Npc e TikTok, cos’è la tendenza dei non playable characters

Degli utenti streamer dei social si definiscono Npc su TikTok. La più famosa PinkyDoll guadagna migliaia di dollari grazie alle donazioni.

Gli streamer Npc su TikTok sono la nuova tendenza del social network adorato dalla Generazione Z. Npc è un acronimo inglese che significa Non playable characters, ovvero personaggi non giocabili e prende spunto da quei personaggi nei videogiochi che non sono protagonisti. In pratica, degli utenti in carne e ossa si divertono a compiere gli stessi movimenti e a ripetere le medesime frasi durante degli eventi in diretta molto seguiti. Non solo, gli Npc su TikTok riescono a guadagnare molto denaro grazie alle donazioni ricevute durante i live streaming.

 PinkyDoll,

Il successo di PinkyDoll

Massima esponente di questo nuovo e particolare trend è la streamer canadese PinkyDoll, vero nome Fedha Sinon. Sinon è recentemente salita alla ribalta come una delle streamer Npc di maggior successo, con il suo account TikTok che ha accumulato oltre 612.000 follower a partire da luglio 2023. In un’intervista al New York Times, l’influencer ha rivelato di guadagnare tra i 2.000 e i 3.000 dollari per ogni singolo livestream sulla piattaforma di ByteDance. Insieme ai suoi altri account di social media su piattaforme come YouTube e Instagram, gli insoliti stream di Sinon le fruttano attualmente circa 7.000 dollari al giorno. La creatrice di contenuti ha rivelato di aver usato alcuni personaggi del videogioco Grand Theft Auto come ispirazione per il suo lavoro, pur ammettendo che non è ancora semplice nemmeno per lei definire cosa siano effettivamente gli Npc dei videogiochi. PinkyDoll non è l’unica personalità di internet che si sta guadagnando da vivere con il trend: Cherry Crush, dagli Stati Uniti e l’influencer giapponese Satoyu727 hanno entrambi monetizzato con successo tali contenuti negli ultimi mesi, accumulando milioni di abbonati sui loro canali.

Cosa fanno gli Npc di TikTok

Con movimenti robotici ripetuti all’apparire di un’emoji inviata dagli spettatori e frasi in slang sempre con lo stesso tono di voce, questi streamer intrattengono in modo curioso i follower. Durante i live, gli spettatori paganti, per una somma concordata in anticipo, possono far apparire sullo schermo una sorta di regalo – sotto forma di emoji/sticker colorati o di un filtro aggiunto sulla streamer in diretta – e all’apparire dell’oggetto, le celebrità come PinkyDoll rispondono con una frase breve e ripetitiva insieme a un gesto. Ad esempio, se un utente aggiunge un cappello virtuale sulla testa di PinkyDoll, lei dirà: “Sì, sì, sì!”. E poi, in rapida successione, se compare l’emoji della fiamma, griderà: “Fuoco! Fuoco! Fuoco! Fuoco!”. Questo comportamento apparentemente irregolare può durare anche 90 minuti.

Come guadagnano gli streamer

Ogni volta che uno spettatore acquista uno degli adesivi come regalo per un livestreamer come Sinon, il performer guadagna dei soldi. Alcuni regali costano pochi centesimi, mentre altri valgono centinaia di dollari. Farle dire la sua frase simbolo sul gelato costa meno di due centesimi. “Stavo solo facendo la carina sui social”, ha raccontato Sinon al New York Times. “Ricordo che qualcuno ha detto: ‘sembri una Npc’ e poi hanno iniziato a mandarmi soldi durante le dirette”. L’account di Sinon ha ottenuto molta attenzione dopo che qualcuno ha pubblicato su Twitter le registrazioni delle sue esibizioni dal vivo. “Sto ricevendo molta attenzione in questo momento. Si potrebbe dire che non è sempre la pubblicità migliore, ma comunque è un bene per le mie tasche”, ha confessato PinkyDoll. La cultura del web si muove così velocemente che è difficile tenere il passo con i numerosi meme e le tendenze di ogni piattaforma, ma nel caso degli Npc non c’è dubbio che si tratti di una stranezza pensata per monetizzare.


Npc e TikTok, cos’è la tendenza dei non playable characters - Ultima modifica: 2023-07-30T21:24:53+00:00 da Andrea Indiano

Giornalista con la passione per il cinema e le innovazioni, attento alle tematiche ambientali, ha vissuto per anni a Los Angeles da dove ha collaborato con diverse testate italiane. Ha studiato a Venezia e in Giappone, autore dei libri "Hollywood Noir" e "Settology".

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