Nuova legge sul diritto d’autore in Europa: vietati i MEME e le condivisioni di notizie

La nuova legge sul diritto d’autore in Europa quasi approvata: vengono introdotti la “link tax”, le “macchine per la censura” e il divieto per i meme.

La commissione giuridica del Parlamento europeo ha appena votato “sì” su parti fortemente controverse della nuova riforma del diritto d’autore dell’Unione Europea. Gli articoli controversi, l’11 e il 13, stabiliscono la cosiddetta “link tax”, le “macchine per la censura” e il divieto per i meme.

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Nuova legge sul diritto d’autore in Europa: le polemiche

C’è stata forte resistenza agli articoli in questione e della nuova legge sul diritto d’autore con contestazioni di attivisti web, lobbisti e membri del Parlamento Europeo, ma tutto è risultato inutile e gli articoli sono stati approvati a maggioranza.

Gli oppositori della link tax e delle macchine per la censura sostengono che queste minacciano l’internet aperta e che la rendono meno libera. L’opposizione a queste decisioni può essere riassunta brevemente in questo modo.

Nuova legge sul Diritto d’autore in Europa: Link Tax

L’articolo 11 (cosiddetta link tax) costringerà chiunque utilizzi snippet di contenuti giornalistici online ad ottenere una licenza dall’editore in primo luogo, sostanzialmente rendendo fuori legge gli attuali modelli di business della maggior parte degli aggregatori e delle app di notizie. Questo approccio potrebbe anche minacciare i collegamenti ipertestuali e dare una posizione di potere agli editori a spese del bene pubblico.

Nuova legge sul Diritto d’autore in Europa: macchine per la censura

L’articolo 13 (cosiddetta macchina per la censura o censorship machines) renderà le piattaforme le responsabili del monitoraggio del comportamento degli utenti per fermare le violazioni del copyright (del diritto d’autore), ma fondamentalmente significa che solo le grandi piattaforme di notizie avranno le risorse per consentire agli utenti di commentare o condividere contenuti. Le persone contrarie alla proposta temono che ciò possa portare a una più ampia censura, minacciando la libertà di parola attraverso parodia, satira e persino video di protesta.

Nuova legge sul Diritto d’autore in Europa, riforma definitiva?

Il voto del comitato giuridico non rende automaticamente la riforma del copyright e la sua legge sul diritto d’autore (con i suoi articoli controversi) ufficialmente legge, ma definisce la posizione del Parlamento europeo sulla questione, il che ha una forte influenza sul Parlamento, prima di entrare nella fase finale del processo legislativo che porterà poi all’approvazione definitiva.

Nuova legge sul Diritto d’autore in Europa: i prossimi passi

Tuttavia, c’è un modo per cambiare le cose. La plenaria è lo strumento del Parlamento europeo per far emergere questioni problematiche relative alle scelte dalla commissione e indurre un voto in dello parlamento, vale a dire che tutti i 751 deputati dovrebbero esprimere il proprio voto, invece dei soli 25 membri della commissione giuridica. Ma c’è bisogno di un sostegno sufficiente in Parlamento perché ciò accada, così gli oppositori hanno già iniziato la propria campagna per spingere a istituire una sessione plenaria.

La riforma del diritto d’autore e il suo impatto sulla rete sono una questione importante, quindi speriamo che sia il Parlamento, nel suo complesso, dopo un’attenta discussione, ad approvarla.

Nuova legge sul diritto d’autore in Europa: gli eurodeputati

Ciò che si può fare per fare in modo che la cosa venga trattata in aula e venga discussa seriamente è contattare il proprio eurodeputato e far sentire la propria voce.

Puoi trovare un elenco completo dei deputati qui  e suggerimenti su come catturare l’attenzione dei deputati qui su changecopyright.org e qui su act.openmedia.org.

 

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Nuova legge sul diritto d’autore in Europa: vietati i MEME e le condivisioni di notizie - Ultima modifica: 2018-06-25T07:22:50+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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