Elon Musk ha comprato Twitter, licenziato il 50% dei dipendenti, messo un abbonamento di 8 dollari sulla spunta blu, ma non è impazzito, segue una strategia, anche se sembra bizzarro
Elon Musk ha comprato Twitter e per molti, una volta entrato in possesso del social è impazzito.
Ha offerto 44 miliardi di dollari per comprare Twitter, poi ha detto di non volerlo più acquisire perché la precedente proprietà non aveva fornito dati approfonditi sul tema dei bot (i profili falsi automatizzati). Un tribunale ha fatto presente ad Elon Musk che non poteva più tirarsi indietro e allora ha proseguito nella sua acquisizione, un po’ controvoglia.
Il primo giorno da nuovo proprietario si è presentato con un lavandino in mano nella sede di Twitter.
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Perché Elon Musk è entrato nella sede di Twitter con un lavandino?
La scena ha fatto il giro del mondo, un’entrata certamente teatrale, ma perché lo ha fatto? Si potrà dire perché Elon Musk è eccentrico, può darsi, ma negli affari lo è molto meno di quello che sembra. Secondo molti i significati erano due, il primo che è entrato per restare, un po’ come se si fosse portato lo spazzolino da denti, un altro senso, avvalorato dal Tweet che accompagna il video, è che Elon Musk vuole “affondare” l’attuale Twitter, giocando sulle parole.
Elon Musk Licenzia il 50% dei dipendenti
Appena entrato in carica aveva detto che avrebbe licenziato il 75% dei dipendenti, poi è tornato sui suoi passi, dicendo che non lo avrebbe fatto. In effetti era vero, non ha licenziato il 75% dei lavoratori, ma il 50% scatenando le ire di tutti, anche dei tribunali americani che si sono visti recapitare una class action dei dipendenti licenziati senza preavviso, con un’e-mail recante anche tutte le condizioni: riceveranno lo stipendio fino a febbraio 2023, ma hanno dovuto lasciare subito la società senza avere più accesso ai sistemi aziendali.
20 dollari per la spunta blu, anzi 8
Altro annuncio che ha fatto discutere è il pagamento per avere la famosa spunta blu, il profilo verificato. Fino ad oggi la spunta blu è stata una concessione data d’imperio da Twitter ai personaggi famosi, o ritenuti tali, alle aziende in vista, a quei profili che, seppur con pochi follower, potrebbero influenzare notevolmente le conversazioni online: si pensi ai sindaci, ai presidenti di Regione, ai giornalisti.
Appena entrato in carica Elon Musk ha annunciato che avrebbe fatto pagare 20 dollari al mese per avere la spunta Blu, lo scrittore Stephen King aveva replicato che è Twitter che dovrebbe pagare lui per rimanere sul social.
Elon Musk ha poi annunciato ufficialmente che si pagherà 8 dollari al mese per avere il profilo verificato.
Elon Musk è impazzito allora?
Anche se questi comportamenti possono sembrare bizzarri Elon Musk non è impazzito, anzi.
Probabilmente quando, dopo aver formalizzato l’offerta di 44 miliardi di Dollari, ha cercato di tirarsi indietro non l’ha fatto per i Bot, per la percentuale di profili fasulli, ma per una più attenta valutazione dei risultati economici della piattaforma e dei metodi possibili per risollevarne le sorti.
L’annuncio dei licenziamenti del 75% delle persone, per poi mandarne via il 50%, i 20 dollari al mese per la spunta blu, che poi sono diventati 8 dollari sono esempi, anche se un po’ maldestri, della finestra di Overton.
Si tratta di uno schema di comunicazione che si usa per far accettare al pubblico qualcosa che non potrebbe mai esserlo. Ci sono diversi modi in cui la finestra di Overton si concretizza. La finestra di Overton è un approccio per identificare le idee che definiscono lo spettro di accettabilità di politiche governative. I politici possono agire soltanto all’interno dell’intervallo dell’accettabile. Normalmente l’argomento indicibile viene portato all’attenzione del pubblico da soggetti poco attendibili dai quali ci si può aspettare che dicano cose inaccettabili, poi però a questi soggetti rispondono personaggi più attendibili spostando l’argomento verso il centro della finestra dell’accettabilità.
Elon Musk ne ha usato una versione abbreviata, dato che ha fretta: dire che si licenzierà il 75% dei dipendenti rende quasi accettabile che poi se ne licenzino il 50%. Se avesse mandato via la metà dei dipendenti a freddo avrebbe susciatato molte più polemiche, non tanto tra i dipendenti stessi, ma nell’opinione pubblica. Lo stesso vale per gli 8 dollari al mese per la spunta blu.
I vip se ne vanno da Twitter e anche gli investitori
Elon Musk dovrà gestire il fuggi fuggi generale delle star a cominciare da Shonda Rhimes che ha detto ai suoi 1,9 milioni di follower che non rimarrà sulla piattaforma. La cantante Sara Bareilles ha twittato ai suoi 2,8 milioni di follower: “Welp. È stato divertente Twitter. Ma ora sono fuori. Ci vediamo su altre piattaforme. Scusate questo non fa per me”.
Ma la fuga dei vip non è la cosa più preoccupante, lo è invece quella degli investitori pubblicitari. I primi a sospendere gli investimenti in pubblicità sul social dell’uccellino sono stati quelli di GM (General Motors) da tempo in lotta con Tesla (altra azienda di Elon Musk) nel settore delle auto elettriche. Un altro concorrente, più piccolo, Henrik Fisker, Ceo dell’azienda di auto elettriche Fisker, ha reagito rapidamente all’accordo da 44 miliardi di dollari di Musk per l’acquisto di Twitter, cancellando il suo account poco dopo che il consiglio di amministrazione aveva accettato l’offerta di Musk.
Una delle quattro società pubblicitarie più grandi al mondo, Mediabrands IPG, avrebbe consigliato ai propri clienti di sospendere i propri annunci su Twitter almeno temporaneamente, a causa dei dubbi sulla sicurezza e sull’affidabilità del sito sotto la guida del suo nuovo CEO Elon Musk.
Le entrate pubblicitarie costituiscono il 90% delle entrate di Twitter. Musk ha tenuto ad affermare che “l’impegno della piattaforma per la sicurezza dei brand è invariato”.
Elon Musk non è un pazzo solitario
Il vero problema è uno solo: Twitter perde 4 milioni di dollari al giorno. Elon Musk deve rapidamente trovare un modo per tappare la falla: il primo strumento è stato il licenziamento di massa, il secondo gli 8 dollari al mese per la spunta blu. Agisce su cose semplici: riduzione del maggior centro di costo, aumento del fatturato non pubblicitario che, come ha avuto modo di sperimentare, può essere volatile.
Musk non agisce da pazzo solitario, ma più come il frontman di una band, c’è chi suona per lui, chi scrive le canzoni, lui le interpreta anche in modo eccentrico e personale, ma di certo la strategia che sta applicando a Twitter non è frutto di improvvisazione “sanguinaria”.
Ha dei soci nell’operazione a cui deve rispondere tappando il prima possibile le falle da cui escono centinai di milioni di dollari.