Bre Pettis (Ceo Makerbot): italiani liberate la creatività con la stampa 3D

Bre Pettis (Ceo di Markerbot) sprona gli italiani: “Adoro il vostro design e sono certo che farete cose straordinarie, la stampa 3D”

 

Il fondatore di Makerbot sprona gli italiani: “Adoro il vostro design e sono certo che farete cose straordinarie, la stampa 3D può rendervi indipendenti. Non c’è più bisogno di cercare un’azienda che prenda le vostre idee e le produca, potete farlo in proprio e, con la vostra creatività, diffonderlo in tutto il mondo”. Un incontro illuminate con una delle persone che il mondo lo sta cambiando, partendo da un sogno, il suo.

“Sono un grande fan del design italiano e non vedo l’ora di ammirare quello che saprete fare quando avrete tra le mani una stampante 3D. Liberate la vostra creatività, portatela nel mondo”. Bre Pettis, fondatore e Ceo di Makerbot, l’azienda che ha rivoluzionato la stampa 3D, è un entusiasta, adora l’Italia e la creatività che il nostro Paese sa esprimere nel design e nell’artigianato. In questa intervista esclusiva per Digitalic, Pettis racconta la sua visione del futuro del design e della stampa 3D.

Che cos’è il design per lei?
È qualcosa che è strettamente legato alla passione, è un’ossessione, è creatività. Nella mia esperienza ho visto che quando le persone uniscono la stampa 3D, Makerbot, a quello che amano di più, succedono cosa affascinanti.

E quali sono le cose più affascinanti che st anno succedendo nel mondo della stampa 3D?
È proprio la combinazione di passione e tecnologia. Ci sono persone che stanno realizzando cose straordinarie nel mondo della sanità, per esempio nel campo delle protesi come dimostra il progetto robot-hand. Ma ci sono molti altri sviluppi ,come le protesi per le gambe o per le mani dei bambini. Oggi sono arrivati alla stampa 3D anche gli artisti. C’è stato un tempo in cui dipingere era qualcosa di nuovo e di eccitante e gli artisti esploravano quel tipo di “tecnologia”. Ecco, ci troviamo nella stessa situazione oggi con Makerbot. Gli artisti hanno scoperto questa tecnica e la stanno sperimentando, esplorando nuovi confini per l’arte. Inoltre il materiale che si utilizza e la stampante 3D sono economici e ciò permette di provare, di prendere rischi, di tentare: questa è l’innovazione. Perché essa nasce molto vicino all’assurdo, accanto al meraviglioso.

 

Dal punto di vista economico, di business, quale può essere l’impatto della tecnologia 3D?
Uno dei modi più straordinari con cui una stampante 3D come Makerbot ha un impatto sull’economia è che accorcia il ciclo dell’innovazione. Normalmente, dopo aver avuto un’idea ci vogliono mesi per arrivare ad un prototipo e si possono fare diversi tentativi in un anno. Con una stampante 3D, invece, quello che normalmente si realizzava in 12 mesi di lavoro si può fare in un solo giorno. Quindi si comprime il ciclo dell’innovazione e lo si rende accessibile a tutti. La stampa 3D esiste da 25 anni, quello che abbiamo fatto come Makerbot è di renderla facile da usare e “user friendly”.
Avete reso la stampa 3D anche bella. Makerbot Replicator è un oggetto di design…

Ci deve essere qualcosa di italiano in me! Per me era importante creare una stampate precisa, affidabile, facile da usare e che fosse anche bella. Un oggetto da mettere sulla scrivania con orgoglio e che rendesse la postazione la più “cool” del palazzo, del quartiere.
Qual è il futuro di Makerbot a quest o punto. Una st ampante 3D in ogni casa?
Io vedo all’orizzonte milioni di Makerboot, anche di più. Quando abbiamo iniziato nessuno sapeva cosa fosse una stampante 3D; oggi è diverso e stiamo rapidamente avvicinandoci al momento in cui il 50% della gente saprà di cosa si tratta e come funziona. Se non sai nulla della stampa 3D, scoprila! Sarai magari il primo della tua zona, come io sono stato il primo nel mio quartiere ad avere un Apple II+ nel 1981. Nel settore manifatturiero è già molto diffusa. I vantaggi sono evidenti: si può ottimizzare il workflow, fare interventi e miglioramenti sui prodotti molto rapidamente. Ma anche insegnanti e genitori cominciano ad usare le stampanti 3D, così iniziano a giocarci e a sperimentare anche i bambini, che faranno qualcosa di straordinario quando cresceranno perché hanno trovato un modo per esprimere la loro creatività nei campi più svariati. Sarebbe fantastico poter inviare un Makerbot al me stesso di 10 anni.

In che modo questa tecnologia può essere utile all’Italia?
Gli artigiani e i designer sono una parte essenziale dell’identità italiana e la stampa 3D può essere fondamentale per non renderli dipendenti da altri. Molti giovani talenti italiani realizzano qualcosa e cercano un’azienda che produca le loro idee. Ma non sarà questo il futuro. Bisogna creare un’azienda sulle proprie idee e oggi non è mai stato così facile, anche perché si può andare su un sito di crowdfunding per trovare le risorse. Nei prossimi anni sarà sempre più diffuso un nuovo modello: creare il proprio prodotto e andare direttamente sul mercato.
La stampa 3D sta cambiando il mondo del design?
Proprio in Italia mi hanno raccontato la storia di un importante designer che ha realizzato un bellissimo interruttore per le lampade che è nelle case di quasi tutti gli italiani dagli anni ’60, ma nessuno conosce il suo nome. Tutto ciò sta cambiando anche grazie alla stampa 3D: inizia una nuova era in cui le persone sanno esattamente chi ha progettato ogni prodotto. Questo muta anche le regole del mercato, perché si desidera quel particolare oggetto fatto da quel particolare designer. C’è un altro elemento che sta modificando il settore ed è la condivisione. Noi abbiamo creato www.thingiverse. com, dove si possono trovare migliaia di progetti provenienti da tutto il mondo. In modo del tutto simile a quello che avviene per la musica e i libri digitali, oggi si possono scaricare cose e progetti. È un nuovo sviluppo su cui stiamo lavorando.


Bre Pettis (Ceo Makerbot): italiani liberate la creatività con la stampa 3D - Ultima modifica: 2014-05-13T19:40:07+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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