Le Disaster Maps di Facebook per combattere le epidemie

Facebook sta lavorando alla realizzazione delle Disaster Maps: si tratta di strumenti che aiuteranno i ricercatori a determinare come rispondere agli scoppi di epidemie e dove dovrebbero essere consegnate le scorte per farvi fronte.

Facebook ha appena annunciato una nuova iniziativa incentrata sull’utilizzo dei suoi dati e tecnologie per aiutare le organizzazioni no profit e le università che lavorano nella sanità pubblica a mappare meglio la diffusione delle malattie infettive in tutto il mondo. L’azienda sta infatti introducendo le Disaster Maps. Si tratta di tre nuove tipologie di mappe per combattere le epidemie: mappe della densità di popolazione con stime demografiche, mappe di movimento e mappe di copertura della rete. Questi strumenti, afferma Facebook, aiuteranno i partner sanitari a capire dove vivono le persone, come si muovono e se hanno connessioni fra loro, tutti fattori che possono aiutare a determinare come rispondere agli scoppi di epidemie e dove dovrebbero essere consegnate le scorte per farvi fronte.

Facebook disater Maps

I dati di Facebook per costruire le Disaster Maps

Come spiegato da Facebook, in effetti, le organizzazioni sanitarie si affidano a informazioni come queste per pianificare le campagne di salute pubblica, ma gran parte dei dati su cui si basano è obsoleta. Inoltre, le informazioni provenienti dalle comunità più remote possono essere scarse.

Combinando le Disaster Maps con altri dati sulla salute pubblica, Facebook ritiene che le organizzazioni saranno meglio equipaggiate per affrontare le epidemie.

Disaster Maps: come funzionano

  • Le nuove mappe ad alta risoluzione della densità di popolazione stimano il numero di persone che vivono all’interno di tessere di una griglia di 30 metri e forniscono approfondimenti su dati demografici, compreso il numero di bambini sotto i cinque anni, il numero di donne in età riproduttiva, nonché giovani e anziani. Queste mappe non sono costruite usando i dati di Facebook, ma sono invece costruite usando le funzionalità dell’AI di Facebook con immagini satellitari e informazioni di censimento.
  • Le mappe di movimento, invece, tracciano i dati aggregati sui movimenti degli utenti di Facebook tramite i loro telefoni cellulari (quando i servizi di localizzazione sono abilitati). Su larga scala, i partner sanitari possono combinare queste informazioni con altri dati per prevedere dove potrebbero verificarsi altri focolai infettivi.
  • Le mappe di copertura della rete, invece, aiutano a mostrare dove le persone possono essere raggiunte con i messaggi online, come quelli che avvisano dei giorni di vaccinazione o di altre comunicazioni relative alla salute.

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La disinformazione no vax dilaga sui social

Con il passare del tempo, questa diffusione della disinformazione su Facebook (e non solo!) ha provocato epidemie di morbillo, una malattia che era stata eradicata in quanto grave minaccia per la salute pubblica. Nonostante le false credenze sul legame tra vaccino per il morbillo e autismo da parte di alcuni sedicenti scienziati siano state puntualmente smentite, gli utenti di Facebook, che ora hanno internet che li rende esperti su qualsiasi cosa possano digitare in una casella di ricerca, hanno continuato a diffondere disinformazione su larga scala.

Oggi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che la titubanza sui vaccini è diventata una delle maggiori minacce per la salute pubblica globale, citando l’aumento del 30% dei casi di morbillo in tutto il mondo.

Facebook ha recentemente annunciato un piano per frenare la diffusione della disinformazione sui vaccini sulle sue piattaforme, a seguito di indagini governative, ma questo non risolverà la crisi sanitaria che ha contribuito a creare. In realtà, Facebook non è l’unica piattaforma corrotta dalla disinformazione no vax: Pinterest, Twitter, YouTube e Instagram, di proprietà di Facebook, hanno anche preso delle misure per affrontare il problema, ma Facebook è il più grande social network e una piattaforma molto influente.

Certamente, le malattie prevenibili con vaccino sono solo una delle molte crisi (e potenziali crisi) riguardanti la salute pubblica, insieme a minacce come l’Ebola, la resistenza antimicrobica, l’influenza, la dengue, l’HIV e molti altre. L’accesso a più dati potrebbe aiutare le organizzazioni sanitarie in molte aree.

Le altre iniziative umanitarie di Facebook

Non è la prima volta che Facebook sfrutta i suoi archivi di dati e altre tecnologie per aiutare le organizzazioni no profit e la ricerca. L’azienda ha inoltre fornito alle organizzazioni umanitarie dati di localizzazione anonimi per gli utenti in aree colpite da disastri, indicando le persone che si erano catalogate come al sicuro e dove stavano fuggendo in caso di crisi. In un altro sforzo legato agli aspetti umanitari, Facebook ha lavorato con l’intelligenza artificiale per creare mappe della densità di popolazione, tra cui la più recente che mostra la popolazione dell’Africa.

“Le epidemie rappresentano una crescente minaccia per vite e mezzi di sostentamento – ha dichiarato Vanessa Candeias, responsabile di Shaping the Future of Health and Healthcare al World Economic Forum, in un annuncio su Facebook sulle Disaster Maps – l’attenuazione del loro rischio e impatto richiede ogni strumento disponibile ‘nella cassetta degli attrezzi’.”

 


Le Disaster Maps di Facebook per combattere le epidemie - Ultima modifica: 2019-05-23T08:30:55+00:00 da Giulia Mandrioli

Giornalista, Blogger, appassionata di digitale e tecnologia. Laureata in lettere moderne

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