HPE Synergy: infrastruttura componibile ad alta velocità

Con HPE Synergy nasce una nuova categoria merceologica: è la prima piattaforma progettata dalle fondamenta come infrastruttura componibile.

Nell’odierna Economia delle Idee, le aziende devono trasformare le idee in servizi più velocemente. Sia le nuove startup che le imprese affermate corrono il rischio di perdere opportunità, di essere sorpassate da nuove idee o modelli di business. Non è mai stato più semplice, o più fondamentale, trasformare idee in prodotti, servizi o applicazioni – e portarli rapidamente sul mercato. Tuttavia, i responsabili IT necessitano di un’infrastruttura che consenta loro di collaborare con l’azienda per accelerare l’erogazione di servizi.
Da qui nasce HPE Synergy, un’infrastruttura che riduce la complessità operativa dei tradizionali carichi di lavoro e, al tempo stesso, aumenta la velocità operativa di applicazioni e servizi di nuova generazione. Siamo di fronte a una nuova realtà infrastrutturale, qualcosa di completamente nuovo che consente però di mantenere alcuni aspetti del business tradizionale. Ne abbiamo parlato con Fabio Tognon, Country Manager Divisione Server Hewlett Packard Enterprise Italia.

Come cambia l’offerta di HPE con l’introduzione di Synergy?
Synergy si affianca all’offerta di server attuale di Hewlett Packard Enterprise, che continuerà a esistere. Nel nostro portfolio continueranno ad esserci sistemi convergenti, in grado di offrire capacità e dimensioni ad hoc, a seconda del workload del cliente. E anche sistemi iperconvergenti, per chi vuole focalizzarsi sul virtuale e sulla semplicità. Synergy non è un refresh di qualcosa che già esisteva, ma una proposta completamente nuova.

A chi si rivolge Synergy?
È adatto ad aziende di qualsi dimensione. Pensiamo, ad esempio, a realtà in cui convivono ambiente fisico, data base, posta elettronica, sito web, magari esigenze di applicazioni cloud native. Noi uniamo i due mondi: quello del cloud e quello tradizionale. Per l’utente finale l’esperienza non cambia. Gli sviluppatori potranno avere invece una struttura sia fisica che virtuale on demand, come se fossero su un pubblic cloud. Avranno così pieno controllo dell’infrastruttura, on demand. Lato operation, si riuscirà a efficentare l’utilizzo. Si lavorerà così sull’infrastruttura in tempi brevi: la velocità è il tema di base, si eviterà lo shadow IT. Synergy si rivolge anche a chi non usa ancora il cloud, è abituato ad avere un controllo diretto sui dati. Pensiamo anche a chi vuole iniziare un percorso in pubblic cloud: HPE Synergy ha integrazioni native con Azure di Microsoft.

Synergy abilita quindi l’hybrid cloud?
In linea con la strategia di Hewlett Packard Enterprise annunciata da Meg Whitman, Ceo di HPE, favoriamo l’hybrid cloud. Vogliamo aiutare gli utenti a memorizzare le informazioni localmente e a gestire i dati in cloud pubblico. Le imprese non avranno il controllo visivo sulle operation e sulle macchine ma, grazie al software OneView, potranno accedere ai dati con semplicità. Portiamo la nuvola in casa delle aziende.

Chi veicolerà Synergy sul mercato?
HPE Synergy sarà disponibile entro la fine 2016. In Italia il business dei server è per il 70% indiretto. Il canale è fondamentale e continuerà a esserlo. Anche se, in questo caso, gli interlocutori non sono quelli tipici con cui i partner si relazionano di solito. Per HPE Synergy dovranno interfacciarsi con sviluppatori e con i responsabili delle linee di business. Per questo motivo stiamo lavorando sulle competenze, facendo non solo formazione tecnologica, ma lavorando soprattutto sulle soluzioni che sarà possibile abilitare. Il canale dovrà essere in grado di capire le esigenze del cliente che ha di fronte, identificare gli stake holder e relazionarsi con le persone giuste. Oggi in Italia abbiamo più di 100.000 server installati e una base solida di contatti con chi gestisce l’infrastruttura, ora il grosso lavoro che ci aspetta è quello di ampliare il bacino dei nostri interlocutori.

L’architettura di HPE Synergy
HPE Synergy integra i tre elementi chiave che definiscono un’infrastruttura componibile: pool di risorse fluidi, intelligenza software-defined e un’API unificata.
Grazie all’interfaccia utente comune, HPE Synergy permette di comporre pool di risorse di calcolo, storage e fabric in qualunque configurazione. Essendo una piattaforma espandibile, supporta una vasta gamma di applicazioni e modelli operativi, come virtualizzazione, cloud ibrido e DevOps.
Rende le risorse sempre disponibili, che possono essere configurate istantaneamente in base alle necessità specifiche di ogni applicazione. Lo storage interno è accessibile da remoto a blocchi, a oggetti o file direct-attached. È possibile espandere HPE Synergy con storage Das 3Par come parte dei pool di risorse. Anche la larghezza di banda può essere regolata dinamicamente, ridimensionata con espansioni e configurata per più protocolli.
Ulteriore capacità può essere scalata in pool flessibili più grandi con un processo automatizzato. La complessità operativa non aumenta con la crescita dell’hardware, permettendo all’IT di sfruttare le economie di scala e aumentare l’efficienza. È possibile assemblare senza fatica l’infrastruttura utilizzando i blocchi costitutivi con le dimensioni necessarie all’azienda, adattando in maniera flessibile la composizione delle risorse in base alle esigenze delle applicazioni.
Massimizzando l’utilizzo delle risorse, il personale IT può ridurre notevolmente il rischio di overprovisioning e la capacità inutilizzata, garantendo al tempo stesso l’allocazione di risorse con dimensioni appropriate per le applicazioni, in modo da ridurre drasticamente i costi.


HPE Synergy: infrastruttura componibile ad alta velocità - Ultima modifica: 2016-10-24T12:28:14+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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