Dall’America una nuova terapia per l’autismo: i Google Glass

Arriva una nuova cura per l’autismo dall’America, sono i Google Glass usati come terapia per migliorare l’autismo permettere di riconoscere le emozioni

Una nuova cura per l’autismo (intesa come applicazione di una terapia d’aiuto) arriva dall’America ed è tecnologica, sono i Google Glass.
Da innovazione fenomenale a flop: la storia dei Google Glass, gli occhiali tech che avrebbero dovuto diventare uno strumento d’uso comune, era finita nel 2016 quando Google decise di interrompere la messa in vendita del prodotto a seguito dello scarso successo ottenuto. Ora i Google Glass potrebbero aver trovato una nuova funzione che li rende ancora una volta utili e rivoluzionari. Alcuni studiosi dell’università di Stanford hanno scoperto che questi occhiali tecnologici sono efficaci per i bambini affetti da autismo e hanno creato una nuova cura per l’autismo basata sugli smartglass.

Nuova cura per l'autismo Google Glass

 

Autismo cure in America

Nuova cura per l'autismo Google Glass

Nuova cura per l’autismo: i Google Glass come terapia

Secondo i dati pubblicati dall’università californiana di Stanford, negli Stati Uniti ci sono oltre un milione di bambini sotto i 17 anni affetti da autismo.

Questi giovani spesso non riescono a riconoscere le emozioni facciali dei propri interlocutori, rendendo ancora più difficili le interazioni sociali e lo sviluppo di amicizie.

Acquisire queste competenze richiede interventi comportamentali intensivi che sono spesso costosi e difficili da comprendere per i bambini e per i familiari.

“Il nostro team sta ricercando una soluzione a questo problema – hanno detto i ricercatori di Stanford nel sito creato appositamente http://autismglass.stanford.edu – abbiamo sviluppato un sistema che utilizza l’intelligenza artificiale per automatizzare il riconoscimento delle espressioni facciali grazie ai Google Glass. Il nostro nuovo sistema sfrutta la fotocamera rivolta verso l’esterno di questi occhiali tecnologici per leggere le espressioni facciali e fornisce spunti e risposte al bambino attraverso lo schermo. Registra anche la quantità e il tipo di contatto visivo, così da aggiungere un ulteriore livello per l’intervento comportamentale”.

Autismo nuove terapie per migliorare grazie ai Google Glass

Nuova cura per l'autismo Google Glass

Nuova cura per l’autismo dall’America: i Google Glass che riconoscono le emozioni

Per merito del sistema di riconoscimento facciale creato dagli scienziati di Stanford, i Google Glass sono ora in grado di leggere le espressioni sul viso di chi si mette di fronte agli occhiali tech.

Ad ogni movimento delle guance, delle bocca o degli occhi, il sistema abbinerà una reazione umana tipica, come quelle di gioia, tristezza, paura o apprensione.

Sullo schermo interno, visibile dal bambino che indossa gli occhiali, apparirà la descrizione dell’espressione fatta dall’interlocutore. Per rendere il processo ancora più facile per i giovani utenti, sarà visualizzato un emoji rappresentante l’emozione riconosciuta.

Una emoticon che ride vorrà dire felicità, una con gli occhi chiusi sonno o distrazione. In questo modo i bambini nello spettro autistico saranno in grado di capire le emozioni delle persone intorno a loro, un procedimento che risulta spesso molto difficile per le persone affette da questa patologia. Indossare i Google Glass favorirà la comprensione delle emozioni altrui e rappresenta in questo modo una nuova cura per l’autismo.

Google Glass una terapia efficace per l’autismo

Nuova cura per l'autismo Google Glass

Nuova cura per l’autismo: sono i Google Glass usati come terapia nel riconoscimento delle emozioni

L’esperimento dei Google Glass con i bambini affetti da autismo ha avuto riscontri positivi anche dai diretti interessati.

“Ha aiutato nostro figlio a connettersi di più con la famiglia – ha detto la madre di un bambino al magazine NY Post – penso che questi occhiali siano un modo positivo per incoraggiare un ragazzo a guardare qualcun altro in faccia”. Un bambino al centro dell’esperimento ha voluto esprimere il suo parere: “Gli occhiali non sono una macchina in grado di leggere la mente, ma aiutano con le emozioni, riconoscendole. Credo davvero che questo aiuterà molto le persone autistiche”.
Se l’esperimento dell’università di Stanford dovesse rivelarsi in effetti funzionante e preciso, gli occhiali tech Google Glass tornerebbero di nuovo al centro delle attenzioni di tutto il mondo per il loro utilizzo nel campo della salute del futuro come terapia per l’autismo.

di Andrea Indiano – corrispondente dagli USA


Dall’America una nuova terapia per l’autismo: i Google Glass - Ultima modifica: 2018-09-16T09:50:11+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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