Noi stessi siamo dei Big Data, sono sufficienti le relazioni che abbiamo sui social, qui trovate due esempi, due mappe .
Molti credono che per generare quelli che si chiamano Big Data occorra chissà quale enorme attività digitale.
In realtà è molto più semplice generare quantità di dati di grandissime dimensioni, che cambiano velocemente e che raccolgono enormi quantità di informazioni destrutturate. Come si fa? Non serve fare nulla. Anche stando fermi si generano dei dati.
Noi stessi siamo dei Big Data, sono sufficienti le relazioni che abbiamo sui social, qui trovate due esempi: una è la mappa delle miei contatti su LinkedIN (http://socilab.com), l’altra quella degli amici di Facebook (http://www.yasiv.com).
Sia Socilab, sia Yasiv disegnano un universo fatto da tutti i nostri contati segnalando con le linee chi tra i nostri amici è collegato ad altri nostri amici.
Il numero di incroci che ne nasce fa girare la testa. Nel mio caso, su Facebook, con circa 800 amici il numero delle connessioni analizzate è di 323mila.
Ora pensate di voler analizzare non solo i collegamenti, ma anche le interazioni, cioè le azioni, le condivisioni, i “mi piace”, i commenti, semplicemente della vostra rete, insomma i contenuti che le persone che voi conoscete (solo quelle) scambiano con voi e con gli altri vostri contatti (non con tutto il mondo), le dimensioni sono impressionanti.
Si fa presto a costruire dei Big Data, la rete di relazioni e azioni digitali nella quale ciascuno oggi è coinvolto produce in autonomia un universo di informazioni.
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