L’inventore del world wide web, Sir Tim Berners-Lee, ha svelato un piano per affrontare il problema relativo alla violazione dei dati e delle notizie false
L’inventore del world wide web, Sir Tim Berners-Lee, ha svelato un piano per affrontare il problema relativo alla violazione dei dati e delle notizie false. In una lettera aperta, condivisa in occasione della celebrazione del 28° anniversario del web, Sir Tim ha definito una strategia quinquennale nata a seguito della preoccupazione su come venga utilizzato il web. Sir Tim Berners-Lee ha detto che vuole iniziare a combattere l’uso improprio dei dati personali, pratica dilagante che crea un “effetto raggelante sulla libertà di parola”.
Tim Berners-Lee ha anche sollevato la questione relativa ad una regolamentazione più severa della propaganda politica che sempre più spesso risulta “non etica”.
L’informatico britannico ritiene che chi abbia contribuito a sviluppare il web con blog, tweet, foto, video e pagine web possa offrire soluzioni pratiche per rendere il web un luogo all’interno del quale vengano assicurate “una parità di esercizio del potere e pari opportunità per tutti”. Gli utenti spesso non sono in grado di stabilire che cosa non debba essere condiviso, secondo Sir Tim, in quanto i termini e le condizioni d’uso ricordavano un “o tutto o niente”.
Sir Tim Berners-Lee punta a lavorare con le aziende al fine di ripristinare “un adeguato livello di controllo dei dati rimettendolo nuovamente nelle mani del popolo”, ma ha anche espresso la sua preoccupazione riguardo alla questione della sorveglianza da parte del governo che sta andando troppo oltre, utilizzando il web per sondare materie sensibili quali la salute, la sessualità o la religione.
I social media così come i motori di ricerca devono essere incoraggiati a proseguire gli sforzi che già stanno compiendo per combattere il problema delle fake news. Tuttavia, spetterà agli organi centrali di stabilire che cosa sia vero e che cosa dovrebbe essere evitato, ha aggiunto. Alcuni algoritmi possono favorire informazioni sensazionalistiche progettate con l’unico scopo di stupire oppure di scioccare gli utenti, causando il dilagare della disinformazione o di invenzioni inventate di sana pianta.
L’arrivo dei social media – e di pari passo la lotta per i click – ha fatto sì che le storie reali e quelle immaginarie venissero presentate in modo così simile da distinguerle difficilmente. Le cosiddette “notizie false” potrebbero essere informazioni false diffuse deliberatamente da chi ha scarso riguardi verso la verità, ma la speranza di avanzare cause politiche particolari (spesso estreme) per guadagnare soldi online. Ma potrebbe anche essere qualcosa d’altro: informazioni false diffuse dai giornalisti che non si rendono conto del fatto che le notizie alle quali hanno dedicato servizi o articoli siano del tutto false.
Il problema delle notizie false è diventato di portata così ampia da causare indagini giudiziarie in materia di propaganda e falso. Secondo i comitati statunitensi le elezioni presidenziali dello scorso anno sono state influenzate dalle fake news. Persino Papa Francesco è stato coinvolto in quanto si era diffusa la voce secondo la quale il pontefice avesse appoggiato Trump.
Sir Tim Berners-Lee sostiene la trasparenza affinché gli utenti possano capire il modo in cui le pagine web appaiano sui propri dispositivi e ha suggerito inoltre una serie di principi comuni che i siti dovrebbero seguire. Secondo Sir Tim la pubblicità online di tipo politico sta diventato un’industria “sofisticata” e le pubblicità mirate sono state utilizzate in modo non etico affinché gli elettori facessero il gioco di chi stava dietro ai sondaggi e costruiva notizie false.
Secondo il padre del WWW le aziende potrebbero imporre dei pagamenti in abbonamento e piccole spese automatizzate per guadagnare senza dover ricorrere a questi tipi di annunci. In ogni caso, la soluzione al problema non sembra essere affatto semplice.