Paola Marzario e l’ecommerce all’italiana

La storia di Paola Marzario, dall’università ell’e-commerce. Un recente sondaggio l’ha inserita tra le 15 donne più influenti nel mondo digitale italiano.

Paola Marzario è fondatrice e Amministratore Delegato di Brandon, distributore online che accompagna e supporta le aziende italiane nel mercato e-commerce. Seleziona i brand italiani noti o in forte crescita e gestisce per loro le campagne di vendita sui siti di e-commerce nel mondo. L’azienda è composta da un team di diciassette persone con un’età media di ventisei anni di cui il 70% donne e nel 2016 ha raggiunto un fatturato di oltre cinque milioni di euro. Brandon è anche nella top ten delle start-up milionarie d’Italia, sulle oltre 4.700 iscritte al Registro delle imprese innovative del Ministero dello Sviluppo Economico. Trentasette anni, originaria di Lecco, mamma di due bambini, Paola Marzario ha saputo coniugare perfettamente l’innovazione con la tecnologia. Un successo tutto al femminile. “Sono lusingata – ci dice – e un po’ mi spaventa l’idea che ancora siamo in poche ad emergere…”.

Partiamo dagli inizi. a soli 20 anni fonda ItaliaCasting. Un’idea vincente per una studentessa della Bocconi…
Paola Marzario: In effetti l’idea è nata sui banchi dell’Università. Studiavo Giurisprudenza ma ero incuriosita dal settore dell’organizzazione di eventi. Così ho deciso di fondare ItaliaCasting, una società in grado di unire domanda e offerta per l’organizzazione di eventi e casting. Nel 2008 ho ceduto la società, pur continuando a lavorarci all’interno per altri due anni. Questa è stata sicuramente un’esperienza molto utile anche per lo sviluppo della mia successiva avventura.

Infatti nel 2012 ha avuto l’intuizione di fondare Brandon Ferrari. C’era un’esigenza di mercato da colmare?
Assolutamente sì. Grazie all’esperienza acquisita nell’e-commerce e nell’organizzazione di piani media, ho intrapreso una nuova avventura imprenditoriale. All’inizio ho incontrato molte difficoltà: nel nostro Paese l’e-commerce è ancora un settore poco esplorato. Ma ho cercato di superare lo scetticismo iniziale siglando con le aziende un rapporto in esclusiva, così da svolgere online tutte le funzioni di un tradizionale distributore offline.

Perché il nome Brandon Ferrari?
È un’allusione all’e-commerce e al Made in Italy. Volevamo dare l’immagine di uno stilista italo-americano che andasse in giro a fare scouting di aziende ad alto potenziale. Abbiamo scelto, dunque, un nome prettamente americano, Brandon, associandolo a una parola rappresentativa del nostro Paese. Ferrari, infatti, è sinonimo di eccellenze italiane e non solo, richiama la casa automobilistica e lo spumante… Inoltre, se prendiamo singolarmente le parole, il risultato è “Brand on Ferrari”, ovvero il marchio che corre velocemente verso i fatturati. Dal 2016, però, è stato ribattezzato come Brandon Group.

Quali sono i settori di punta della startup?
Brandon Group, che vanta oltre ottanta brand in esclusiva, valuta i marchi italiani più conosciuti e ad alto potenziale. I settori di punta sono il fashion (uomo, donna e bambino) e l’home and living. Ultimamente ci stiamo aprendo allo sportswear e al food.

Quali requisiti deve avere un’azienda per poter entrare nel mercato e-commerce?
Prima di tutto un team efficiente e con svariate competenze da destinare al mercato online. Portare un’azienda nel mondo dell’e-commerce non è così semplice. Non tutte, infatti, possiedono i requisiti necessari. Bisogna crederci. Poi è necessario coordinare i vari processi, la produzione, il marketing, la comunicazione e, soprattutto, la logistica. Quest’ultima è fondamentale. L’e-commerce richiede tempi brevissimi.

Una sede a Milano e una a Napoli. Nord e Sud?
A Napoli esiste un polo fashion molto importante. È una città strategica per la sua vicinanza con due importanti aree industriali e commerciali, il distretto tessile di San Giuseppe Vesuviano e il Cis di Nola. Il Sud ha una grave mancanza per quanto riguarda la cultura digitale e l’apertura della sede napoletana rientra nella strategia di espansione commerciale per la digitalizzazione delle aziende.

Per creare una startup non basta un’idea vincente, sono necessari anche i finanziamenti. quanto sono stati importanti i venture capital?
Ritengo siano fondamentali per la parte iniziale, ovvero per il lancio e lo sviluppo della piattaforma tecnologica oltre che per la fase di network. Avere dei contatti e un supporto aiuta l’accesso alle banche, ai fornitori e rafforza la credibilità del business. Le competenze di Gianluca Dettori di dPixel e Fabio Cannavale di Volagratis sono stati importanti per la nascita e lo sviluppo di Brandon.

L’e-commerce è ormai un fenomeno in forte crescita in tutto il mondo, anche se in italia sono ancora poche le imprese. Come mai?
C’è una scarsa educazione culturale per quanto riguarda l’online. Questa mentalità, unita a un certo timore, ci rende meno inclini al commercio elettronico. In Paesi come la Germania e l’Inghilterra l’e-commerce, invece, ha preso piede.

Tre consigli per trasformare un’idea in un’impresa:
Il team giusto. Sembra banale ma è più importante dell’idea. Non arrendersi. Non darsi mai per vinti perché le difficoltà non mancheranno. Infine, studiare. Analizzare il mercato, conoscerlo, essere consapevoli di quali potrebbero essere i punti critici, quelli di miglioramento e di forza. La consapevolezza, dunque, del proprio bacino di riferimento.

I progetti futuri di Paola Marzario?
Far crescere ancora l’azienda. Ma in futuro mi piacerebbe aiutare i giovani a realizzare grandi idee.

Paola Marzario


Paola Marzario e l’ecommerce all’italiana - Ultima modifica: 2017-04-14T08:00:42+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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