La Nasa fa un videogioco per salvare la barriera corallina

La Nasa crea Nemo-Net, un videogame per tablet in cui i giocatori aiutano la Nasa a classificare i coralli e gli altri animali dei fondali marini nel mondo.

La NASA ha creato un videogame per salvare la barriere Corallina, non solo astronauti e spazio: la Nasa si preoccupa anche della Terra come dimostra un recente progetto che farà felici soprattutto gli appassionati di videogame.

L’agenzia spaziale americana ha lanciato Nemo-Net, un gioco per tablet il cui scopo è quello di classificare gli elementi delle barriere coralline. Questi ecosistemi di coralli e polipi si trovano nei fondali marini di tutto il mondo e, a causa del riscaldamento globale, hanno subito considerevoli danni negli ultimi tempi. Ad esempio, la Grande Barriera Corallina situata in Australia sta soffrendo un processo di sbiancamento che ne ha già intaccato varie parti. Al fine di salvaguardare questi habitat naturali, la Nasa si è lanciata nel mondo dei videogiochi.

Nasa Nemo-Net

Come giocare al videogame Nemo-Net della NASA

Per adesso disponibile solo per sistemi operativi iOS e quindi usufruibile su iPad e altri dispositivi Apple, Nemo-Net si basa sulle capacità di memoria degli utenti. La grafica semplice e colorata lo rende un videogioco adatto ai bambini, ma chiunque può mettersi alla prova.

Obiettivo finale è quello di identificare e colorare i vari esseri viventi presenti sui fondali oceanici. In caso di scelta corretta, la difficoltà aumenta e di pari passo anche il sostegno dato alla Nasa. Infatti i dati inseriti dai giocatori vengono raccolti dall’agenzia spaziale e trasmessi a un programma di intelligenza artificiale che li usa per mappare le barriere coralline, ovvero riconoscere di quali piante e animali si tratta.

“Le informazioni vengono inviate alla nostra rete di osservazione multimodale per la valutazione globale della barriera corallina. Nemo-Net è una rete neurale open source che sfrutta il supercomputer Pleiades per utilizzare i dati di gioco e valutare la salute delle barriere coralline di tutto il mondo” spiega il sito della Nasa. Le notifiche di rilevamento remoto prodotte dai giocatori, unite alle scansioni satellitari, servono per determinare la composizione delle barriere coralline a livello globale e intervenire dove necessario.

Intelligenza artificiale al servizio della Nasa

Nasa Nemo-Net

Il videogame utilizza fotografie delle apparecchiature di imaging della Nasa ottenute attraverso droni e aerei. Le fotocamere speciali compensano le distorsioni ottiche create dalle onde dell’acqua sulle barriere coralline, creando un’immagine nitida destinata a diventare uno dei livelli di Nemo-Net. Più persone giocano, maggiore sarà l’aiuto dato alla rete neurale del supercomputer americano.

Fra qualche tempo Pleiades dovrebbe essere in grado di ordinare le foto da solo, senza bisogno di assistenza umana. Un netto passo avanti, dato che le attuali valutazioni sulla classificazione delle barriere coralline basate esclusivamente sui dati satellitari possono avere errori di segmentazione superiori al 40% e sono in grado di rilevare i cambiamenti solo su scale temporali annuali. Ciò ostacola in modo significativo la comprensione dei processi nella biodiversità marina, specialmente in un momento in cui questi habitat stanno vivendo pressioni negative senza precedenti a causa dei cambiamenti climatici

Il mondo tech contro il riscaldamento globale

In quanto ecosistemi minacciati, è importante che gli scienziati acquisiscano una comprensione più approfondita delle barriere coralline. Creando una mappa di queste ultime, si spera che i ricercatori saranno in grado di trovare un modo per preservarle, nonostante i danni causati dall’aumento delle temperature e dall’inquinamento. Bambini e adulti possono ora dare una mano giocando a Nemo-Net, che dopo lo sbarco sui Mac arriverà su Android in futuro come spiegato dalla Nasa..


La Nasa fa un videogioco per salvare la barriera corallina - Ultima modifica: 2020-05-13T12:28:18+00:00 da Andrea Indiano

Giornalista con la passione per il cinema e le innovazioni, attento alle tematiche ambientali, ha vissuto per anni a Los Angeles da dove ha collaborato con diverse testate italiane. Ha studiato a Venezia e in Giappone, autore dei libri "Hollywood Noir" e "Settology".

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