Terrorismo su Twitter, sospesi 935.000 account

Terrorismo su Twitter : rilasciati nell’ultimo Rapporto sulla Trasparenza i numeri sulle azioni volte a combattere gli account legati al terrorismo

Terrorismo su Twitter : in un post sul blog relativo al Rapporto sulla Trasparenza pubblicato due volte l’anno, il social ha evidenziato, fra le altre informazioni, alcuni numeri sulle azioni volte a combattere gli account legati ad attività terroristiche. Fra quelli sospesi, rientrano account “attivamente coinvolti nella promozione o incitazione alla violenza associata a organizzazioni internazionali riconosciute come terroristiche e account che hanno tentato di eludere precedenti sospensioni.”

Nel 2017 più di 300.000 account sospesi su Twitter per terrorismo

Nella prima metà di quest’anno Twitter ha rimosso quasi 300.000 account che ricadevano in questa fattispecie e, sottolinea il social, il 75% di questi è stato chiuso prima che riuscisse a postare un solo tweet. Le sospensioni di account per quest’anno sono leggermente inferiori rispetto alla seconda metà del 2016, che ha visto la chiusura di 376.000 account. Nel suo recente report, la compagnia ha sottolineato in maniera incisiva il suo impegno nel combattere le attività di account legati al terrorismo, affermando che il 95% delle sospensioni è avvenuto grazie all’intervento dei loro tool e algoritmi e che meno dell’1% è derivato da richieste dirette da istituzioni governative. Il ruolo del governo in eliminare dalla piattaforma i sospettati di terrorismo si ridotto dell’80% rispetto alla seconda metà del 2016.

Le risposte di Twitter al terrorismo digitale

Non è la prima volta che si parla di terrorismo su Twitter. Il social è di recente stata oggetto di critiche in merito alla supposta inadeguatezza della sua risposta ad attività terroristiche e alcuni hanno sostenuto che la piattaforma abbia di fatto contribuito alla crescita di movimenti estremisti violenti. La compagnia, insieme a Facebook e Google, è stata addirittura denunciata dai parenti delle vittime dell’attacco di San Bernardino per inazione e portata in tribunale dalla moglie di un contractor americano ucciso in Giordania, con l’accusa di aver permesso la presenza di sostenitori dell’ISIS sul loro sito. Il parlamento del Regno Unito ha inoltre richiamato Twitter, insieme a Facebook e Google, sostenendo che non abbia agito in maniera sufficientemente incisiva nel ripulire la propria piattaforma dai terroristi. I giganti della tecnologia si sono però uniti e stanno sperimentando nuove soluzioni per contrastare questo fenomeno dilagante e combatterlo in modo incisivo.

Sospesi quasi un milione di account per Terrorismo su Twitter

Nonostante le critiche, Twitter sottolinea nel suo recentissimo rapporto di aver sospeso, a partire dall’agosto del 2015, 935.897 account, sospettati di promozione del terrorismo.

La lotta al terrorismo su Twitter

Di seguito riportiamo un estratto dal blog di Twitter in merito alle attività svolte per contrastare le attività affiliate al terrorismo, come segnalato nel loro rapporto.

“Il continuativo impegno di Twitter nell’eliminare questo tipo di attività dalla nostra piattaforma,” si legge nel post a riguardo, “è giunto a una riduzione dell’80% in account segnalati dai governi, rispetto al periodo del rapporto precedente afferente al periodo dal primo di luglio al 31 dicembre 2016. Da notare come le richieste da parte del governo sono risultate inferiori all’1% delle sospensioni di account per promozione di attività terroristiche, in relazione alla prima metà di quest’anno. Invece il 95% delle sospensioni di account è stato il risultato dei nostri forzi interni volti a combattere questi contenuti, grazie ai nostri strumenti proprietari, partendo da un 74% del precedente rapporto.”

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Terrorismo su Twitter, sospesi 935.000 account - Ultima modifica: 2017-09-21T08:00:19+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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