Negozi su ruote e on-demand: i veicoli autonomi cambieranno tutto

I negozi su ruote che si spostano grazie ai veicoli a guida autonoma potrebbero portare una ventata di innovazione nel mondo del retail

I negozi su ruote che si spostano grazie ai veicoli a guida autonoma potrebbero portare una ventata di innovazione nel mondo del retail e dello shopping on-demand.

L’aumento dello shopping online è innegabile, ciò nonostante ci sono ancora prodotti che non vogliamo acquistare si Internet. Toccare, sentire, indossare e testare i prodotti fisicamente gioca ancora il suo ruolo, fondamentale – in alcuni casi – per innescare il desiderio di procedere con un acquisto. Nello shopping di fascia alta, l’esperienza di acquisto è parte integrante di ciò che paghiamo.

Per alcune categorie di prodotti come l’abbigliamento, l’arredamento e l’arte, l’acquisto via sito è molto più difficile rispetto a quello che avviene in un punto vendita. I marchi globali hanno costruito la fiducia con i consumatori attraverso il mass marketing rendendo l’esperienza online simile a quella in negozio. Detto questo, i nuovi brand non hanno difficoltà a costruire quella fiducia senza una presenza fisica e budget di marketing da miliardi di dollari.

Tuttavia, i clienti più giovani hanno dimostrato la loro facilità ed il proprio agio nell’esperienza di shopping online anche grazie a delle solide politiche sui resi, la risoluzione dei problemi in modo immediato e le garanzie dei pagamenti in rete.

Le nuove tecnologie indicano che la prossima svolta nell’esperienza della vendita al dettaglio potrebbe essere proprio dietro l’angolo, ma potrebbe non essere così legata al mondo virtuale dello shopping online. Invece, potrebbe essere un ritorno agli spazi in movimento, alla natura itinerante del commercio.

L’industria al dettaglio nuota in cattive acque e secondo una ricerca condotta nel maggio 2017, solo il 47% delle aziende di vendita al dettaglio riesce a funzionare a distanza di quattro anni dall’apertura del negozio e di pari passo non c’è competitività con le controparti online che hanno costi drasticamente più bassi.

La soluzione ideale per il retail potrebbe consistere in una serie di negozi fisici, ma on-demand, ovvero che cambiano la loro posizione sulla base delle richieste dei clienti. 

I negozi al dettaglio su ruote non rappresenterebbero solo una vittoria per i consumatori – risolvendo il problema dell’acquisto online di prodotti non visibili – ma anche le aziende al dettaglio godrebbero di benefici riducendo i rischi in cui ci si imbatte a seguito della creazione di un negozio fisico. Il costo dell’acquisto o dell’affitto di uno spazio fisico sarebbe significativamente più basso e gli imprenditori non sarebbero legati ad una singola posizione se un punto vendita non riscuotesse il successo auspicato.

In una rete economica basata su forme di mercato mobili, i servizi on-demand diverrebbero dei fattori chiave nel posizionamento sulla base delle richieste dei clienti, rendendo l’esperienza più conveniente anche grazie all’impiego di veicoli autonomi.

L’eccitazione che circonda l’auto senza conducente rivoluzionerà i progetti e la forma dei veicoli terrestri. I produttori hanno già iniziato a immaginare i vantaggi che verranno a seguito della perdita di un conducente e dei controlli convenzionali nella cabina di guida. Basti pensare alla Volkswagen che ha disposto di un mini-giardino una delle sue ultime auto.

Quindi, come potrebbero prender forma i mercati mobili? Immaginate il potenziale di questo sistema di vendita, abbinato alle automobili senza driver, applicato ad un negozio di un marchio di lusso. Ci sarà spazio per il design degli interni, la disposizione attraente dei prodotti e magari anche di un assistente in-store, fornendo un’esperienza tecnologicamente innovativa al consumatore al dettaglio.

Accanto all’avvento dell’automobile autonoma, l’economia mobile al dettaglio potrebbe avere ottime possibilità. Sarà necessario che ci siano dei pionieri per vedere questi progetti prender vita, e creare una coalizione tra consumatori e imprenditori. Tuttavia, la crescente dipendenza dei consumatori di servizi GPS e app-based in ogni tipo di industria, non sarà difficile pensare ad un’economia in cui i negozi mobili divengano realtà.

Considerate ad esempio l’esempio di AirBnb. L’idea è semplice e in linea di principio non richiede altro che una rete di persone disposte a lasciare i loro appartamenti, ma si potrebbe sostenere che l’azienda che ora è valutata a oltre 30 miliardi di dollari deve il suo aumento di successo alla crescente penetrazione della cultura degli smartphone e di Internet.

Una volta che il mercato si sarà adattato a questo cambiamento, possiamo solo immaginare quali applicazioni innovative prenderanno piede. Il posizionamento potrebbe basarsi sulla domanda da parte dei consumatori che – a seguito della richiesta di un negozio specifico – potranno essere notificati nel momento in cui un punto venduta mobile si troverà nelle vicinanze. Analogamente, le persone potrebbero interagire online con i brand scegliendo posizioni e orari preferiti per la loro esperienza di acquisto.

Qualunque applicazione sia stata concepita, la prospettiva di negozi che siano convenienti e versatili avrà sicuramente terreno fertile tra gli imprenditori al dettaglio, in particolare quelli di vendita al dettaglio di prodotti di lusso che non lesineranno pur di dimostrare fisicamente il valore dei loro prodotti ai consumatori.

Per le nuove imprese, i costi di avvio saranno ridotti e molti dei rischi connessi alla creazione di un negozio saranno mitigati, ma allo stesso modo le imprese di vendita già consolidate non dovranno più pagare tassi di estorsione per poter essere presenti in alcune delle strade più rinomate di una città.

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Negozi su ruote e on-demand: i veicoli autonomi cambieranno tutto - Ultima modifica: 2017-07-10T17:08:45+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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