Startup in Italia: siamo ultimi in Europa – i dati Sep Monitor

Sono solo 72 le startup italiane che sono riuscite a raccogliere oltre 1 milione di euro in finanziamenti negli ultimi 5 anni. Siamo ultimi in Europa.

Sono solo 72 le startup italiane che sono riuscite a raccogliere oltre 1 milione di euro in finanziamenti negli ultimi 5 anni. Siamo ultimi in Europa, superati dalla Spagna, con 102, dalla Francia con 205, dalla Germania con 208 per non parlare del Regno Unito: 399.

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Startup Europe Partnership (SEP) ha presentato i risultati della prima ricerca cross-country su Scaleup ed Exit europee del settore ICT degli ultimi 5 anni.
Il report identifica e analizza 990 “Scaleup”- di cui circa 40 “Scaler” – tra Regno Unito, Germania, Francia, Spagna e Italia, capaci negli ultimi 5 anni di raccogliere finanziamenti per un totale di $23 miliardi di dollari (compresi capitali raccolti attraverso IPO).

Scaleup, secondo la ricerca è una startup che  è stata in grado di raccogliere al meno 1 milione di euro in finanziamenti, Scaler è la startup che ne ha raccolti almeno 100 di milioni.

Negli ultimi 5 anni, se vi state facendo la domanda, no ci sono state Scaler in Italia, ma 72 Scaleup che tutte insieme hanno raccolto 400 milioni di euro. Senza andare molto lonatno, in Spagna, so contano 106 Scaleup e 3 Scalers, per un valore di 1,8 miliardi di euro.

“Più che analizzare gli Unicorni, ovvero quelle aziende private con oltre 1 miliardo di dollari di valutazione, ci siamo concentrati su Scaleup e Scaler, ossia quel tipo di startup in grado di raccogliere, rispettivamente, oltre 1 milione e 100 milioni di dollari” ha commentato Alberto Onetti, coordinatore di SEP. “Abbiamo privilegiato la quantità dei capitali a disposizione (e quindi le possibilità di investimento) sulla valutazione che ha valore più simbolico in queste fasi del ciclo di vita. E i risultati che abbiamo trovato – circa 1000 Scaleup e 400 exit – ci dicono che c’è un solido punto di partenza su cui lavorare far scalare l’ecosistema startup europeo”.
Il Regno Unito risulta essere la nazione più prolifica sia per numero di Scaleup che per capitali raccolti. Seguono Germania e Francia mentre Spagna e Italia si attestano ancora indietro. “Dalla ricerca emerge come l’Italia sia un po’ il fanalino di coda se si guarda alle scaleup – commenta Onetti – È un problema di maturità dell’ecosistema dell’innovazione. Siamo partiti in ritardo rispetto agli altri paesi, abbiamo in parte colmato il divario in termini di capacità di avviare imprese innovative (lo start-up appunto); per creare aziende che riescano a crescere (lo scale-up) ci vuole tempo. Ma resto positivo”.
Soluzioni software ed e-commerce sono i settori che attraggono maggiormente le Scaleup.
I finanziamenti provengono in maggior parte da Venture Capital più che da IPO: il 7% delle Scaleup ha raccolto il 56% dei fondi di Venture Capital, il 40% dei quali sono opera di 32 Scaler. Di queste ultime, le Top Tre sono Markit (Regno Unito, $1.5 miliardi), Delivery Hero (Germania, $1.3 miliardi) e Zalando (Germania, $0.9 miliardi). Il mercato azionario si dimostra un canale significativo nel finanziamento delle startup soltanto nel Regno Unito con $4 miliardi di dollari raccolti attraverso il canale IPO.
Solo un terzo delle startup è stato acquisito da aziende nazionali, il 14% è andato a società di altri paesi membri dell’Unione Europea ma in linea generale circa 1 startup su 2 resta in Europa dopo l’acquisizione.
“Facilitare l’accesso delle startup ai mercati azionari potrebbe innescare il processo di scale-up dell’ecosistema europeo. Il progetto European Capital Markets Union potrebbe svolgere un ruolo fondamentale in questo senso” è questo il commento di Startup Europe che rilancia l’invito per l’incontro “Startup Europe Comes to Silicon Valley” (SEC2SV) in programma per il prossimo settembre.
Il report completo è QUI

Startup Scaleup Scalers

Capitale Startup Scaleup Scalers


Startup in Italia: siamo ultimi in Europa – i dati Sep Monitor - Ultima modifica: 2015-07-11T08:58:45+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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