HDD e AI: perché gli hard disk tradizionali sono più strategici che mai secondo WD

Nel mondo dell’intelligenza artificiale, la tecnologia “vecchia scuola” si rivela insostituibile. Ecco perché gli hard disk dominano ancora lo storage dei data center.


Quando si parla di intelligenza artificiale, tendiamo a immaginare solo tecnologie all’avanguardia, processori velocissimi e memorie flash ultrarapide, eppure, dietro le quinte della rivoluzione AI, a fare il lavoro più pesante sono proprio gli hard disk drive (HDD), quella tecnologia che molti davano per spacciata di fronte all’avanzata degli SSD. La realtà è che l’AI sta rendendo gli HDD più cruciali che mai, i numeri lo confermano.

HDD e AI: perché gli hard disk tradizionali sono più strategici

L’esplosione dei dati: uno tsunami da 527 zettabyte

L’intelligenza artificiale è affamata di dati: che si tratti di addestrare modelli linguistici, sistemi di riconoscimento immagini o algoritmi predittivi, la materia prima è sempre la stessa: una quantità smisurata di informazioni da archiviare e processare.

Secondo IDC, entro il 2029 la mole di dati generata a livello globale triplicherà, passando da 173,4 zettabyte nel 2024 a oltre 527 zettabyte. Una crescita alimentata principalmente dall’AI e dal cloud computing, che sta spingendo gli investimenti nei data center verso cifre record: 40 miliardi di dollari nella prima metà del 2025.

Anche il nostro Paese è protagonista di questa trasformazione. Nel 2024, la potenza installata nei data center italiani è cresciuta del 17%, superando i 500 megawatt, con Milano che si conferma il principale polo per hyperscaler e cloud provider. Le proiezioni parlano di una capacità destinata a triplicare entro il 2030, con investimenti miliardari che consolideranno il ruolo strategico dell’Italia nell’area mediterranea.

Perché gli HDD battono gli SSD (almeno per l’AI)

A questo punto sorge spontanea una domanda: se gli SSD sono più veloci, perché l’industria continua a puntare sugli HDD? La risposta è in due parole: convenienza economica. Come sottolinea Asa Fitch del Wall Street Journal, sebbene le unità a stato solido garantiscano trasferimenti dati più rapidi, gli hard disk risultano significativamente più economici da acquistare e gestire. E quando si tratta di archiviare petabyte di dati, il costo per terabyte diventa determinante.

Gli HDD rappresentano già circa l’80% dello storage globale, e questa dominanza è destinata a continuare. Il motivo? La maggior parte dei dati nei data center non richiede accessi continui. Sono quelli che l’industria definisce “cold data” o “warm data”: informazioni che devono essere conservate e accessibili, ma non necessariamente all’istante. Per questi scenari, la latenza conta meno del total cost of ownership (TCO), e qui gli HDD sono imbattibili.

Affidabilità 24/7: la battaglia che gli HDD vincono ogni giorno

C’è un altro aspetto spesso sottovalutato: l’affidabilità. L’addestramento di modelli AI di grandi dimensioni può richiedere settimane o mesi di elaborazione continua. I dispositivi di storage devono funzionare ininterrottamente, resistendo a letture e scritture costanti. Un guasto può costare tempo, denaro e compromettere l’intero progetto.

Western Digital, uno dei leader mondiali nel settore, non si limita a progettare HDD robusti: collabora con i clienti per simulare scenari reali nei propri laboratori, assicurando che ogni soluzione sia ottimizzata per i carichi di lavoro AI più impegnativi.

L’industria degli hard disk non è ferma al passato. Grazie a innovazioni come la tecnologia HAMR (Heat-Assisted Magnetic Recording), che utilizza il calore per aumentare la densità di registrazione magnetica, i produttori stanno spingendo le capacità degli HDD verso nuovi record, mantenendo il vantaggio competitivo in termini di costo per terabyte.

Il paradosso dell’AI: più intelligenza, più bisogno di storage “tradizionale”

C’è un aspetto paradossale nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale che vale la pena sottolineare. A differenza di altre rivoluzioni tecnologiche, l’AI non solo consuma dati durante la fase di addestramento, ma li genera continuamente sotto forma di testi, immagini, video e output sintetici. E tutti questi dati devono essere archiviati.

Come osserva Fitch, le aziende tendono a conservare i dati sugli hard disk anche dopo aver completato l’addestramento dei modelli, piuttosto che eliminarli. Questo crea una domanda di storage praticamente illimitata, un terreno in cui gli HDD eccellono.

Spingere i confini della tecnologia HDD

Western Digital è da tempo pioniere nello sviluppo di soluzioni che hanno permesso di raggiungere capacità enormi e una maggiore efficienza dei costi, mantenendoci in prima linea di fronte alla crescente domanda di storage dati. Grazie a innovazioni come la tecnologia di registrazione magnetica assistita dal calore (HAMR), siamo pronti a offrire unità con capacità ancora maggiori, permettendo agli HDD di conservare il loro vantaggio in termini di TCO.

Pur sottolineando l’esistenza di un certo rischio legato all’aumento delle vendite di HDD, strettamente legato alla continua espansione dell’AI, Fitch osserva che il boom dell’intelligenza artificiale si distingue da altre transizioni tecnologiche. Anche dopo che le aziende hanno addestrato i loro modelli AI, “tendono a conservare i dati sugli hard disk piuttosto che eliminarli una volta completato il processo”. Ancora più cruciale, aggiunge Fitch, l’AI genera autonomamente enormi quantità di dati sotto forma di testi, immagini e video, che devono essere archiviati da qualche parte.


HDD e AI: perché gli hard disk tradizionali sono più strategici che mai secondo WD - Ultima modifica: 2025-12-09T11:56:07+00:00 da Digitalic
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