Giappone: il miglior mercato per il cloud, Italia ottava

Il Giappone è inserito al primo posto nell’indice di maturità nel settore del cloud computing. L’Italia è all’ottavo posto, merito anche delle leggi

Il paese del Sol Levante è inserito al primo posto nell’indice di maturità nel settore del cloud computing. L’Italia è all’ottavo posto

di Manuel Maiorelli*

Il Giappone rimane in testa alla classifica che vede a confronto i 24 paesi più importanti nel settore cloud IT, seguito da Usa, Germania (primo paese europeo), Canada e Francia. L’Italia è all’ottavo posto preceduta da Australia e Singapore (Bsa Global Cloud Computing Scorecard 2016). L’indice si focalizza principalmente sui sette elementi essenziali che riguardano il cloud computing: trattamento dei dati (privacy), sicurezza, cyber crimine, diritto di proprietà intellettuale, promozione del libero commercio, adozione di standard internazionali, infrastrutture IT e sviluppo della banda larga.

Cloud, mercato maturo in Giappone

Il mercato del cloud computing in Giappone è maturo ma, ciò nonostante, in continua crescita. Secondo un’analisi pubblicata da TechNavio, infatti, si prevede un aumento al 9,7% di Cagr durante il periodo 2013-2018.
L’attuale espansione dei servizi relativi al cloud, non è altro che il risultato di diretti investimenti sia pubblici sia privati in infrastrutture Ict e dell’impegno del governo centrale nell’attuare leggi che ne promuovano il continuo sviluppo anno dopo anno.

Normativa flessibile per i Cloud in Giappone

Fino a oggi, il governo giapponese ha sviluppato un ambiente regolatorio adeguatamente flessibile che favorisce il libero flusso di dati ma che, allo stesso tempo, ne protegge la privacy, evitando una iper-regolamentazione che metterebbe il paese in una situazione di isolamento (fenomeno che prende il nome di “effetto Galapagos” e che spesso ha caratterizzato in luce negativa diversi settori dell’economia nipponica in passato). Inoltre il Giappone ha leggi approfondite in materia di proprietà intellettuale e cyber crimine, con le quali protegge dai furti gli indirizzi IP conservati nei cloud e offre ricorso in caso di violazione.
Per quanto riguarda la promozione del libero commercio, l’attuazione del
Trans-Pacific Partnership (Tpp) e i suoi requisiti per la circolazione di “open data” si pensa abbasseranno le barriere ai rapporti internazionali, diventando così un asset per lo sviluppo di servizi cloud.

Stimoli alla crescita del cloud

Le regolamentazioni governative sono solo uno dei mezzi attraverso cui le autorità hanno stimolato la crescita dei servizi cloud nell’arcipelago giapponese. Il vero cammino del Giappone verso l’ottimizzazione dell’informatica pubblica attraverso i servizi di cloud computing è iniziato nel 2009, con la promozione del programma “Digital Japan Creation Project”, attraverso il quale il governo ha rafforzato le infrastrutture.
L’impegno è stato rappresentato anche dall’iniziativa “Kasumigaseki Cloud” (Kasumigaseki è il distretto di Tokyo dove hanno sede i maggiori edifici governativi e istituzionali del paese), che ha promosso la standardizzazione delle infrastrutture hardware e software in modalità cloud di tutti i sistemi Ict governativi e la creazione di un archivio nazionale per la digitalizzazione dei documenti pubblici, giocando un ruolo predominante nella crescita del mercato cloud nel paese. Una mossa non solo strategica per le politiche di sviluppo delle infrastrutture pubbliche, ma anche un’azione simbolica, una linea guida rivolta a tutti e in particolare a quella miriade di piccole e medie imprese che ricoprono la fetta più grande di mercato per il cloud.
Infatti, in un paese di 126 milioni di abitanti, vi sono poco meno di 4 milioni di piccole e medie imprese (dati Meti 2016), molte delle quali costantemente in lotta per ottimizzare le risorse e minimizzare i costi. A loro si rivolgono molti servizi cloud, che tra i vari vantaggi offrono appunto quelli del taglio dei costi amministrativi e di gestione.

Rete Internet adeguata

Tutto ciò non sarebbe possibile, però, se il paese non fosse caratterizzato da quella che è riconosciuta come la più estesa rete Internet a banda ultra larga ad alta velocità al mondo. Infatti, il Governo giapponese durante questi anni si è più volte impegnato nell’assicurare a tutti gli abitanti dell’arcipelago connessioni veloci, tanto che attualmente vanta il più grande numero di utenti FttH (Fiber-to-the-home, letteralmente “fibra fino a casa”) al mondo. Giappone e Corea del Sud dominano lo share di connessioni a fibre nei paesi Oecd avendo quasi il doppio del livello di penetrazione rispetto ogni altro paese.
Per quanto riguarda i provider di servizi cloud, cinque dei maggiori fornitori e sono aziende americane: Amazon (Aws), Google, IBM, Microsoft e Salesforce. Il fatto che non vi siano significative barriere all’ingresso che favoriscano i provider locali ha portato al successo delle aziende americane. Tuttavia, il cloud computing è in fermento e il Giappone dispone di forti realtà che stanno cercando di accaparrarsi importanti fette di mercato. Nel 2015 Fujitsu ha annunciato l’espansione dei suoi data center per incontrare l’aumento di domanda di servizi IoT, con un piano di investimenti di 2 miliardi di dollari per il periodo 2014-2017. Di recente si è visto anche un incremento nella partecipazione da parte di aziende cinesi. Una fra tutte è la joint venture SB Cloud Corporation, realizzata dal colosso giapponese Softbank con il gigante cinese Alibaba che dal dicembre scorso offre servizi cloud per il mercato nipponico.
Alcuni analisti di settore prevedono che la regione Apac conterà per 11,5 miliardi di dollari in spese in servizi cloud nel 2018 (Gartner) e che il Giappone ne rappresenterà il mercato guida, a meno che altre realtà asiatiche come Hong Kong e Singapore (che viaggiano a una velocità di sviluppo doppia rispetto al paese nipponico) ne metteranno in discussione la leadership. Fino ad allora, il Giappone resta in vetta.

*Nato in un piccolo paese dell’Emilia scopre l’Oriente attraverso la lettura dei grandi viaggiatori del passato. Cercando di seguirne i passi si laurea in Lingue e Culture dell’Asia. Dopo tante avventure nel continente asiatico e attirato dall’intreccio armonioso tra tecnologia, modernità e tradizione si ferma nella punta più estrema d’Oriente: il Giappone.Cloud Giappone


Giappone: il miglior mercato per il cloud, Italia ottava - Ultima modifica: 2017-06-12T08:52:00+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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