dei Veterani presso un centro di prevenzione del suicidio di Denver, in Colorado, per testare l’applicazione con i veterani ritenuti ad alto rischio di suicidio. Nel caso in cui i test dovessero risultare riusciti e se la prevenzione si rivelasse efficace, ci si aspetta che il sistema possa essere dispiegato su scala più ampia entro i prossimi due anni.

Sebbene uno strumento di AI possa determinare chi sia a rischio di suicidio, lo stesso sistema non è in grado di prevedere esattamente quando ciò possa accadere. Facebook sta cercando di risolvere questo problema utilizzando l’AI per identificare i post di potenziali “suicida o autolesionisti”, mostrando alcune risorse per far fronte ad una crisi di un utente. È troppo presto per sapere quanto accurato possa essere l’algoritmo della piattaforma, ma lo sforzo è un passo verso la giusta direzione, secondo quanto dicono gli esperti.

Valutare e prevenire i rischi con i computer

Ciò che accade a seguito di un tentato suicidio rappresenta un’ulteriore sfida. Le strategie di prevenzione non sono sempre efficaci e può essere più difficile proteggere gli individui ad alto rischio nel momento in cui le prestazioni sanitarie sono terminate. A tal fine, i ricercatori dell’Università del Vermont e di Dartmouth hanno sviluppato un sistema per la valutazione e la prevenzione dei rischi.

In primo luogo, i pazienti utilizzano un’indagine basata su tablet per rispondere a 11 domande che possano valutare rapidamente il rischio di suicidio in qualcuno, nello stesso modo in cui lo farebbe uno psichiatra. In una prova avvenuta nel Montana, che spesso si colloca nella fascia alta degli stati con alto tasso di suicidio, la squadra ha potuto scoprire che almeno il 5 % delle persone che si erano recate in un pronto soccorso fossero ad alto rischio. E la metà tra quelle persone non si era recata in ospedale per motivi psichiatrici.

“Non sarebbero stati identificati se non avessimo avuto a disposizione questo strumento” afferma Bill J. Hudenko, assistente di psichiatria presso la Scuola di Geisel di Dartmouth.

Lo strumento di valutazione dei rischi è abbinato a Proxi, un’applicazione specifica per la salute mentale che mira a migliorare il benessere delle persone affette da depressione e altre condizioni di difficoltà.

“Proxi si basa sull’idea che la salute mentale si verifichi al di fuori della connessione diretta con un medico, ma all’interno della cerchia di amici e familiari che sono l’autentico sistema di supporto naturale di un individuo” ha commentato Hudenko.

Se un paziente è classificato come ad alto rischio, un’infermiera lo aiuterà ad ottimizzare l’applicazione Proxi per creare un sistema di supporto mettendolo in contatto con amici e familiari, e Hudenko aggiunge “Sappiamo cosa sia prezioso nella prevenzione del suicidio: aiutare le persone a mantenere le connessioni con gli altri”.


L’intelligenze artificiale può prevenire il suicidio - Ultima modifica: 2017-05-28T20:36:15+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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