Yahoo in vendita, entro fine mese si attende l’annuncio

Yahoo non ha soddisfatto le previsioni degli analisti in termini di profitto ed entro fine mese si aspetta l’annuncio di vendita. Interessate Verizon e AT&T

Sembra arrivato il momento di uscire di scena, per Yahoo. Gli ultimi numeri deludono le aspettative degli analisti e mettono in evidenza la sfida che comporterebbe una nuova acquisizione della società. Il fatturato è sceso del 19% nel corso dell’ultimo trimestre rispetto allo stesso periodo di un anno fa, escludendo le commissioni che Yahoo versa ai suoi partner. Nonostante queste difficoltà ci si aspetta offerte significative per la società, alla quale sono interessati Verizon, AT&T e un gruppo di investitori di società private sostenute da Warren Buffett. Queste offerte, secondo quanto riferito, avevano come scadenza lunedì.

Alcuni analisti ritengono che la vendita possa essere ipotizzata per la fine di questo mese, a meno che le offerte non siano così basse da far scegliere a Yahoo di non vendere. Yahoo non ha annunciato una vendita imminente, che dipendeva direttamente dalla stima dei guadagni. Marissa Mayer, amministratore delegato, ha dichiarato “Sebbene non siamo in grado di dare l’annuncio oggi, siamo nel profondo del processo. Comunicheremo i nuovi aggiornamenti ai nostri azionisti con prudenza”.
Nel caso di vendita entro le prossime settimane, il resoconto dei ricavi, ben poco brillante, sarà l’ultimo della compagnia. Le azioni della società erano scivolate all’1% quando il report è stato diffuso alle 4:45 del pomeriggio prima della risalita.

Uno dei settori chiave dell’azienda è quello che la compagnia stessa chiama MaVeNS, un acronimo che sta per mobile, video, native e ricavi social. Il settore aveva visto una crescita del 26% nello stesso periodo dello scorso anno. Nel secondo quarto del 2015 la crescita è stata invece del 60%.
Dal suo arrivo nella compagnia nel 2012 la Mayer ha dovuto lottare tenacemente per rilanciare Yahoo e nonostante il trend positivo di MaVeNS, i numeri di Yahoo non sono riusciti a crescere.

La società non ha soddisfatto le previsioni degli analisti in termini di profitto, aggirando la propria quotazione attorno ai 9 centesimi per azione, anziché i 10 previsti, per un guadagno di 1.31 miliardi di dollari. Le entrate totali erano accresciute del 5% rispetto all’anno precedente e hanno battuto le previsioni degli esperti di 1.08 miliardi di dollari.
Altri numeri hanno portato a pessime notizie. I ricavi dalla ricerca erano precipitati del 24 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quelli dovuti a pubblicità erano in calo di 470 milioni di dollari per quel trimestre, una perdita pari al 7%.

Il gradimento della Mayer in Yahoo non ha goduto dei benefici dei guadagni. In molti avevano creduto che avrebbe salvato la storia dell’azienda fondata nel 1995 da Jerry Yang e Dave Filo. Il suo incarico venne celebrato e dibattuto, rendendo la Mayer uno degli esponenti femminili più eminenti tra gli executive, in special modo quando lei annunciò che nonostante la gravidanza non avrebbe usufruito della maternità se non per lo stretto necessario. Ebbe un gran da fare. Arrivò in Yahoo in tempi in cui l’azienda aveva avuto al comando una dirigenza con una visione drasticamente differente rispetto alla sua, su quello che sarebbe dovuta essere stata la società. Yahoo aveva fatto un ping-pong tra l’essere un’azienda tecnologica, una società di media oppure un business pubblicitario. Ciò nonostante la Mayer decise di perseguire tutte e tre le vie, suscitando critiche in quanto mancasse una focalizzazione su una branca specifica. Alcune grandi acquisizioni non diedero frutti, come ad esempio, l’acquisizione di Tumblr per un milione di dollari, e ciò fomentò le critiche più aspre.
La Mayer si è ritrovata così a combattere contro gli azionisti che volevano che l’azienda mettesse in vendita il proprio core business, prolungando la sua partecipazione in Alibaba. Il consiglio ha capitolato infine, sancendo che a partire da dicembre le offerte dovessero provenire dall’esterno.

Sebbene i risultati di lunedì facciano pensare a Yahoo come ad una società che non figuri come un’acquisizione di successo, alcune parti dell’azienda rimangono ancora interessanti; Verizon è ancora fresca di acquisizione di AOL, ma potrebbe utilizzare gli assett di Yahoo per poter diventare una società di contenuti digitali e video mentre AT&T sembrerebbe essere interessata alla tecnologia pubblicitaria di Yahoo, che implementerebbe la sua acquisizione di DirecTV.

Nel momento in cui il consiglio si era dichiarato aperto alle offerte, la Mayer ha detto che avrebbe voluto ancora mantenere Yahoo in pista. Agli azionisti che si sono riuniti il mese scorso, la Mayer ha detto che si sentiva rincuorata sia dalle offerte che dalle attività di base della società, cogliendo un segno positivo che faceva dedurre che l’azienda si stesse muovendo verso la giusta direzione. Lunedì la Mayer ha ribadito che la società sta mantenendo la rotta facendo progressi concreti rispetto al programma del 2016. Forse è una degli ultimi che credono ancora che Yahoo possa essere concepito come un unico business. Le stime degli analisti erano proiettate sul valore di Yahoo in relazione ad una nuova acquisizione da parte di un nuovo compratore, anziché in riferimento ad una continuità di business portata avanti. Yahoo dovrebbe accettare qualsiasi offerta di almeno 5 miliardi di dollari, secondo Colin Gillis, un analista di BGC Partners, il quale aggiunge inoltre che Yahoo dovrebbe considerare qualsiasi offerta superiore ai 7 miliardi di dollari uno sviluppo decisamente positivo. Secondo Gillis, Yahoo come la intendiamo ancora oggi, è finita.
Yahoo Corporate Headquarters Sign


Yahoo in vendita, entro fine mese si attende l’annuncio - Ultima modifica: 2016-07-19T12:47:04+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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