Perché la musica va veloce su TikTok

Sul Tik Tok la musica, le canzoni in sottofondo ai video sono spesso velocizzate e rese in stile speed-up. Ecco la musica che funziona su TikTok.

Tik Tok trasforma la musica con i remix accelerati delle canzoni famose. Negli ultimi tempi, il trend speed-up ha travolto la piattaforma di ByteDance, tanto che ora le canzoni velocizzate stanno cominciando a conquistare anche le classifiche. L’industria musicale osserva con interesse e così Tik Tok, dopo aver lanciato la carriera canora di alcuni creator e aver ospitato i profili di band e artisti famosi, si prepara a rivoluzionare di nuovo il mercato dell’intrattenimento secondo i gusti della Gen Z.

Tik tok Musica

Tik Tok: Speed-up nella musica

Velocizzare le canzoni non è una novità. Già negli anni 2000, remix in stile speed-up si erano diffusi nei singoli dance e techno, caratterizzati da un tempo accelerato e voci riprodotte a velocità maggiore rispetto alle registrazioni originali. Ultimamente, Tik Tok sembra aver esteso la tecnica a nuovi generi. Con una serie di clip virali, versioni velocizzate di melodie lente sembrano dare vita a un’era di musica diversa, perfette per inserire un’intera canzone in video di circa un minuto, ovvero la durata media dei contenuti sul social. Create da account anonimi dediti al caricamento di brani ritmati, le nuove versioni stanno superando l’originale. Rilasciato nel 2017, molto prima della nascita dell’app, il singolo “Good Looking” di Suki Waterhouse ha ora 70mila utilizzi su TikTok, il che non è niente in confronto ai 327.700 video della versione accelerata che l’ha reso virale. Allo stesso modo, “Valentine” di Laufey è stato utilizzato su circa mille video dalla sua uscita a febbraio, ma nelle ultime due settimane una versione accelerata ha composto la colonna sonora di 11mila video.

Su Tik Tok le voci di artisti famosi velocizzate

Anche i singoli di artisti famosi come Fergie, Selena Gomez e Michael Bublè hanno trovato maggiore successo su Tik Tok nella loro versione speed-up. Essendo un’app basata sulla velocità dello scrolling e su brevi tempi di attenzione, questa potrebbe essere la tendenza musicale di Tik Tok maggiormente comprensibile. “Musicalmente parlando, una canzone accelerata lascia poco spazio per creare un viaggio musicale nella mente“, ha detto al magazine WhyNow Timothy Peters, educatore musicale e produttore. Gli appassionati di musica tradizionale non sembrano apprezzare molto la novità, ma sul social network il successo è assicurato. L’account @speed1sounds_ che si occupa esclusivamente di rilasciare musica speed-up (conosciuta anche con il nome nightcore) ha raggiunto tre milioni di follower in pochi mesi. Inoltre, le versioni veloci contribuiscono a far interessare anche alla versione classica, spingendo alcuni utenti ad ascoltare la canzone originale dell’artista.

Tik Tok e le charts musicali

La popolarità del trend rappresenta un cambiamento nel modo in cui il pubblico consuma musica. Sempre più spesso le canzoni vengono smontate in una serie di brevi segmenti di grande impatto per essere condivise sui social media. Il trend speed-up di TikTok segna un nuovo traguardo per la piattaforma in ambito musicale. Nel 2022, 10 dei 12 singoli numeri uno della classifica inglese UK Official Singles Chart hanno avuto un trend virale e 13 dei 14 numeri uno di Billboard Hot 100 sono stati guidati da tendenze significative su TikTok. Persino canzoni del passato riescono a entrare nelle charts musicali grazie alle clip social: nel 2022 è stato il caso di “Running Up that Hill” di Kate Bush e “Bloody Mary” di Lady Gaga. Ora, tocca alle versioni speed-up fare il loro ingresso in classifica e dopo il successo ottenuto su TikTok non è difficile immaginare che a breve ritroveremo alcuni di questi singoli anche in radio.


Perché la musica va veloce su TikTok - Ultima modifica: 2023-01-20T21:18:57+00:00 da Andrea Indiano

Giornalista con la passione per il cinema e le innovazioni, attento alle tematiche ambientali, ha vissuto per anni a Los Angeles da dove ha collaborato con diverse testate italiane. Ha studiato a Venezia e in Giappone, autore dei libri "Hollywood Noir" e "Settology".

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