Twitter: ora tutti possono chiedere l’account verificato

Un account verificato deve essere di interesse pubblico. Per avere il badge blu di account verificato basta compilare un form per avviare la richiesta

La procedura necessaria per ottenere il segno di spunta blu sul proprio account Twitter non è mai stata chiara, ma finalmente qualcosa è cambiato. Twitter ha annunciato la creazione di un’applicazione on line che rende possibile la richiesta di account verificato.

Attualmente la società dichiara di avere circa 187.000 account verificati, a fronte di una media di 310 milioni di utenti attivi ogni mese. La disparità di numeri e l’urgenza di fornire strumenti di sicurezza hanno portato a questa nuova soluzione, che potrebbe garantire un’interazione mirata da parte degli utenti che hanno l’account verificato e, si suppone, con quelli nei confronti dei quali nutrono un interesse autentico.

La necessità di verificare gli account derivava, inizialmente, dall’esigenza di garantire autenticità ai profili delle celebrità o di personaggi di spicco, troppo spesso vittime di furti d’identità. Con la crescita del social network, l’account verificato è diventato imprescindibile per un’ampia gamma di persone e società: uomini e donne d’affari, organizzazioni pubbliche, atleti, giornalisti, politici, icone della moda, musicisti e artisti in genere.
Aumentando il numero di utenti verificati, di pari passo, si otterrebbe un accrescimento degli hub di influencer e in questo modo le connessioni sulla base di interessi comuni, verrebbero semplificate, rese più rapide e godrebbero inoltre di un pubblico ben più vasto.

Cosa serve per avere un account verificato?
Un account può essere verificato nel caso in cui venga accertato che sia di interesse pubblico. Basterà quindi compilare un form nel quale verranno richiesti: un numero di telefono e un indirizzo e-mail verificati, una foto accurata nel profilo e una serie di ulteriori informazioni che chiariscano il motivo per cui la verifica sia necessaria o anche solo utile, e poi si dovrà essere approvati, ovviamente.

Un esempio, tra i più recenti, di public harassment (molestie pubbliche) è avvenuto all’ex Ghostbuster Leslie Jones, sottoposto ad innumerevoli commenti razzisti che incitavano all’odio, soprattutto indirizzati in gran parte da anonimi. Affidarsi alla segnalazione, spesso, non è sufficiente per interrompere tempestivamente la pubblicazione di contenuti offensivi. La strada è ancora lunga e trovare una soluzione a spam e abusi di ogni sorta, richiederà sforzi sempre più mirati, di certo la verifica degli account su larga scala potrebbe rivelarsi una nuova risorsa per gestire tali fenomeni.


Twitter: ora tutti possono chiedere l’account verificato - Ultima modifica: 2016-07-20T11:52:34+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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