Notre Dame: come verrà ricostruita dai robot e dalla tecnologia

La cattedrale francese di Notre Dame sarà ricostruita anche grazie alle ultime invenzioni della tecnologia come i robot, scopri come

Si pensa già alla ricostruzione di Notre Dame e sarà probabilmente la più tecnologica mai vista.  L’incendio che il 15 aprile 2019 ha distrutto il tetto di Notre Dame a Parigi ha sconvolto il mondo. Milioni di persone non si sono ancora riprese dalla tragedia che ha colpito uno dei simboli della città francese e il presidente Emmanuel Macron si è già messo in moto per iniziare la ricostruzione dell’edificio. Per riportare la chiesa all’antico splendore verranno utilizzati metodi innovativi e saranno sfruttate tecnologie all’avanguardia come robot e mappature a tre dimensioni. Ecco come il mondo tech contribuirà al salvataggio di Notre Dame.

Notre Dame Ricostruzione 3D

Notre Dame: Robot e droni per spegnere il fuoco

Già per lo spegnimento delle fiamme sono stati impiegati sistemi di robotica avanzata e di erogazione dell’acqua che hanno contribuito a preservare l’interno della chiesa, proteggendo al contempo i vigili del fuoco impegnati nell’intervento subito dopo i primi crolli quando le condizioni all’interno erano estremamente pericolose. Nonostante i danni importanti subiti dallo storico palazzo, la struttura complessiva della chiesa ha retto ed è stata salvata grazie agli sforzi dei pompieri e delle loro attrezzature ad alta tecnologia. Per aiutare a combattere le fiamme infatti, è stato usato un robot per le emergenze chiamato Colossus: dal peso di 400 chili, è un automa progettato per entrare nelle aree di combustione ritenute troppo pericolose per gli umani.

Nel mentre, sopra il tetto e nei dintorni delle guglie volavano i droni, dei modelli Mavic Pro e Matrice M210, comandati a distanza dalle forze di polizia per monitorare l’area e decidere in quali zone intervenire con velocità.

Notre Dame Robot Colossus

Il Robot Colossus impegnato nei lavori di ricostruzione di Notre Dame

Ricostruzione di Notre Dame con la tecnologia

Se aziende come Apple e Ubisoft (creatrice del videogioco Assassin’s Creed ambientato in parte proprio a Parigi) hanno già offerto aiuti per ricostruire, è probabile che lo sforzo per restaurare si basi su esperienze raccolte da altre tragedie recenti come il disastro nucleare di Fukushima in Giappone e l’incendio del Museo Nazionale Brasiliano, dove robot sperimentali e nuovi strumenti digitali sono stati utilizzati per replicare manufatti persi nel fuoco.

Per ricostruire Notre Dame saranno usati droni dotati di sensori, come piccole fotocamere e scanner laser, che consentiranno agli ingegneri di documentare i danni da fuoco e creare visuali tridimensionali altamente precise di luoghi specifici all’interno della chiesa. Inoltre, per testare l’integrità della cattedrale, si utilizzeranno dei robot rampicanti al fine di ispezionare e riparare travi, muri e passerelle.

Notre Dame: la mappa 3D della cattedrale

Un metodo efficiente per ricostruire Notre Dame sarà quello di mapparla in 3D, al fine di capire profondità, posizioni e dimensioni di ogni punto della chiesa.

Nella tragedia una notizia positiva: esiste già una mappa 3D della cattedrale, creata nel 2015 dallo studioso Andrew Tallon, ora deceduto.

Il suo lavoro, un insieme di scansioni da cinquanta diversi angoli all’interno e all’esterno dell’edificio, per un totale di oltre un miliardo di dati, potrebbe fornire informazioni cruciali per gli sforzi di ricostruzione. Per dare un senso ai dati, Tallon aveva combinato le scansioni laser con fotografie panoramiche sferiche scattate dallo stesso punto per catturare i colori. Grazie a questo prezioso progetto, riportare la chiesa ai fasti di una volta sarà più facile.
Per merito di risorse come questa e di altre innovazioni tecnologiche ora a disposizione, Macron e le autorità francesi sperano di ricostruire Notre Dame in tempo per le Olimpiadi del 2024 che si svolgeranno proprio a Parigi.

di Andrea Indiano


Notre Dame: come verrà ricostruita dai robot e dalla tecnologia - Ultima modifica: 2019-04-26T12:47:49+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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