Toglietemi tutto, ma non il mio Web

Intervista a Manuela Barreto Mazziotta. Ha la bellezza travolgente di una modella e la determinazione ferrea di una Bostoniana.

Ha la bellezza travolgente di una modella e la determinazione ferrea di una Bostoniana. Ha attraversato il mondo, inseguendo la sua curiosità: dal Venezuela agli Stati Uniti, dall’Asia all’Europa, per arrivare in Italia, la terra dei suoi nonni e della moda. Tra le sue passioni c’è il calcio, quello praticato e ad alto livello. Il carattere probabilmente se l’è formato anche sui rettangoli di gioco: fantasia e fermezza, quello che ci vuole a centrocampo. Per Manuela Barreto Mazziotta Internet è tutto: è lavoro, passione, moda e anche uno spazio da condividere con chi la segue e la ama.

Cosa sognavi di diventare da ragazzina?
La prima cosa che mi viene in mente è che volevo fare l’astronauta. Mi hanno sempre affascinato la luna e le costellazioni; da piccola mi ricordo che mio padre mi aveva regalato un mega telescopio e passavo ore e ore a guardare il cielo, ipnotizzata. Poi a dodici anni volevo fare il calciatore e questa passione è durata fino all’università (fino a quando mi sono rotta il menisco). Il sogno sportivo l’ho quasi realizzato, ci sono andata vicino, perché sono arrivata a giocare per la selezione dello Stato dove abitavo in Venezuela, poi nella squadra ufficiale della Boston University.

Ma avevi anche la passione per la scrittura. In Venezuela scrivevi per Zero Magazine, che rivista
era?

Era una rivista di cronaca (da me fondata insieme a due amici) scritta in uno stile giornalistico denominato “gonzo”. Io in particolare curavo la sezione di musica e viaggi anche basandomi su esperienze personali dirette. Abbiamo intervistato persone del calibro dello scrittore Bret Easton Ellis e la fotografa Annie Leibovitz.

Come mai hai scelto l’Italia? Inseguivi un sogno, un lavoro?
Diciamo che sono una persona estremamente inquieta e curiosa. Mi è sempre piaciuto viaggiare e avevo già visitato altri Paesi in Europa, mi mancava soltanto l’Italia che avevo lasciato per ultimo perché, essendo il luogo di origine dei miei nonni, ho sempre pensato che ci sarei venuta per passare più tempo e non solo per una breve vacanza. Ormai è quattro anni che sono qui.

Hai lavorato per una delle agenzie più innovative nel mondo dei Social. Cosa ti ha insegnato?
Nel 2008, quando ho cominciato a lavorare per 77Agency, ho scoperto l’altro lato della Rete. Prima l’Internet che conoscevo io era composto da Amazon. com (ho comprato le mie prime scarpe online nel 1999; mi ricordo ancora che erano un paio di Puma Sparco in camoscio giallo e nero), ICQ – il primo social network di instant messaging che ho mai usato – e Hotmail. Con 77Agency ho scoperto tutte le potenzialità che offre il Web soprattutto in termini di strumenti di marketing digitale, che si aggiungono a quelli più tradizionali, e che sono ormai imprescindibili per chiunque voglia realizzare una campagna di comunicazione efficace

Perché hai deciso di fondare il tuo blog “Everything Screams Fashion” (ESF)?
Volevo un posto tutto mio e non mio e di Mark Zuckerberg & Co. Volevo un posto dove mettere tutte le foto dei miei viaggi, una sorta di diario personale online, ma senza renderlo troppo pesante raccontando tutto, perché a me personalmente non piace leggere i blog di quelli che scrivono un’infinità di cose, a meno che non sia Garance Doré (www.garancedore.fr/en), ma piuttosto preferisco vedere delle immagini e leggere dei commenti interessanti.

Quali obiettivi hai con ESF?
Trasmettere e condividere con i miei amici e followers la mia passione per la moda, per lo stile, per la fotografia e per i viaggi, vivendo tutto questo senza estremismo e con semplicità, naturalezza e spontaneità.

L’intervista completa sul prossimo numero di DIGITALIC


Toglietemi tutto, ma non il mio Web - Ultima modifica: 2011-11-17T18:30:04+00:00 da Francesco Marino
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