Dal Trentino, Alps Blockchain vuole costruire un ponte tra la tecnologia della blockchain e il mondo dell’energia rinnovabile per rendere il mining sostenibile in Italia.
Una startup che sfrutta l’energia rinnovabile per fare mining di bitcoin e utilizzare la tecnologia blockchain: è questo l’innovativo e sostenibile obiettivo di Alps Blockchain. L’azienda italiana con sede a Trento mira a valorizzare l’energia idroelettrica del nostro territorio permettendo al mondo del mining di avere accesso alle centrali inutilizzate. Un progetto utile per offrire la possibilità di dare nuova vita agli impianti ottimizzando il rendimento dell’energia prodotta. Alps Blockchain investe così nella ricerca e nello sviluppo di sistemi green e innovativi per realizzare mining farms alimentate unicamente da fonti di energia pulite, capaci di rendere l’infrastruttura della blockchain un potenziale acceleratore verso una transizione energetica incentrata sulle rinnovabili.
Il futuro della blockchain
Blockchain non solo per recuperare bitcoin, ma anche per permettere nuovi accessi a beni e servizi. “Il nostro progetto Alps Farm si pone l’obiettivo di realizzare e gestire, per conto dei produttori di energia idroelettrica, delle mining farm installate nelle loro centrali, offrendo così la possibilità di valorizzare l’energia generata attraverso l’autoconsumo di parte della stessa – spiega Francesco Buffa, CEO e cofondatore della startup trentina – Siamo specializzati nella progettazione, installazione e gestione di centri di potenza di calcolo a ridotto impatto ambientale e altamente performanti”. Un modello innovativo volto, nello specifico, a trasformare la potenza dell’acqua che alimenta una centrale non più solo in energia elettrica, ma anche in potenza di calcolo. Il produttore di energia ha quindi l’opportunità di diventare anche un produttore diretto di energia per bitcoin e non solo, aggiungendo un ulteriore processo alla propria filiera produttiva.
Centrali elettrice diventano startup di energia per mining
In tutti i progetti finora realizzati, Alps Blockchain ha seguito sia la creazione sia la gestione della mining farm, nonché la rivendita della potenza di calcolo generata. In circa tre anni di attività l’azienda ha avuto modo di avviare collaborazioni con produttori privati, società para-pubbliche e amministrazioni comunali, arrivando oggi a contare 18 mining farm installate presso centrali idroelettriche distribuite in tutto il Nord Italia.
Il team di Alps Blockchain si occupa di ricercare e implementare nuove soluzioni per massimizzare le performance dei macchinari e migliorarne l’efficienza energetica, avvalendosi inoltre dei migliori partner tecnici specializzati nel settore. In questo modo si aiuta a rendere maggiormente green e vicino all’ambiente il discusso mondo dei bitcoin, accusato di recente di sfruttare una quantità di energia eccessiva capace di inquinare l’atmosfera.
Alps Blockchain e la rivalutazione degli impianti
La giovane azienda trentina è nata con un obiettivo ben preciso: costruire un ponte tra la tecnologia della blockchain e il mondo dell’energia rinnovabile per rendere il mining sostenibile in Italia. Lo scopo del progetto è quello di rinnovare il modello di business utilizzato anni fa, quando le centrali idroelettriche si autosostenevano: il prodotto finito è oggi la potenza di calcolo, ritornando così alla configurazione iniziale di cessione in rete solo dell’energia in esubero. Ciò genera un duplice vantaggio in termini di investimenti e di indotto, da un lato migliorando il rendimento economico dell’energia prodotta attraverso un sistema innovativo studiato su misura e dall’altro potenziando l’attività della centrale con la conseguente creazione di posti di lavoro per ingegneri, turbinisti, ditte edili e ditte elettriche. L’innovativa gestione delle mining farm realizzate da Alps Blockchain permette il riutilizzo di centrali idrolettiche per uno scopo moderno e redditizio; perciò, è facile immaginare che il modello della startup italiana trovi presto nuovo interesse anche all’estero.
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