SAS: dall’economia dell’industria a quella degli analytics

Il piano varato dal Governo e gli incentivi alle imprese in ambito Industria 4.0 rappresentano grandi opportunità di crescita. Per portare innovazione diffusa nel sistema produttivo del Paese, quello che serve però è formare una cultura strutturata sugli analytics

Il piano varato dal Governo e gli incentivi alle imprese in ambito Industria 4.0 rappresentano grandi opportunità di crescita. Per portare innovazione diffusa nel sistema produttivo del Paese, quello che serve però è formare una cultura strutturata sugli analytics

Le aziende di tutti i settori stanno affrontando il tema della trasformazione digitale, un cambiamento che consente di ridefinire i propri modelli e processi operativi e di business, innovare la linea produttiva,
offrire servizi e prodotti inediti, creare esperienze sempre nuove per ogni cliente e affacciarsi ai mercati globali. Il piano varato dal Governo italiano e gli incentivi alle imprese in ambito Industria 4.0 rappresentano grandi opportunità di crescita per il nostro Paese.
La trasformazione digitale che investe tutti i settori del made in Italy può rappresentare il fattore di spinta per la crescita. Ma sarà solo gestendo e utilizzando al meglio, rapidamente, i dati, che le aziende potranno mantenere il loro vantaggio competitivo in un mercato in continua trasformazione.

L’era dell’Analytics Economy

Nella visione di SAS, oggi viviamo nell’Analytics Economy, dove dati, persone e macchine lavorano insieme per accelerare il passo dell’innovazione. Gli analytics sono una componente che permea e condiziona
ogni settore. L’Analytics Economy infatti riguarda tutti noi: il modo in cui lavoriamo, in cui interagiamo con gli altri, la modalità su cui si basano i servizi che migliorano la nostra qualità della vita.
In questo contesto di cambiamento caotico e di evoluzione continua, sapere e poter reagire velocemente sarà la discriminante per sopravvivere e prosperare nel proprio business.
Per essere davvero competitive, le aziende dovranno infatti portare le applicazioni analitiche a un utilizzo sempre più esteso e pervasivo. Questo significa basare la propria strategia aziendale su quegli elementi
differenzianti che hanno a disposizione, soprattutto sui dati acquisiti nel tempo, sia in termini di conoscenza dei propri clienti, sia sui prodotti e servizi erogati. Occorre allora introdurre capacità analitiche che
permettano di sfruttare il patrimonio informativo interno all’azienda e consentano l’evoluzione verso nuove esigenze che, nella trasformazione digitale, tutte le imprese dovranno affrontare.

La trasformazione nel manifatturiero

La maggior parte delle imprese italiane opera nel manifatturiero, settore che può trarre reali vantaggi dall’Industry 4.0. La digitalizzazione del comparto è un cambiamento radicale, che sta trasformando il modo di
lavorare. L’ingresso dell’Internet of Things nelle aziende apre nuovi orizzonti e prospettive per le attività produttive, ma impone un ripensamento dei processi di business. Se si vuole “monetizzare” l’enorme mole di dati che sensori, attuatori, robot e altri apparati IoT sono in grado di travasare continuamente nel sistema informativo aziendale, il punto di partenza è una digitalizzazione delle operation coinvolte. L’Industrial IoT riunisce diversi approcci tecnologici che vanno dall’industrial analytics al machine learning, dai big data alle soluzioni M2M (Machine-to-Machine) sino ai sistemi cyberfisici, composti da migliaia di sensori installati direttamente sui macchinari, che ne permettono l’interconnessione e pongono le basi per l’autoregolazione dei sistemi produttivi.

SAS_manifatturiero analytics

Una maggiore cultura analitica

La principale sfida legata a questo cambiamento, secondo SAS, è di natura culturale, intesa come formazione analitica. Tutti i momenti di grande trasformazione devono essere accompagnati da una maturazione culturale e dalla diffusione di nuove competenze e capacità. Per questo è necessario diffondere la cultura dell’analisi dei dati, affinché possa generare valore. Sono necessarie piattaforme abilitanti per la trasformazione digitale, così come centri di competenza e di diffusione del know-how digitale.
La figura del data scientist diventa sempre più importante in azienda: è colui in grado di estrarre valore dalle tante informazioni, anche quelle complesse e non strutturate.

Made in Itay e Pmi verso la trasformazione

Le Pmi sono le protagoniste del tessuto economico italiano. Per rimanere competitive e generare valore devono necessariamente abbracciare il cambiamento. Il ruolo di SAS è porsi come facilitatore verso il cambiamento. Facendo rete, partecipando ai tavoli di discussione e gruppi di lavoro delle diverse filiere, porta competenze e tecnologia per far conoscere il tema dei dati e degli analytics e sviluppare una cultura analitica. L’Italia si caratterizza da sempre per la sua intrinseca capacità di innovare, basti pensare ai distretti industriali dislocati sul territorio, centri di eccellenza che contribuiscono al tessuto economico del Paese. E come non citare le tante eccellenze dell’imprenditoria italiana? Uomini e donne, che grazie alla loro visione, portano le proprie aziende nel mondo.
Sono proprio la competenza e la conoscenza quella forte spinta a guardare avanti, elementi di valore che contribuiscono alla trasformazione delle imprese. L’Italia ha tante peculiarità, il made in Italy ad esempio è un brand fortissimo, riconosciuto in tutto il mondo, e poi le diversità del nostro paese, pensiamo al turismo, al food, alla moda, alla cultura e all’arte. Ambiti che tutti noi dobbiamo imparare a sfruttare al meglio. La
trasformazione digitale che investe tutti i settori può rappresentare il fattore di spinta che rilanci l’innovazione e la crescita del nostro paese.

sas_trasformazione_digitale analytics

Intelligenza artificiale: opportunità o nuova minaccia?

Secondo IDC, la spesa delle imprese in tecnologie AI raggiungerà i 47 miliardi di dollari nel 2020. Si tratta di una esplosione che detta le basi per una rivoluzione nell’approccio che le aziende avranno nei confronti di dati, mercato e clienti. Vedremo sistemi sempre più intelligenti interagire tra loro, tecnologie che non saranno solo in grado di raccogliere informazioni, ma anche di apprendere da queste.
Dispositivi e sensori diventeranno talmente intelligenti da organizzare anche molti aspetti della nostra vita. Nella produzione non basterà più solo parlare di IT, ma di sistemi complessi che interagiscono continuamente
con la produzione e con il mercato grazie a un massiccio utilizzo della rete con controlli in tempo reale. Questa trasformazione, applicata al concetto di Industria 4.0 crea nuovi scenari per la produzione di beni e servizi innovativi per i clienti e impatta l’intera catena produttiva: lo sviluppo e pianificazione del prodotto, la sua produzione nelle fabbriche “intelligenti”, la distribuzione sul territorio, e perfino l’analisi della soddisfazione del cliente e dei suoi bisogni.
Alla base della rivoluzione in cui l’intelligenza artificiale diventa protagonista, ci sarà sempre l’uomo e la sua creatività. L’uomo sfrutta molteplici livelli di intelligenza: spaziale, logica, interpersonale, emotiva. Per essere
all’altezza dell’essere umano, anche le macchine dovrebbero avere diverse forme di intelligenza. Ma non è questo l’obiettivo: sono necessari strumenti in grado di sostituire in maniera impeccabile l’uomo nell’esecuzione di operazioni ben definite, lavorando di più e senza stancarsi mai.
I lavori che richiedono creatività, innovazione, intuito e ragionamento non saranno sostituiti dagli algoritmi, le persone rimangono, e rimarranno, il punto focale della trasformazione, infatti il valore aggiunto sarà sempre dato dal tocco dell’uomo. Grazie a macchine che possono analizzare i dati in real time e in grado di prendere decisioni in modo autonomo e costantemente ottimizzato in base a un apprendimento in tempo reale, l’azione e il pensiero umano possono dedicarsi a pensare più in grande.

SAS_ marco icardi analytics

Il punto di vista di Marco Icardi, Ceo SAS Italia e Regional Vice President SAS

Nell’era dell’Industry 4.0, quali sono le tecnologie che le imprese devono adottare per essere competitive?
Le aziende di tutti i settori stanno affrontando il tema della trasformazione digitale. “Digital transformation” non significa solo fare investimenti in tecnologie digitali e innovative. Vuol dire innovare il modello aziendale introducendo il concetto di “digitalfirst” su tutti i dipartimenti. La sfida quindi non è solo tecnologica, riguarda anche le persone e le competenze necessarie per affrontare il cambiamento, innovando il modello di business dell’azienda.

Può farci qualche esempio di imprese che hanno compreso l’importanza degli analytics?
Negli ultimi anni abbiamo aiutato tante aziende a innovare ed essere competitive, come ad esempio:
• Enel Green Power, grazie a big data analytics, riesce a identificare e risolvere i malfunzionamenti all’interno degli impianti velocemente.
• Sky grazie agli analytics manda offerte personalizzate ai propri clienti, registrando redemption incrementali tra il 10% e il 20%.
• CNH Industrial, grazie ai dati e all’IoT, riesce a misurare i kpi di qualità per migliorare continuamente la dependability (affidabilità robustezza, durata) dei beni.
• Vodafone Italia è riuscita a migliorare il processo end-to-end delle interazioni, con particolare focus sull’ottimizzazione del self service e sulla valorizzazione dei risultati.

Cosa rallenta l’adozione delle tecnologie legate all’Industry 4.0?
L’Italia da sempre si caratterizza per la sua capacità intrinseca di innovare. Ci sono gli investimenti pianificati dal Governo e dall’EU. Il mercato italiano presenta peculiarità che lo rendono diverso da altre realtà europee: pensiamo al made in Italy, alle Pmi del nostro tessuto economico, ai distretti industriali e alle filiere di eccellenza nel food, fashion, design… Abbiamo i dati, le informazioni, le competenze e le piattaforme abilitanti alla loro analisi. Si tratta ora di concretizzare le idee e i progetti. Le imprese italiane devono passare dalla fase di sperimentazione a quella di azione. SAS intraprende progetti di innovazione, condividendo il rischio con i propri clienti.
Un altro punto di attenzione è lo sviluppo delle competenze in grado di abbracciare il cambiamento che le aziende stanno vivendo. Per supportare al meglio il processo di trasformazione è necessario collaborare a
stretto contatto con università e istituti di formazione, puntando sullo sviluppo della conoscenza.

Quali sono le iniziative formative di SAS?
In SAS abbiamo attivato numerosi progetti volti proprio a formare le figure professionali di domani:
• SAS@school: progetto in ambito alternanza scuola – lavoro in collaborazione con Regione Lombardia per avvicinare gli studenti delle superiori alla professione di data scientist. Si tratta di un’importante sinergia tra
scuola e impresa per coltivare giovani talenti, pronti per il mondo di oggi e di domani.
• Job&Career Accelerator: dopo uno stage in affiancamento con i nostri tutor, seguiamo direttamente il placement dei giovani data scientist presso SAS, aziende nostre clienti o partner. Nel 2016 e nel 2017 abbiamo
contribuito a inserire più di 100 giovani nel mondo del lavoro.
• Academy Program: SAS è presente in 40 università con attività di didattica e di ricerca, tra cui master, corsi curricolari, percorsi di preparazione alla certificazione SAS e utilizzo gratuito del software.

Come innescare il processo di diffusione dell’industria 4.0?
È necessario mettere a fattor comune le capacità delle aziende, con le loro aeree di forza e di trasformazione, la pubblica amministrazione, le università e i centri di ricerca per creare quelle competenze che sono
fondamentali al cambiamento. Il nostro ruolo come SAS è porsi come facilitatore e attivare progetti comuni che contribuiscano a innescare il processo di trasformazione necessario al nostro sistema produttivo. L’era della sperimentazione è finita. Per le imprese italiane è arrivato il momento di agire concretamente e mettere a terra le progettualità per una trasformazione digitale che riporti il Paese alla crescita.

Cosa fa SAS per supportare la trasformazione delle imprese in Italia?
Tutta la SAS Platform è alla base dei progetti di trasformazione e innovazione delle aziende. Inoltre, SAS mette a disposizione un valore intangibile che va ben al di là di quello che il cliente acquista con il software e i
servizi: la spinta all’innovazione, caratteristica intrinseca che ci permette di essere al passo con i nuovi trend e di supportare attivamente il processo di trasformazione digitale. Basti pensare che ogni anno SAS investe circa il 25% del fatturato in R&D.
Grazie ai nostri partner possiamo estendere inoltre le competenze analitiche a settori differenti e a diverse aree di business. Lavoriamo costantemente per sviluppare modelli, sempre più sofisticati ed efficienti, per rispondere alle nuove esigenze e necessità. La piattaforma SAS si inserisce all’interno della strategia aziendale dei clienti, andando a coprire tutto il ciclo di vita dell’analisi dei dati.
Grazie alla sua apertura, permette una piena collaborazione tra i diversi reparti, funzioni aziendali e diversi linguaggi. Nello specifico, con SAS Viya forniamo le capabilities e gli strumenti necessari per l’innovazione, con un forte focus in ambito Intelligenza Artificiale.

Tre idee per accelerare la spinta all’innovazione. Per un momento lei ha la bacchetta magica e può decidere cosa cambiare in Italia per ottenere un’adozione diffusa dell’Industry 4.0. Cosa farebbe?
a) In primo luogo mi focalizzerei sulla creazione di piattaforme abilitanti per la trasformazione digitale come centri di competenza e di diffusione del know-how digitale. In questa ottica, SAS può diventare la piattaforma
analitica aperta che permette la realizzazione di processi innovativi di analisi dei dati nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale e del Machine Learning.
b) Investirei in progetti educational per creare e diffondere le competenze necessarie per la digital transformation: attività sul campo in partnership con le università, digital learning in ambito analytics, così come l’introduzione di percorsi con gli studenti degli istituti superiori in ambito alternanza scuola lavoro per porre le basi per la creazione delle figure professionali di domani, creando percorsi di Academy e di enablement presso aziende clienti e partner, in ottica di completa collaborazione tra più parti.
c) Infine punterei al consolidamento di una rete di partner che possano contribuire, con le loro competenze di settore e di ambito funzionale, a introdurre nelle aziende quelle capacità e nuovi modelli di business in linea con le mutate esigenze di mercato, sempre più condizionato dalla globalizzazione e dalle nuove tecnologie.

SAS analytics


SAS: dall’economia dell’industria a quella degli analytics - Ultima modifica: 2018-02-07T14:28:51+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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