Quello di Stanford è solo l’ultimo di una serie di discorsi in cui Cook ha condiviso le sue opinioni sulla sicurezza dei dati criticando Google, Facebook e altre aziende tecnologiche per il loro approccio in merito a dati degli utenti e privacy, di solito senza nominare le aziende interessate.
Le aziende della Silicon Valley dovrebbero assumersi la responsabilità del “caos” che creano. Ad affermarlo è stato Tim Cook, CEO di Apple, nel corso di un intervento alla Stanford University.
Sebbene Cook non abbia menzionato le aziende per nome, il suo discorso nel cortile dell’università ha toccato temi come la violazione dei dati, violazione della privacy; Tim Cook ha persino fatto riferimento a Theranos, una startup in disgrazia.
“Ultimamente sembra che questo settore stia diventando famoso per un’innovazione meno nobile, la convinzione che si possa rivendicare i benefici, senza accettare responsabilità – ha affermato Cook – Lo vediamo ogni giorno con ogni violazione dei dati, ogni violazione della privacy, ogni occhio cieco all’incitamento all’odio, le fake news che avvelenano la conversazione nazionale, i falsi miracoli in cambio di una singola goccia di sangue”.
Ha continuato poi, sostenendo che: “sembra un po’ strano che qualcuno debba dire ciò, ma se hai costruito una fabbrica di caos, non puoi evitarne la responsabilità.”
Tim Cook discorso a Stanford: la critica a Google e Facebook
Quello di domenica a Stanford è solo l’ultimo di una serie di discorsi in cui Cook ha condiviso le sue opinioni sulla sicurezza dei dati criticando Google, Facebook e altre aziende tecnologiche per il loro approccio in merito a dati degli utenti e privacy, di solito senza nominare le aziende interessate.
Apple, al contrario, presenta la privacy come funzionalità chiave dell’iPhone e ha recentemente rilasciato una funzionalità di accesso agli account incentrata sulla privacy, che compete con Google e Facebook.
Secondo il CEO di Apple, la sorveglianza digitale ha minacciato l’innovazione e avrebbe potuto “fermare la Silicon Valley prima ancora che iniziasse”.
“Se accettiamo come normale e inevitabile che tutto nella nostra vita possa essere aggregato, venduto e persino fatto trapelare in caso di hacking, allora perdiamo molto più dei dati, perdiamo la libertà di essere umani”, ha affermato Tim Cook a Stanford.
Il resto del discorso ha toccato temi come il lasciare un’eredità di sé stessi e consigli agli studenti su come seguire la propria strada.
A gennaio, Cook ha richiesto la realizzazione di un servizio centrale della Federal Trade Commission che consenta alle persone di rintracciare e cancellare i dati personali detenuti dalle aziende.