Videociecato ovvero Sebastiano Gravina sui social media racconta con ironia la vita quotidiana di un non vedente. Ecco cosa ci ha raccontato.
Videociecato è il progetto social di successo lanciato nell’ultimo anno da Sebastiano Gravina, un giovane pugliese che abita in provincia di Savona. Gravina è non vedente e racconta sui social media – in particolare Instagram e TikTok dove è già diventato virale – la sua quotidianità con ironia. In questa intervista, il creator di Videociecato ci ha raccontato la sua passione per il social e la decisione di lanciare i canali online che ad oggi contano 23mila followers su Instagram e ben 1,7 milioni di like su TikTok.
Videociecato, intervista a Sebastiano Gravina
Come è nata l’idea dei canali social Videociecato?
Avevo un canale Instagram personale e poi ho aperto TikTok un anno fa. Ho cominciato ad usarli seriamente due mesi fa perché mio fratello mi disse che un non vedente realizzava video su TikTok. Una clip pubblicata è poi diventata virale e da lì nasce l’idea di condividere per divertimento, senza cercare di arrivare chissà dove, la mia quotidianità da non vedente. Vorrei prima di tutto raccontare, dare dei messaggi facendo divertire la gente. Mi piace mostrarmi per quello che sono ogni giorno: sorridente e autoironico.
Si tratta quindi di un’attività recente?
Sì, è cominciato tutto nel febbraio 2022. Col mio “bastone digitale”, che sarebbe il mio manager Simone Graziano, abbiamo iniziato a collaborare e da lì è nato tutto. I video nascono con le mie idee e con le sue. Il nome Videociecato arriva dal fatto che io faccio i video da solo, alla cieca. A volte capita che li giri mia moglie, anche lei non vedente.
Quale piattaforma social preferisci e con che obiettivo?
Instagram e TikTok sono due social diversi: nel secondo si va a prendere un pubblico più giovane e l’obiettivo è perciò far divertire i ragazzi, i giovani e anche i tanti bambini che mi seguono. Spero di arrivare a dare un messaggio, che è quello di far capire loro che io sono un non vedente con una vita normalissima. Così spero di aiutarli a comprendere cos’è la disabilità; magari a scuola hanno un compagno di classe disabile e io vorrei aiutarli a rendersi conto che comunque davanti non hanno una persona diversa, ma qualcuno che può fare le stesse cose. Anziché far sì che credano che il compagno non possa fare niente e perciò non lo considerano.
Crei contenuti diversi a seconda del sito?
Sì; su Instagram c’è più quotidianità: condivido le storie mentre sto viaggiando oppure racconto ciò che faccio durante il giorno. Su TikTok invece si preparano dei contenuti a hoc per fare una battuta o un video divertente. Ad esempio: sto andando a Roma? Ecco un video dove faccio vedere come un cieco fa un viaggio in treno.
I social possono essere utili per parlare di disabilità?
I social sono uno strumento e vanno saputi utilizzare nel modo corretto, perché magari a un ragazzo su TikTok ti rivolgi in un modo e ad un adulto in un altro. Dipende cosa vuoi comunicare e a chi vuoi comunicare. Io sono un tipo che risponde a tutti: cerco di essere trasparente. Di commenti ne ricevo di tutti i tipi, sia positivi sia negativi. Ci sono quelli tipo “poverino, mi dispiace, sei un grande, sei speciale”, commenti che fanno parte del mondo di chi è disabile, ma in realtà non sono speciale. È proprio questo il messaggio. A volte rispondo che non sono speciale, ho imparato negli anni, col tempo, ad essere autonomo. Non sono un extraterrestre
Progetti per il futuro?
Chiaramente mi piacerebbe lavorare nel mondo dei social ora che mi definiscono influencer. Mi piacerebbe continuare, perché se la mia persona può esser di aiuto a qualcuno e può far divertire ben venga. Spesso mi fermano per strada e a me fa piacere non tanto per la notorietà, ma perché vuol dire che quello che faccio arriva alla gente. Qualcuno magari non pensa che una persona disabile può vivere una vita normale, invece vorrei raccontare che si può fare e che tutto si realizza, basta avere un sogno cui ci si dedica veramente.
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