Le 50 aziende più innovative del 2017 secondo Fast Company 21-30

La classifica delle società più innovative al mondo di Fast Company compie 10 anni. Ecco quali sono i vincitori 2017 Fast Company 21-30 .


La classifica delle società più innovative al mondo secondo Fast Company 21-30

21 IBM

Perché ha incorporato Watson dove ce n’era più bisogno

L’International Business Machines Corporation, nota come IBM, è un’azienda statunitense, tra le maggiori al mondo nel settore informatico. IBM produce e commercializza hardware e software e servizi informatici, offre infrastrutture, servizi di hosting, servizi di cloud computing e consulenza. Oggi fornisce, inoltre, soluzioni cognitive e piattaforme cloud. A IBM si deve la creazione di: disco floppy, carta a banda magnetica, database relazionale, scheda madre, connettori PS/2, l’Universal Product Code (UPC) ovvero il codice a barre, sistema SABRE di prenotazione aerea, DRAM e il sistema d’intelligenza artificiale Watson.

DATI:
COMPETITOR: Google, Microsoft
VALUTAZIONE: $169 miliardi
PUBBLICA O PRIVATA: Pubblica
STAFF: 377,757
HEADQUARTER: Armonk, New York
WEB E SOCIAL:
https://www.facebook.com/ibm
https://www.instagram.com/ibm
https://www.linkedin.com/in/company/ibm
https://www.twitter.com/ibm
http://www.ibm.com/

iot ibm watson

22 Vivint Smart Home

Perché ha aperto le porte delle case connesse del future

Vivint, Inc. (precedentemente conosciuta come APX Alarm Security Solutions Inc.) è una società privata provider di servizi per smart home negli USA e nel Canada. In 2012, è stata acquisita da The Blackstone Group per più di 2 miliardi di dollari. I dati riferiti allo scorso Agosto indicano che Vivint avesse più di un milione di clienti.

DATI:
COMPETITOR: Nest, August
PERSONE: Matt Eyring
PUBBLICA O PRIVATA: Privata
REDDITI: $553 milioni fino al Q3 del 2016
STAFF: 8.000
UTENTI: 1.2 milioni di consumatori
WEB E SOCIAL:
https://www.twitter.com/VivintHome
https://www.vivint.com/

23 Slack

Perché ha messo i bot a sgobbare

Slack è uno strumento cloud-based di collaborazione per team, fondato da Stewart Butterfield. Slack ha iniziato lo sviluppo di questo strumento attraverso il videogioco online, non più disponibile, che si chiamava Glitch. Slack sta per “Searchable Log of All Conversation and Knowledge”. Lanciata nell’agosto del 2013, ha acquistato Screenhero nel 2015. La società è stata coinvolta in un massiccio episodio di hacking intercorso nel Febbraio 2015, occasione in cui molti dei suoi utenti persero i propri dati, tra cui indirizzi email, username, password criptate, numeri di telefono associate a Skype.

DATI:
COMPETITOR: Facebook, Microsoft
PERSONE: Stewart Butterfield
VALUTAZIONE: $3.8 miliardi
PUBBLICA O PRIVATA: Privata
REDDITI: $25/30 milioni
STAFF: 800+
UTENTI: 5 milioni al giorno
HEADQUARTER: San Francisco, CA
WEB E SOCIAL:
https://www.instagram.com/SlackHQ
https://www.twitter.com/SlackHQ
https://slack.com/

slack social per il business

24 Glossier

Perché ha collaborato con i clienti per la creazione di cosmetici cult

La marca beauty che piace di più alle newyorkesi Si chiama Glossier. Si tratta di una linea cosmetica lanciata dalla blogger Emily Weiss.La formula vincente dei suoi prodotti unisce ad un marchio semplice, le esigenze di base di chi utilizza make up o trattamenti di bellezza. La particolarità di questi prodotti è che sono senza profumazioni e con ingredienti di qualità.

DATI:
COMPETITOR: Goop, Beautycounter
PERSONE: Emily Weiss
STAFF: 70
UTENTI: 1 milione di follower via social
HEADQUARTER: New York, NY
WEB E SOCIAL:
https://www.instagram.com/glossier
https://www.twitter.com/glossier
www.intothegloss.com
www.glossier.com

25 Kenzo

Perché ha strappato le cuciture del marketing della moda

Kenzo è una casa di moda francese fondata nel 1970 dallo stilista giapponese Kenzo Takada. Dal 1993 l’azienda è di proprietà del gruppo LVMH – Louis Vuitton. Dopo essersi diplomato in una scuola di moda di Tokyo, Kenzo Takada si trasferisce a Parigi, dove nel 1970 apre la sua prima boutique. Il mondo della moda rimane sorpreso dall’originalità dei capi Kenzo e dalla celebrazione, tramite l’innovativo design, dell’unione di culture differenti. Dal 1976 punti vendita del marchio Kenzo cominciano ad essere aperti in tutto il mondo e in quello stesso periodo la produzione si estende anche alla moda maschile, agli accessori ed alla biancheria per la casa. Nel 1988 nasce una linea di profumi Kenzo Parfums e dal 2001 vengono prodotti anche prodotti per la cura del corpo, con il marchio Kenzoki. Nel 2005, è stato presentato il progetto Gokan Kobo (“laboratorio dei cinque sensi”), un marchio di arredamento e complementi d’arredo, per il quale nel 2006 è stato inaugurato uno specifico negozio a Parigi.

DATI:
STAFF: 450
HEADQUARTER: Parigi, Francia
WEB E SOCIAL:
https://www.instagram.com/kenzo
https://www.twitter.com/kenzo
https://www.kenzo.com/

26 Clique Media Group

Perché ha reso i consigli di moda una miniera d’oro per la vendita al dettaglio

Katherine Power e Hillary Kerr a seguito del successo del blog Who What Wear lanciato nel 2006, hanno fondato nel 2012 la Clique Media Group, un autentico impero nel mondo del retail. Abbigliamento a basso costo, con collezioni aggiornate 12 volte all’anno, sulla base dei dati ottenuti tramite social media sovvertendo così e regole della produzione, ma anche quelle dello shopping tradizionale.

DATI:
COMPETITOR: Refinery29
STAFF: 217
UTENTI: milioni di utenti tra visitatori e follower
HEADQUARTER: Los Angeles, CA
WEB E SOCIAL:
https://twitter.com/WhoWhatWear
https://www.pinterest.com/WhoWhatWear/
https://facebook.com/WhoWhatWear
https://instagram.com/WhoWhatWear
http://www.cmginc.com/

27 Hypebeast

Perché ha reso gli sneakerhead una demografica redditizia

Kevin ha lanciato il blog Hypebeast dalla sua camera a Vancouver nel 2005. Da quel momento quel progetto nato come ovazione alle Air Jordan è diventato molto più di una semplice passione: un sito in grado di generare più di 8 milioni di visitatori al mese. Questo successo ha dato vita al lancio di un marketplace, HBX. La società ha espanso la propria rete di servizi che aiuta i brand come Gucci e Adidas a produrre pubblicità.

DATI:
COMPETITOR: Asos
PERSONE: Kevin Ma
VALUTAZIONE: $2710 milioni all’OPA nell’Aprile 2016
PUBBLICA O PRIVATA: Pubblica
STAFF: 124
UTENTI: 8.9 milioni
HEADQUARTER: Hong Kong
WEB E SOCIAL:
https://www.instagram.com/hypebeast
https://www.twitter.com/hypebeast
https://hypebeast.com/

Hypebeast

28 RewardStyle

Perché ha fornito agli influencer i must-have degli accessori

Amber Venz Box voleva trarre profitto dalla sua passione, il fashion blogging, ed è per questo che – insieme al marito – ha fondato RewardStyle nel 2011. La società con sede a Dallas è una piattaforma per ratailer, affinché raggiungano gli influencer dei social media e il loro pubblico, attraverso un sistema di link grazie ai quali vengono retribuiti. Tra i primi marchi a collaborare con RewardStyle figurano ShopBop, Neiman Marcus e Net-a-Porter. Nel 2016 erano 4.000 i negozi che lavoravano con la società, raggiungendo 11.000 social influencer, per circa 30.000 pezzi al giorno.
LiketoKnow.it di RewardStyle è un sistema di gestione dei contenuti che consente agli influencer di postare su Instagram e di valutare quali siano I contenuti che si addicono maggiormente al loro pubblico.

DATI:
VALUTAZIONE: $290 milioni
HEADQUARTER: Dallas, TX
WEB E SOCIAL:
https://www.instagram.com/rewardstyleHQ
https://www.twitter.com/rewardstyleHQ
https://www.rewardstyle.com/

29 GoFundMe

Perché ha dato valore alle opere buone

Ad Ottobre 2016 GoFundMe aveva superato i 3 miliardi di donazioni, con una crescita vertiginosa. Parte del successo della piattaforma che fornisce piccoli finanziamenti a fondo perso deriva dalla viralizazione spontanea che spesso coinvolge una comunità o un gruppo di persone. La società ha raggiunto 2 milioni di campagne a fronte di 25 milioni di donatori. I possono finanziare gli studi di un giovane indigente, ma anche aiutare con le spese mediche in caso di malattia o stanziare fondi per un’emergenza.

DATI:
COMPETITOR: Indiegogo, Kickstarter
PERSONE: Rob Solomon
PUBBLICA O PRIVATA: Privata
STAFF: 165
UTENTI: 2 milioni di utenti attivi e 25 milioni di donatori
HEADQUARTER: Redwood City, CA
WEB E SOCIAL:
https://www.facebook.com/gofundme
https://www.instagram.com/gofundme
https://www.twitter.com/gofundme
https://www.gofundme.com/

30 TaskRabbit

Perché ha creato lavoro

La TaskRabbit è stata fondata nel 2008 nell’onda di una serie di startup che puntavano a trarre profitto dalla sharing economy, originariamente la società consentiva ai free-lance di proporre il proprio lavoro attraverso una struttura a prezzo fisso. Il CEO Stacy Brown-Philpot ha dato una svolta nel 2016, concentrandosi sul mobile e su quelli che vengono definiti “lavori inusuali”, quadruplicando – nel giro di un anno – i guadagni.

DATI:
PERSONE: Stacy Brown-Philpot
PUBBLICA O PRIVATA: Privata
STAFF: 60
HEADQUARTER: San Francisco, CA
WEB E SOCIAL:
https://www.facebook.com/TaskRabbit
https://www.instagram.com/taskrabbit
https://www.twitter.com/taskrabbit
https://www.taskrabbit.com/

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Le 50 aziende più innovative del 2017 secondo Fast Company 21-30 - Ultima modifica: 2017-02-16T08:10:34+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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