HP: il lavoro ibrido per l’inclusione e la produttività

Giampiero Savorelli, Managing Director di HP Italy, ci porta nel futuro del lavoro in cui la tecnologia avrà un ruolo fondamentale e in questa intervista pone l’accento sulla necessità di affrontare sfide quali la cybersecurity, il potenziamento delle competenze digitali, l’inclusione e un corretto equilibrio tra lavoro remoto e in presenza per favorire un buon work-life balance.

Il lavoro non è mai cambiato tanto velocemente quanto negli ultimi anni. Da un’improvvisa transizione al lavoro completamente remoto, viviamo ora un ambiente di lavoro più flessibile e ibrido. Per capire come questa evoluzione influenzerà il futuro delle imprese, abbiamo parlato con Giampiero Savorelli, Managing Director di HP Italy per capire il ruolo centrale della tecnologia nell’evoluzione dell’ufficio moderno e le sfide che ci attendono per il futuro, tra cui la cybersecurity, lo sviluppo di competenze digitali, l’inclusione e come “l’ibrido” possa rappresentare il miglior punto di equilibrio tra vita lavorativa e personale.

Giampiero Savorelli, Managing Director di HP Italy

Giampiero Savorelli, Managing Director di HP Italy

Abbiamo vissuto l’era del lavoro remoto, poi il ritorno parziale in ufficio. Quale sarà l’assetto definitivo?

Il contesto ibrido è destinato a rimanere e ad evolvere, in una logica di maggiore flessibilità associata allo smart working, con l’obiettivo anche di un migliore work-life balance. I dati globali di IDC confermano che nei prossimi due/tre anni sono previsti investimenti importanti per il Future of Work, una spesa di quasi 1 B$ nel 2023 (con quasi il 60% di spesa per lo spazio di lavoro) e che entro il 2026 supererà 1,5 miliardi di dollari. L’esperienza tecnologica gioca un ruolo centrale in questa evoluzione, che rivoluziona il concetto di spazi di ufficio e di posto di lavoro e nella quale i dispositivi come PC e printing sono elementi chiave. Da una recente indagine HP il 90% dei dipendenti pensa che la giusta tecnologia possa migliorare l’esperienza lavorativa e il 79% si aspetta che l’azienda fornisca l’equipment tecnologico necessario.

L’evoluzione porta anche sfide complesse (una fra tutte la cybersicurezza) , l’esigenza di sviluppare competenze digitali e di continuare ad accrescere la cultura aziendale. In questi mesi molte organizzazioni hanno ritrovato appieno anche l’importanza del lavoro in presenza, il valore delle relazioni e degli incontri in ufficio, che diventa sempre più spazio di incontro, brainstorming e collaborazione. Una sfida importante sarà trovare un equilibrio tra la modalità in remoto e la presenza in ufficio, consentendo da un lato un migliore work life balance e dall’altro preservando il valore della condivisione, quell’energia insostituibile che si genera lavorando insieme, in team o prendendo un caffè insieme.

Lei stesso è stato nominato Managing director di HP durante questo cambiamento epocale. Quali sfide si sono presentate nel suo ruolo di leader nella trasformazione verso il lavoro ibrido?

Nella prima fase della pandemia avevo la responsabilità del business Personal Computing per la region Sud Europa e quindi la gestione in remoto di un grande team internazionale, parte del quale non ho mai avuto la possibilità di incontrare di persona. Il ruolo di Managing Director per HP Italy mi ha poi offerto una sfida nuova e importante. C’era l’esigenza di garantire il business e i contatti con i nostri clienti in una fase così unica e complessa e di lavorare per il ‘benessere’ dei colleghi italiani, prima in remoto e poi creando le migliori condizioni possibili per poter riaprire i nostri uffici. È stata un’opportunità di crescita per me, una conferma di come il nostro modo di lavorare e di comunicare siano fattori critici di successo, così come la capacità di motivare le organizzazioni, anche in situazioni ‘sfidanti’. È stata anche una conferma della forza straordinaria del team HP che ha saputo gestire complessità ed opportunità in quel periodo epocale. Oggi, dopo la riapertura degli uffici viviamo una nuova fase di riaccelerazione delle attività esterne e di relazione, come gli incontri con i clienti e gli eventi.

Molti dipendenti affermano di sentirsi disconnessi dai loro team a causa del lavoro remoto. Come si possono affrontare questi sentimenti di isolamento e come si può intervenire?

È un tema sicuramente delicato rispetto al quale posso portare la nostra esperienza come HP Italy: durante la fase pandemica, i colleghi avevano frequenti call one-to-one con i responsabili e con i team e potevano fruire di iniziative online ‘inclusive’ – dalla socialità aziendale (virtual breakfast e aperitivi, concerti e virtual games) a percorsi di wellness guidati da HR, ospitando esperti del settore . Oggi siamo in una fase ibrida, con alternanza di attività in remoto e di attività in presenza per quei task che richiedono condivisione e collaborazione – ad esempio un brainstorming. Oltre ai meeting singoli e di team, abbiamo iniziative aziendali a vari livelli, con attività della nostra direzione HR e del team di Diversity, Equity and Inclusion – da eventi virtuali e in presenza ad opportunità di approfondimento su tematiche DE&i. Penso che questi siano fattori chiave per il nostro team e per continuare a coltivare la cultura aziendale.

Come può la tecnologia aiutare a colmare la distanza fisica tra i membri del team?

La tecnologia è un fattore abilitante per offrire la migliore ‘esperienza’ per l’utente ibrido, con riferimento a task di comunicazione, collaborazione e condivisione. Un piccolo esempio: secondo un recente studio internazionale HP, il 75% dei dipendenti ritiene la qualità del video una caratteristica importante per il successo lavorativo. In questa logica come HP abbiamo soluzioni PC, workstation e periferiche, progettate in una logica hybrid, quindi con caratteristiche potenziate (es. Audio, video, webcam 4K) e funzionalità AI, e soluzioni printing progettate per un utilizzo in mobilità e via app. Queste soluzioni rendono più semplice sostenere creatività, brainstorming e collaboration, così come software enterprise di remotizzazione come HP Anyware che permette ai dipendenti di rimanere produttivi grazie ad un accesso protetto ai loro spazi di lavoro digitali senza una VPN, consentendo una collaboration ad elevate prestazioni praticamente ovunque.

Come possono essere sostenuti creatività e brainstorming in un ambiente di lavoro ibrido?

Per sostenere la creatività e il brainstorming in un ambiente di lavoro ibrido, le organizzazioni possono seguire diversi approcci presi dal documento che hai fornito. Flessibilità e inclusione: l’ambiente di lavoro ibrido favorisce la flessibilità, permettendo ai dipendenti di lavorare in un modo che si adatta meglio ai loro stili di vita individuali.

Questa flessibilità può stimolare la creatività. Inoltre, la promozione di un ambiente di lavoro inclusivo può aiutare a far emergere più idee e prospettive diverse durante i processi di brainstorming. La pandemia ha dato importanza alla coesione dei team: secondo Gartner, durante i periodi di interruzione del lavoro, i team fortemente coesi hanno dimostrato di avere il 37% di probabilità in più di mantenere la propria stabilità. Migliorare la collaboration e promuovere l’inclusione tra dipendenti, anche in modalità ibrida, giocherà un ruolo fondamentale nello sviluppo della resilienza delle organizzazioni di domani. Formazione e crescita continua: Fornendo opportunità di formazione e sviluppo delle competenze, le organizzazioni possono stimolare la crescita professionale e, di conseguenza, la creatività dei membri del team. I cambiamenti nel modo in cui i prodotti vengono sviluppati, commercializzati e venduti, unitamente all’aumento del lavoro ibrido, hanno anche spinto i dipendenti ad acquisire nuove competenze. Lo scorso anno, Gartner ha rilevato che quasi 6 dipendenti su 10 avrebbero bisogno di sviluppare nuove competenze per svolgere il proprio lavoro con successo. Utilizzo della tecnologia: L’uso di tecnologia adeguata può facilitare il brainstorming e la collaborazione in un ambiente di lavoro ibrido. Questo potrebbe includere strumenti digitali per la condivisione di idee, software per la gestione dei progetti o piattaforme per la comunicazione online. Il raggiungimento della resilienza aziendale nell’era ibrida si basa tanto sulla scelta o sullo sviluppo della tecnologia giusta in diverse aree aziendali, quanto sulla formazione e sulla collaboration.

Il lavoro ibrido ha un impatto non solo sul digitale, ma anche sul mondo fisco. Come devono cambiare gli spazi degli uffici per adattarsi a questo modello?

La maggior parte delle aziende che ho incontrato in questi ultimi mesi sta pensando o sta già attraversando questa evoluzione, che anche noi stiamo implementando nella nostra sede.

L’ ufficio si trasforma in uno spazio di incontro, di brainstorming e di collaborazione in presenza: prima della pandemia il 65% era dedicato alle tradizionali scrivanie, ora si stima che quest’area scenderà al 40% e lo spazio dell’ufficio sarà riprogettato per nuovi spazi dedicati a meeting, ad aree di collaboration e a conference ‘ibride’, con tecnologie innovative ed ‘inclusive’ di video conferencing, come le nostre soluzioni Poly, anche per chi sarà presente in remoto. C’è un concetto di customization dei propri dispositivi per la maggiore efficacia e grazie al nostro portafoglio Poly possiamo soluzioni innovative per headset, speakers phone e sale conferencing.

Possiamo dire che l’ufficio non sarà più semplicemente un posto dove vai a lavorare, ma un posto dove vai a lavorare con le persone. Mettiamoci nei panni di un’azienda che oggi vuole assicurare un’esperienza di lavoro ibrida di alta qualità, cosa dovrebbe fare? Penso che lo step iniziale sia un assessment del proprio ambiente tecnologico, delle esigenze dei dipendenti e del parco dispositivi pc e printing, poi pensare ad acquisire soluzioni tecnologiche in grado di garantire performance, operatività, sicurezza by design e capacità di collaboration. Sempre più aziende stanno anche adottando un approccio più contrattuale, con la formula as a service, ossia una soluzione completa per delegare la gestione del parco dispositivi ad un player tecnologico (così come vediamo un trend di forte crescita delle subscription, come nel caso di HP Instant Ink nel mondo consumer e piccole imprese). In questo ambito l’unicità dell’offerta HP può aiutare le imprese nel gestire, ottimizzare e supportare i loro dispositivi: PC, stampanti, soluzioni di conferencing e altri endpoint, con l’obiettivo di maggiore efficienza e di esperienza d’uso ‘ottimale’ e potendo offrire competenze sia in ambito computing, sia printing ed un’esperienza sia nel mondo business, sia in quello consumer (ambiti di riferimento per i servizi: Workplace Computing, Document & Printing, Communication & Collaboration, Security).

Con il cambiamento dell’organizzazione del lavoro sono cambiati anche i pericoli a cui ci si espone. I report HP indicano un aumento di comportamenti a rischio in termini di sicurezza informatica tra i dipendenti nel contesto del lavoro ibrido. Come si può affrontare questo problema? Un dato incluso negli ultimi report HP di cybersecurity evidenzia che il 70% degli lavoratori a casa (‘office workers at home’) ammette di utilizzare il proprio dispositivo anche per attività personali ed è questo solo un esempio semplice dei comportamenti ‘a rischio’… La sfida nella sfida per i responsabili IT è mantenere l’operatività e la continuità del business, implementando al contempo policy restrittive di sicurezza, per proteggere dati e dispositivi aziendali e rendere i singoli e l’organizzazione più informati e consapevoli dei rischi su questo tema complesso.

Qual è il ruolo dei dispositivi endpoint per la sicurezza nel contesto del lavoro ibrido? Perché sono diventati un target privilegiato per gli attacchi informatici?

Il lavoro ibrido sta cambiando rapidamente la cultura delle organizzazioni e anche il loro profilo di rischio informatico. In questo contesto i dispositivi endpoint, pc e stampanti rappresentano spesso il punto ‘zero’ di attacco, perché potenzialmente più esposti al rischio per diverse situazioni d’uso, spesso fuori dal perimetro protetto dell’ufficio tradizionale. Nel periodo pandemico si è registrato un incremento del 238% di attacchi informatici e una gran parte di questi rivolti ad endpoint, PC e stampanti. Oggi si stima una media di 1,5 attacchi al minuto. È quindi importante avere dispositivi progettati secondo i principi ‘security by design’, con una protezione multilivello – dal bios al visual hacking – e progettati per autoripristinarsi in caso di attacco. Sono poi fondamentali gli aspetti di informazione e di cultura della sicurezza per agire sui comportamenti dei singoli e allineare l’organizzazione.

Lei ha detto “la resilienza sarà un aspetto fondamentale per navigare nel contesto imprevedibile”. In che modo le aziende possono diventare resilienti, o almeno più resilienti?

Pensando ad aziende grandi e medie, ci sono a mio avviso degli aspetti chiave come flessibilità e diversificazione del business, oltre a temi evergreen come l’innovazione e gli investimenti in ricerca e sviluppo. Penso che saranno ugualmente rilevanti la capacità dei leader di lavorare sugli aspetti di organizzazione e di inclusività. Io credo che la resilienza sia anche una competenza da allenare sempre anche come individui, uscendo dalla propria zona di comfort e avendo un approccio inclusivo e continuando ad imparare.

 

Digitalic per HP


HP: il lavoro ibrido per l’inclusione e la produttività - Ultima modifica: 2023-10-17T22:01:55+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

e-book guida ecm

Non rimanere indietro, iscriviti ora

Ricevi in tempo reale le notizie del digitale

Iscrizione alla Newsletter

controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy

Grazie! Ora fai parte di Digitalic!