Facebook dichiara guerra al Clickbait

“… Quello che succede dopo…”; “non ci crederai”; “ha dell’incredibile”. Sono queste le frasi tipiche del Clickbait, in italiano li chiameremmo specchietti per le allodole: titoli che prefigurano notizie incredibile per rubare un clic, una volta cliccato si scopre che la notizia è inconsistente, tutto il clamore svanisce e rimangono le decine di pop-up, banner […]

“… Quello che succede dopo…”; “non ci crederai”; “ha dell’incredibile”. Sono queste le frasi tipiche del Clickbait, in italiano li chiameremmo specchietti per le allodole: titoli che prefigurano notizie incredibile per rubare un clic, una volta cliccato si scopre che la notizia è inconsistente, tutto il clamore svanisce e rimangono le decine di pop-up, banner in serie. Facebook è diventato, suo malgrado, il luogo ideale per la diffusione di questo tipo di pagine, perché chiamarli contenuti è eccessivo.
Ma la grande F ha in programma di arginare il fenomeno del clickbait per garantire ai propri 1.71 miliardi di utenti, la fruizione di contenuti attendibili ed attinenti a quanto condiviso. Molto spesso, a seguito di questo espediente, accade che si perda una bella fetta di utenti che, evitando di cliccare sulle pubblicità mesa a disposizione, ne svalorizzano gli investimenti.
Ma come si definisce il clickbait? Per chi ancora non lo sapesse, la definizione (letteralmente “esca da click”) è un dispregiativo che indica un contenuto web il cui unico scopo è quello di attirare il maggior numero di click per aumentare le visite a un sito e generare rendite pubblicitarie. Titoli accattivanti e sensazionalisti, ecco come gli esperti del clickbait fanno leva sull’emotività di chi vi accede. Ma spesso i titoli sono delle vere e proprie trappole, perché non hanno alcuna relazione con i contenuti proposti. Si tratta di pseudo-informazione molto spesso, ma anche di strumentalizzazione della realtà.
Ma se è vero che l’onestà paga, allora è lodevole l’impegno di Facebook, che basa la sua fortuna proprio sulla pubblicità e sulla loro attendibilità. La società di Mark Zuckerberg ha comunicato che a seguito di una modifica dell’algoritmo relativo ai feed, da quel giorno, alcune titolature verranno catalogate come “Clickbait” in quanto nascondono e distorcono informazioni.
Il vantaggio? Appariranno sempre meno link ingannevoli nei feed di tutti noi.
“Vogliamo che gli inserzionisti postino contenuti che siano di interesse per gli utenti, e vogliamo che i titoli dei link siano chiari e definiti” ha dichiarato Adam Mosseri vicepresidente della sezione product management dei feed delle news di Facebook.
Facebook sta lavorando per conservare l’integrità dei feed delle news per favorire la soddisfazione degli utenti e aumentare i loro tempi di permanenza sul sito. Ma non è il primo tentativo da parte ella compagnia per imbrigliare il clickbait.
Nel 2014 attraverso il sistema di controllo dei like e di rimozione immediata degli stessi, Facebook ha potuto esaminare una serie di contenuti ripetutamente ingannevoli, rimuovendoli dai feed. Altri fattori per la valutazione della qualità dei contenuti sono inoltre il tempo di permanenza dell’utente sul link appena cliccato, in caso di truffa, il link viene chiuso in fretta e la pagina o l’inserzionista vengono nascosti dalla sezione notizie.
Quali sono i contenuti che verranno rimossi per primi?
A tutti noi è capitato di visualizzare contenuti che invitano senza mezzi termini al click come, ad esempio, la storia del cagnolino straziante introdotta da frasi come “Non crederai ai tuoi occhi”, oppure l’infallibile metodo per perdere cinque o sei taglie con un semplice click che diceva “Guardate cosa è successo, è sconvolgente!”. Spesso e volentieri i link collegati a queste notizie sensazionaliste hanno ben poco di sensazionale, e non hanno attinenza con l’esca che ha avuto la meglio sulla nostra capacità di non cedere al curiosità.
Il sistema di filtraggio applicato è abbastanza simile a quello che avviene con lo spam, attraverso dei codici, alcune mail vengono immediatamente riconosciute come ingannevoli e messe da parte, così accade con le inserzioni.
Aggiustando il tiro del targeting, gli inserzionisti avranno la possibilità di raggiungere un pubblico più ampio e di indirizzare il traffico verso i propri siti. Il guadagno per Facebook consisterà nel poter dettare i termini e le condizioni d’uso dello spazio proposto; a fronte di una visualizzazione efficiente della propria inserzione questa vedrà accrescere il proprio valore e relativa tariffa.

Julie Hansen
, presidente capo dell’ufficio operativo dell’inserzionista pubblicitario Business Insider ha commentato “Prenderemo in considerazione l’ultimo cambiamento algoritmico di Facebook perché non vogliamo che i nostri post vengano considerati come clickbait, faremo in modo di adattare le titolature se necessario”.

Verranno penalizzati coloro che useranno titoli fuorvianti per attirare click, ma il sistema prevede la possibilità di recupero di posizioni nel momento in cui verranno aggiustate le strategie di comunicazione.
Alcuni inserzionisti basano per intero la comunicazione attraverso le ads di Facebook in particolare da quando Google e Snapchat hanno offerto nuove vie per distribuire annunci. “Facebook è a capo di tutto, domina da una posizione indiscussa” ha commentato Zachary Kaplan, vice presidente di General Atlantic, società di investimenti che si era affidata a BuzzFeed e Vox Media “Sarà un esito naturale la nostra migrazione verso piattaforme in cui la competitività è maggiore tra i distributori digitali. E ciò rappresenterà una leva sempre più importante per gli editori”.
Facebook vuole attuare una politica della trasparenza nell’ambito dei feed e le prassi relative a questo sistema, gli inserzionisti di maggior rilievo sono stati convocati per discutere in riferimento ai cambiamenti dell’algoritmo. In questo modo si è cercato di placare le critiche e l’ansia collegata a possibili penalizzazioni. Di certo, il vantaggio più grande é quello di noi utenti, che in futuro saremo più liberi di cliccare su un link senza incorrere in spam, argomenti del tutto scollegati dai nostri interessi e perdite di tempo.
Facebook dichiara guerra al clickbait


Facebook dichiara guerra al Clickbait - Ultima modifica: 2016-08-09T09:05:11+00:00 da Francesco Marino
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