Come essere più popolari su Twitter grazie all’intelligenza artificiale

Post Intelligence, lo strumento che fa da assistente per i social media usa l’intelligenza artificiale per essere più popolari su Twitter

Twitter è una piattaforma di microblogging che ha già 11 anni, ma è anche un social network, uno strumento di trasmissione, una piattaforma di relazioni pubbliche e un aggregatore di notizie, tutti vogliono essere più popolari su Twitter. L’intelligenza artificiale vuole mettersi al suo servizio per rendere più popolari su Twitter gli utenti e lo fa attraverso Post Intelligence, uno strumento che fa da assistente per i social media, lanciato proprio questa settimana da una coppia di ex dirigenti di Google.

“Lo abbiamo soprannominato il primo assistente multimediale basato sull’AI al mondo”, dice Bindu Reddy, co-fondatore e CEO di Post Intelligence “Si concentra sui problemi nei social media, cosa che a volte risulta difficile fare per gli esseri umani e aiuta a consolidare la propria presenza sui social media, ottenendo seguaci, scrivendo di argomenti coinvolgenti, e consentendo di fare commenti penetranti.”

Come Essere più popolari su Twitter con l’intelligenza artificiale

Per riuscire in questo scopo, un utente dovrà loggarsi su Post Intelligence da uno dei suoi account di social media, e in un paio di minuti i suoi dati di verranno analizzati e in seguito verrà suggerito cosa condividere su Twitter, Facebook o altri social network.
Post Intelligence (PI) è nata da MyLikes, uno strumento che ha fornito contenuti sponsorizzati e pubblicità alle celebrità su Twitter e altri social media. Per capire cosa dovessero condividere le celebrità, che cosa riscontrasse l’interesse sia da parte dei brand che dei follower, MyLife ha utilizzato l’AI e l’apprendimento approfondito. PI è progettato per applicare questi strumenti in modo più generale, invece che curare la presenza online di un marchio.

L’assistente virtuale apprende da profilo Twitter

“Creiamo un modello di apprendimento per ogni utente che si unisca, che collabori con l’utente a noi. Ci vogliono un paio di minuti dall’iscrizione per apprendere le regole da seguire per ogni profilo e fornire indicazioni su una serie di parametri come la personalità, gli interessi e le tendenze.”
Per dimostrare tutto questo, Reddy ha proposto una selezione di suggerimenti ottenuti da PI. All’interno dei risultati si trova un’ampia gamma di argomenti, conversazioni di tendenza incluse.

post intelligence

Le prove dei giornalisti

Ci sono già state delle prove di utilizzo da parte degli addetti alla stampa che hanno deciso di seguire alla lettera le indicazioni di Post Intelligence per un paio di giorni e vederne il funzionamento, ma anche i cambiamenti che sarebbero avvenuti nei loro account.
Nel pannello di controllo di Post Intelligence gli utenti possono scrivere le bozze dei propri tweet, aggiungere dei media, impostare un orario per la condivisione e poi visualizzare uno schema di previsione che indicherà il tipo di valutazione (da uno a dieci) che quel post – condiviso in un orario specifico – sarà in grado di ottenere.

Per essere più popolari su Twitter meglio twittare meno

A molti è stato suggerito di twittare meno. C’è chi è dovuto passare da una quarantina di tweet al giorno a soli cinque, causando anche un certo disorientamento negli utenti più “addicted” al social. Andando a sondare meglio i suggerimenti sono emersi alcuni gap dei processi di PI, in particolare in riferimento agli utenti che non si visualizzano o quelli che hanno bloccato qualcuno oppure che a loro volta sono stati bloccati.

Coinvolgere gli utneti anche se si ha poco tempo

Ma quindi che cosa fa in concreto Post Intelligence? Si tratta di uno strumento per chi è nuovo su Twitter, ma anche per chi ha poco tempo da trascorrere tra i tweet, eppure ha bisogno di condividere contenuti in grado di coinvolgere gli utenti. La valutazione dei tweet avviene secondo un criterio cromatico dove i tweet contrassegnati dal verde sono quelli positivi, quindi idonei al via libera, mentre quelli in rosso sono negativi e quelli blu sono neutri, con una stima avvenuta sulla base del grado di coinvolgimento, dai retweet e dalle risposte.

Rendimento dei tweet sotto controllo

Senza notifiche, Post Intelligence offre un feedback su alcuni parametri diversi: in primo luogo, ci sono i like e i retweet degli stessi tweet inviati via PI, ma sotto ad ogni tweet viene offerta una sezione di analisi, un monitoraggio della crescita dei follower, una nuvola di parole chiave, un grafico relazionale, alcuni schemi di diffusione e il sentiment e grazie a quest’ultimo è possibile visualizzare un grafico del rendimento di ogni tweet.

Twitter come strumento di lavoro

Manca l’interazione con i follower in questo processo automatizzato, che può portare a non rispondere tempestivamente agli altri utenti. Il valore che sta dietro ad Post intelligence è in quella fascia di utenti che usa Twitter come strumento di lavoro e non come social media. La possibilità di pianificare i tweet di un’intera giornata in meno di cinque minuti fornisce contenuti attuali a chi ha bisogno di concentrare la sua attenzione altrove, rimanendo sicuro del fatto che la presenza online rimanga intatta.

Uno strumento per tuti

“Twitter è molto coinvolgente, ed è molto importante per le società” commenta Reddy, “ma è veramente importante per la cultura dell’umanità. Sono sempre più le persone che vogliono utilizzare questo mezzo al meglio, ma non riescono perché non dispongono degli strumenti per farlo”.

Post Intelligence non è adatto agli utenti storici di Twitter, mira piuttosto ai newbie della piattaforma, a chi vuole entrare nell’universo Twitter, ma senza doverci trascorrere ore e ore ogni giorno.

Come essere più popolari su Twitter grazie all'intelligenza artificiale


Come essere più popolari su Twitter grazie all’intelligenza artificiale - Ultima modifica: 2017-03-29T07:52:34+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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