WhatsApp vuole fermare le catene di San’Antonio e testa gli avvisi di spam per limitare la diffusione di questi messaggi che possono avere anche gravi conseguenze.
WhatsApp sta testando gli avvisi di spam , una nuova funzionalità che mira a limitare la diffusione di messaggi di spam in stile lettera a catena, o catena di sant’Antonio e ad affrontare gli annunci di falsi virus che si diffondono attraverso la sua piattaforma.
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Stop alle catene di Sant’Antonio su WhatsApp
Due blog che si occupano di WhatsApp, Whatsappen.nl e WABetaInfo, segnalano avvisi di spam e messaggi di notifica nell’app destinati ad avvisare gli utenti che sono a rischio di inviare spam, visualizzando un avviso che sottolinea quanto il messaggio “sia stato inoltrato molte volte”.
WhatsApp segnala i messaggi spam
Avvisi di spam simili vengono visualizzati anche su un messaggio inoltrato di frequente quando viene ricevuto, sebbene la funzione sia descritta come ancora in fase di sviluppo e non è chiaro se WhatsApp intenda ufficialmente lanciare la funzione o meno.
Al momento, l’azienda non ha rilasciato commenti ufficiali in merito agli eventuali test relativi alla funzione anti-spam.
Catena di sant’Antonio su WhatsApp: un sistema inarrestabile
I messaggi a catena di sant’Antonio che contengono, nei migliori dei casi, affermazioni senza senso e che spingono altri utenti WhatsApp a inoltrare il messaggio a tutti i loro contatti per continuare ad amplificarne la diffusione, sono visti di frequente sulla piattaforma e al momento sembrano ancora inarrestabili.
Le catene di sant’Antonio su WhatsApp hanno conseguenze
Mentre alcuni tipi di catene di Sant’Antonio potrebbero sembrare una forma piuttosto banale di notizie false per cui non ci sia granché di cui preoccuparsi, il problema delle false voci che si propagano come lampi sulla piattaforma di WhatsApp è stato collegato a conseguenze ben più gravi.
In India, ad esempio, sono stati segnalati attacchi criminali che hanno provocato morti e feriti, a causa di false notizie diffuse tramite WhatsApp.
Le tensioni religiose e di casta in India e Birmania sono state alimentate anche da post falsi diffusi attraverso i social media, come riportato recentemente dal Washington Post.
L’anno scorso Facebook ha inserito pubblicità a tutta pagina su alcuni giornali indiani, dicendo alla gente come individuare notizie false.
Intensificare le misure tecniche antispam sulle sue piattaforme, al fine di rallentare la diffusione virale di false notizie risulta essere di certo una cosa responsabile da fare per l’azienda, dati i rischi molto reali legati alla diffusione veloce di elementi di disinformazione.