Digitalic n. 42 “Chi semina raccoglie”

Digitalic n. 42 “Chi semina raccoglie” ovvero la forma naturale della tecnologia.

La forma naturale della tecnologia

Bisogna guardare alla natura, per migliorare.
Può sembrare strano per chi si occupa di digitale, tecnologia, dati; ma nessuno può insegnarci meglio.
Essere green non significa semplicemente consumare meno energia elettrica, è un modo un po’ semplicistico per guardare all’ecosostenibilità.
La prima lezione da imparare dalla natura è l’evoluzione. “Non è la specie più forte a sopravvivere e nemmeno quella più intelligente, ma la specie che risponde meglio al cambiamento”. È la capacità di adattamento che fa la differenza, in natura come nel business, e il modo migliore per adattarsi al cambiamento è crearlo.
Questa legge descrive perfettamente le sfide di chi opera nel mondo high-tech, se volete essere green prima di tutto occorre sopravvivere, per farlo bisogna adattarsi ad un ambiente che si modifica continuamente e il digitale è uno strumento formidabile per farlo. Per esempio, grazie al cloud, si può rivoluzionare la struttura informatica di un’azienda senza spostare nemmeno una scatola.
Un’altra legge naturale è la meritocrazia: se corri più veloce ti salvi dal predatore, se sei più intelligente arrivi a raccogliere i frutti a cui gli altri non arrivano. Nella saggezza popolare si dice: “Chi semina raccoglie” sembra banale, ma non lo è, in un Paese di cui la meritocrazia è un pallido miraggio.
Non fatevi illusioni, là fuori è pieno di gente mediocre.
Nei posti che contano, non solo in parlamento, è pieno di gente superficiale, che preferisce un favore sottobanco ad un lavoro ben fatto; che vede nell’eccellenza un problema perché, per contrasto, mostra la loro mediocrità. Voi non fatelo, perché alla lunga è la legge naturale che vince, quello che hai fatto darà i suoi frutti.
Noi lo abbiamo voluto rappresentare in copertina con una pala che rappresenta il lavoro (quello duro) su cui la terra si trasforma in metallo prezioso.
Infine, se volete creare nuovi prodotti, pensate alla Biomimetica, o Biomimicry. È una delle tendenze più efficaci nello sviluppo di nuovi hardware ma anche di nuovi software: imitare consapevolmente il genio della natura. Così si scopre che il modo migliore per creare il mantello dell’invisibilità è riprodurre la microstruttura delle ali di farfalla e che i software di sicurezza dovrebbero funzionare come il sistema immunitario, essere in grado di attaccare selettivamente le minacce, adattarsi ai nuovi virus, moltiplicare le difese se l’attacco si prolunga. Ma quello che più di ogni altra cosa si può imitare dalla natura è fare sistema. In natura non c’è nulla di separato, tutto comunica e influenza chi opera. La conchiglia del Nautilus ha una forma perfetta per le funzioni che deve svolgere e molti l’hanno imitata nel design, ma nella sua perfezione funziona solo perché si integra in un sistema più grande che è il mare e ha “appreso” dal mare la sua forma. Insomma la natura, da millenni, condivide quello che sa e ogni cosa raggiunge la perfezione perché collegata ad ogni altra cosa. Forse è questo l’insegnamento più grande.


Digitalic n. 42 “Chi semina raccoglie” - Ultima modifica: 2015-07-24T19:07:26+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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