Un robot scultore per il marmo di Carrara. L’azienda toscana Robotor ha creato una soluzione tecnologica per automatizzare il processo produttivo e delegare ai robot la lavorazione della pietra e non solo.
È nato il robot scultore che plasma il marmo bianco di Carrara. Robotor è il nome di un’azienda toscana produttrice di automi che vuole proseguire la grande tradizione degli scultori italiani. Il team di ingegneri dietro al progetto commercializza robot industriali per fresatura multi-asse destinati all’industria della pietra, nonché quella del legno e della plastica. Una soluzione tecnologica che ha incuriosito persino i giornalisti americani del New York Times, i quali hanno dedicato una pagina a Robotor senza risparmiare i paragoni fra i robot della ditta toscana e Michelangelo, Canova, Bernini e altri grandi artisti italiani.
Il robot scultore
Gli automi di Robotor sono composti da un braccio meccanico (robot della gamma BOT-ONE) gestito da un software avanzato (OR-OS sviluppato internamente) che, grazie ad un algoritmo ingegnerizzato dal team, analizza il blocco di marmo grezzo, individua i punti dove inserire la scultura, pianifica il flusso di lavoro, seleziona il tipo di utensile da utilizzare nelle diverse fasi, dalla sgrossatura alla finitura, riducendo gli sprechi di materiale, i costi di esercizio, i consumi energetici e i tempi di produzione. I progettisti hanno delegato a un’intelligenza artificiale il compito di gestire le fasi di lavorazione del robot. “Una nuova era non più fatta di scalpelli e polvere, ma di scansioni e nuvole di punti in cui la tecnologia di Robotor aggiunge valore assolvendo l’uomo da lavori usuranti, rischiosi e pericolosi, semplificando al massimo le fasi di lavorazione” spiega la ditta.
Il futuro della pietra
Da oltre due milioni e mezzo di anni l’uomo lavora la pietra: si tratta di un materiale da costruzione povero per case di uso comune e pregiato per templi e palazzi, utilizzata anche per il suo valore estetico, divenendo la materia privilegiata per opere d’arte e monumenti celebrativi. Col moltiplicarsi degli usi nei secoli si sono via via raffinate le tecniche di lavorazione. Nei tempi moderni è il turno degli automi e Robotor ha pensato a una soluzione tecnologica che automatizza il processo produttivo e delega al robot la lavorazione della pietra e non solo. La società con sede proprio a Carrara ha realizzato il software OR-OS, per la programmazione dei robot per la fresatura a controllo numerico, che consente a tutti di utilizzare il robot senza l’ausilio di operatori esperti partendo da una qualsiasi forma 3D, compresa la scansione di un’opera originale da riprodurre. Il sistema si auto-programma per lavorare in autonomia gestendo e controllando tutte le fasi. La gamma di robot della serie BOT-ONE permette di realizzare sculture fino a 4,5 metri di altezza e comprende tre versioni: M, L e XL.
Il robot scultore del marmo
La lavorazione delle pietre è molto gravosa e i robot hanno dei cicli di vita molto stressanti sia per i carichi da gestire sia per l’ambiente ostile in cui spesso sono chiamati a lavorare. Per questo Robotor ha progettato l’hardware in modo che possa offrire il meglio in termini di precisione, accuratezza e funzionalità. Il sistema è composto da un braccio meccanico che utilizza una gamma di elettromandrini di varie dimensioni e capacità, con cambio utensile automatico, adatti alla fresatura di vari materiali. Il braccio è montato su di una base multifunzionale ispirata ai moduli lunari in cui gli spazi e le varie componenti elettriche e idrauliche sono organizzate e ottimizzate in modo sicuro e altamente protetto. Completa il sistema la tavola rotante su cui è posizionato il pezzo da lavorare (fino a 50 tonnellate), accessorio fondamentale per sfruttare tutta la flessibilità dei robot. Vari automi della ditta sono già al lavoro in alcuni studi di Carrara e uno di essi sta lavorando a un’opera dell’artista Maurizio Cattelan. Il tocco finale resta quello di un umano, ma gli automi di Robotor stanno rivoluzionando il mondo della scultura.