Watson sarà l’attore principale per i clienti IBM nell’elaborazione dei dati che si genereranno con tutti gli IoT IBM, l’internet delle cose.
Watson, il servizio di IBM che aiuta i medici nelle diagnosi dei pazienti e fornisce consigli professionali ai propri clienti per i servizi finanziari, ora avrà un nuovo ruolo e diventerà l’attore principale per i suoi clienti che vorranno districarsi nella giungla dei dati che si genereranno dalla messa sul mercato, e quindi online, di tutti gli oggetti collegati a internet. Insomma le conoscenze di Watson saranno parte in causa in tutti quei servizi offerti dalla casa madre nella sua IoT Foundations.
Questi servizi includeranno API che permetteranno ai computer di capire quando le persone stanno parlando, servizi come il machine-learning e previsioni di analisi, riconoscimento foto-video e analisi testuali in grado di decriptare i dati. Tutto questo renderà possibile ai clienti di proporre prodotti totalmente rinnovati nelle potenzialità, capacità e anche nelle interfacce.
Quindi un meccanico potrebbe essere in grado di chiedere a un computer i passi da seguire nel corso di una riparazione di un motore oppure di effettuare una diagnosi per prevedere la manutenzione necessaria per prevenire eventuali guasti futuri.
La notizia fa seguito agli annunci di inizio anno, in cui IBM ha annunciato investimenti per 3 miliardi di dollari per creare una divisione specializzata in Internet delle Cose (IoT IBM) con a capo Thomas Cook. Considerando le cifre che IBM stessa ha snocciolato, 9 miliardi di dispositivi attualmente collegati che generano ogni giorno 2,5 quintilioni di dati, quali saranno le sue strategie future sull’IoT?
Uno dei punti di forza di IBM è la possibilità di poter contare su 48 data center nel mondo che permettono di poter offrire servizi cloud alle aziende clienti e di rispettare i regolamenti in materia di privacy dei dati dei diversi paesi. Ma la cosa più interessante è la possibilità che IBM ha di effettuare un approccio verticale nei confronti di industrie dei diversi settori (automotive, retail, assicurazioni ecc..) per aiutare i clienti ad adattare i propri sistemi all’Internet delle Cose. Questo fa partire IBM in vantaggio rispetto alle strategie orizzontali o troppo specifiche per determinati settori industriali della concorrenza.