Elon Musk ha mostrato i 60 satelliti del Progetto Starlink, una costellazione satellitare che trasmetterà internet a banda larga alla Terra dallo spazio
Starlink è il nuovo progetto di Elon Musk che ha twittato una foto di 60 satelliti caricati nella carena del razzo Falcon della sua azienda, SpaceX. Questo hardware rappresenta un primo passo verso il completamento del progetto Starlink, una costellazione satellitare che trasmetterà internet a banda larga alla Terra dallo spazio.
L’involucro è lo stesso che ha trasportato una Tesla Roadster nello spazio nel 2018. Musk ha postato anche una foto per dare ai suoi follower un’idea più precisa delle dimensioni dei satelliti. Se infatti la Roadster riempiva a malapena la parte inferiore dell’interno dell’involucro, i satelliti sembrano decisamente stipati.
First 60 @SpaceX Starlink satellites loaded into Falcon fairing. Tight fit. pic.twitter.com/gZq8gHg9uK
— Elon Musk (@elonmusk) May 12, 2019
Progetto Starlink: le prossime tappe
Ci si aspetta che questa prima serie di satelliti decolli nei prossimi giorni, forse già mercoledì. Musk ha avvertito che potrebbero tuttavia esserci dei problemi dal momento che questa è la prima vera missione Starlink dopo un lancio del 2018 che ha inviato due satelliti dimostrativi verso il cielo.
Sono previsti anche molti altri lanci per il futuro. A pieno regime, Starlink dipenderà infatti da una rete composta da migliaia di satelliti, ma, anche ben prima del suo completamento, saranno necessari diversi lanci prima che il progetto possa cominciare a funzionare.
Insomma, il progetto Starlink potrebbe realizzare il sogno di internet ad alta velocità dallo spazio, ma ci vorrà molto lavoro. Per raggiungere questo obiettivo, SpaceX pianifica infatti – e ha già ricevuto l’approvazione della Federal Trade Commission – di inviare quasi 12.000 satelliti in orbita bassa, che si divideranno in tre gruppi racchiusi in gusci orbitali disposti attorno alla Terra.
Tuttavia, al di là delle rosee prospettive sul lungo termine, il progetto comporta alcuni rischi. L’invio di tutto questo hardware in orbita si aggiunge infatti a un già discutibile accumulo di spazzatura spaziale nelle immediate vicinanze della Terra.