Bioinnovazione, cybersecurity, 5g: la sostenibilità tra sovranità (tecnologica) e competizione globale

La Commissione Europea è pronta a mettere sul piatto quasi 10 miliardi di euro e altrettanti dovrebbero arrivare dagli investimenti degli altri partner.

Transizione verde e digitale. Oramai ne parlano tutti, ma i tempi sono maturi per passare dalle parole ai fatti. Per questo sono di particolare interesse i dieci nuovi partenariati che l’esecutivo UE intende promuovere per collaborare con gli Stati membri e le imprese per accelerare il percorso verso economie più competitive e resilienti.

TRASFORMAZIONE DA 10 MILIARDI

La Commissione Europea è pronta a mettere sul piatto quasi 10 miliardi di euro e altrettanti dovrebbero arrivare dagli investimenti degli altri partner.

Gli obiettivi sono ambiziosi: migliorare la preparazione e la risposta comunitaria alle malattie infettive, sostenere l’uso di materie prime biologiche rinnovabili per la produzione di energia, acquisire posizioni di leadership a livello europeo per le tecnologie di infrastrutture digitali, aumentare la competitività del trasporto ferroviario e favorire la transizione verso una mobilità via aereo a più basse emissioni di Co2.

Tra i partenariati più innovativi c’è quello dedicato alla bioeconomia circolare che sostenga gli approvvigionamenti sostenibili e la conversione di biomassa in bioprodotti.

In questo ambito rientreranno anche gli investimenti in bioinnovazione, per rilanciare le economie di regioni rurali, costiere e periferiche. E poi idrogeno pulito, come pilastro della transizione verde dell’UE: l’obiettivo è la creazione di una catena del valore europeo in grado di produrre, distribuire e stoccare l’idrogeno, anche in aiuto di quei settori difficili da decarbonizzare.

Per favorire la trasformazione digitale sono state promosse iniziative nel campo dei processori di prossima generazione ed è prevista una nuova alleanza per la microelettronica che dovrebbe contribuire a “rafforzare la competitività e la sovranità tecnologica dell’Europa”. Il partenariato Reti e servizi intelligenti si integra con la nuova strategia UE per la cibersicurezza e il pacchetto di strumenti 5G.

SICUREZZA SOSTENIBILE

In termini di cybersecurity “la strategia rafforzerà la resilienza collettiva dell’Europa contro le minacce informatiche e contribuirà a garantire che tutti i cittadini e tutte le imprese possano beneficiare appieno di servizi e strumenti digitali affidabili. A prescindere da quali siano i dispositivi connessi, le reti elettriche, i servizi bancari o i trasporti aerei che i cittadini europei utilizzano o le amministrazioni pubbliche o le strutture ospedaliere che frequentano, essi devono potervi accedere con la sicurezza di essere protetti dalle minacce informatiche… La nuova strategia per la cibersicurezza mira a salvaguardare un’Internet globale e aperto…

L’UE rafforzerà ulteriormente il suo pacchetto di strumenti della diplomazia informatica e intensificherà gli sforzi per la creazione di capacità digitali nei paesi terzi sviluppando un’apposita agenda esterna dell’UE. Saranno intensificati i dialoghi in materia di cibersicurezza con i paesi terzi e le organizzazioni regionali e internazionali, nonché con la comunità multipartecipativa. L’UE istituirà inoltre una rete per la diplomazia informatica in tutto il mondo per promuovere la propria visione del ciberspazio.

Rispetto al 5G l’obiettivo è completarne l’attuazione entro il secondo semestre del 2021. Mariya Gabriel, commissaria per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani, ha dichiarato: “La sfida della pandemia da coronavirus ha reso più urgenti i nostri sforzi di lunga data per utilizzare meglio la ricerca e l’innovazione al fine di affrontare le emergenze sanitarie, i cambiamenti climatici e la trasformazione digitale. I partenariati europei sono la nostra opportunità di cooperare per rispondere alle profonde trasformazioni economiche e sociali e plasmarle a vantaggio di tutti i cittadini dell’UE.”

IL RUOLO DEL COMMERCIO

Il sostegno verso una transizione verde e digitale dei paesi UE dovrà però coniugarsi con una strategia commerciale rispetto ai rapporti con il resto del mondo. “Autonomia strategica aperta” secondo la Commissione Europea dovrebbe indicare un nuovo percorso di apertura a collaborazioni globali, ma che consentano di operare in autonomia se necessario. Per Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione Europea e commissario per il commercio “la nuova strategia per la politica commerciale che deve essere aperta, regolamentata e deve sostenere pienamente le trasformazioni verde e digitale della nostra economia e guidare gli sforzi globali di riforma dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto)”.

La Commissione richiede dunque una riforma del Wto basata sulla sostenibilità e la trasparenza; sostegno alla transizione verde e promozione di catene del valore responsabili e sostenibili; rafforzamento dei partenariati internazionali con i paesi vicini e con l’Africa, applicazione degli accordi commerciali e garanzia di parità di condizioni per le imprese comunitarie. La riforma dell’Organizzazione Mondiale del Commercio dovrebbe essere favorita da una rafforzata collaborazione con la nuova amministrazione Usa, partendo dal fatto che le distorsioni della concorrenza minano lo sviluppo sostenibile che, con l’impegno su condizioni di parità e accesso al mercato, dovrebbero anche essere le linee guida per quanto riguarda le relazioni commerciali e di investimento con la Cina. La speranza è che la sostenibilità non sia un alibi, ma il movente.

CON IL COVID MENO GAS SERRA

In Italia nel 2020 si è registrato un taglio del 9,8% di gas serra rispetto al 2019. Questa la stima dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che parla di “consistente riduzione” soprattutto per via delle misure restrittive legate all’emergenza sanitaria da Covid-19,“a fronte di una diminuzione prevista del Pil dell’8,9%”. Cosa, quest’ultima, che conferma il “disaccoppiamento” tra andamento, emissioni e indice economico.

“Il ‘decoupling’ si verifica quando in un dato periodo il tasso di crescita della pressione ambientale” come le emissioni di gas serra è “inferiore a quello dell’attività economica” come, per esempio, il Pil che “ne è all’origine”. La riduzione dei gas serra è legata alla diminuzione della produzione di energia elettrica, alla minore domanda, alla riduzione del traffico e al risparmio per il riscaldamento collegato alla chiusura di edifici ed attività commerciali.

UNA PALLA DI PELLE DI … PESCE

Newton Owino è un conciatore che vive a Kisumu, in Kenya, sulle sponde del lago Victoria. Nel 2012 decide di provare a produrre una pelle speciale, ottenuta non da bovini, ma dagli scarti della lavorazione del pesce. A Kisumo l’industria ittica produce 150mila tonnellate di rifiuti ogni anno, l’80% è pelle di pesce. Grazie all’idea di Newton Owino, ora da questi rifiuti si rimuovono le scaglie, la pelle viene fatta asciugare e poi trattata con sostante ottenute dalla lavorazione di frutti locali, in sostituzione dei prodotti chimici. La pelle di pesce si trasforma in portafogli, giacche, scarpe. A Kisumo dicono che è morbida, più scura di quella tradizionale, ma con un odore molto meno sgradevole. Sembra pelle di coccodrillo, ma costa meno, ed è ottenuta dagli scarti.


Bioinnovazione, cybersecurity, 5g: la sostenibilità tra sovranità (tecnologica) e competizione globale - Ultima modifica: 2021-05-31T11:03:15+00:00 da antonella.tagliabue

Giornalista, collabora con numerose testate sui temi del non profit e della sostenibilità quali Il Sole 24 Ore, Metro e Digitalic. Managing Director e Senior Advisor di Un-Guru, coordina il team di Un-Guru per i progetti di responsabilità sociale e ambientale di impresa, non profit e di sviluppo sostenibile, ed è responsabile dell'area marketing e comunicazione. Coordinatore e docente del Master per il Non Profit de Il sole 24 Ore, docente per il Master di Marketing e Comunicazione Ambientale di CTS, oltre che per numerose Università

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