L’intelligenza artificiale è la leva per l’innovazione delle piccole e medie imprese italiane, ma è necessario un ecosistema tecnologico supportato da politiche governative adeguate
Per le PMI italiane, l’AI “Made in Italy” rappresenta un’occasione imperdibile. Non si tratta solo di infrastrutture tecnologiche o di pura competizione; ma di avviare una trasformazione che può catapultarci in un ciclo virtuoso di innovazione, crescita e sviluppo. Con AI e cloud computing a braccetto, le PMI possono personalizzare i loro prodotti, ottimizzare i processi e garantire conformità legale in maniera efficiente, sfruttando al meglio la vicinanza e la conoscenza del tessuto imprenditoriale nazionale che un fornitore italiano come Seeweb.
Ma secondo Seeweb il vantaggio competitivo non risiede nell’individuazione di un “campione nazionale dell’AI” di un unico grande soggetto, ma nel nutrire un ecosistema di imprese altamente tecnologiche che possano beneficiare di un supporto garantito dalle politiche di governo. Il sostegno alle imprese italiane ad alta tecnologia può accelerare la produzione locale di soluzioni innovative, indispensabili per l’erogazione di servizi di qualità e per stimolare ulteriori investimenti sia pubblici che privati.
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Seeweb: all’avanguardia nel cloud e nell’AI made in Italy
Seeweb si è posta in prima linea in questa “battaglia” per l’AI, nella convinzione che rinunciare a competere con i grandi dell’innovazione non sia un’opzione. Il CEO di Seeweb, Antonio Baldassarra, sottolinea che “la sfida non è già persa in partenza” e che, nonostante gli investimenti in AI siano da anni in crescita esponenziale, vi è la necessità di un cambiamento di paradigma nell’approccio italiano per rendere l’AI nazionale competitiva a livello globale.
Con la definizione di una strategia nazionale sull’AI da parte del Governo, che segua le linee europee tramite incentivi e sgravi fiscali, l’Italia può superare gli ostacoli sulla strada dell’innovazione. Ma non ci si può fermare qui: è fondamentale sviluppare una governance etica e una collaborazione tra gli attori pubblici e privati, oltre a supportare le imprese, specialmente quelle già operative nella filiera dell’AI.
Gli ostacoli dei dati
Una forte barriera all’ingresso che ostacola la crescita dell’IA in Italia è la scarsa disponibilità di grandi set di dati su cui si allenano i sistemi di intelligenza artificiale. Questi archivi rappresentano delle “barriere artificiali” costruite negli ultimi 20 anni dai grandi fornitori di servizi online, grazie soprattutto allo scraping online, una raccolta a strascico di dati dal Web.
La rivoluzione chiamata IA non nasce oggi: stiamo usando algoritmi già noti. Cosa cambia? Che abbiamo tante masse di dati. Che però sono in mano a pochi player, anche perché questi dispongono di capitali incredibili. Noi non abbiamo questo stesso enorme patrimonio di dati, che però sono un asset essenziale; di qui, dobbiamo costruire sistemi “nostri” e alimentare il bacino di dati da usare per uno sviluppo sostenibile, equo, compliant e positivo dei nuovi strumenti. Il mancato accesso ai dati sta creando disuguaglianze industriali tra Paesi. Per questo motivo – spiega Seeweb – le aziende globali leader dell’AI non intendono condividere gli enormi set di dati che hanno accumulato, proprio perché quello è il loro asset principale e più redditizio, e quindi da proteggere.
Verso una politica industriale proattiva
Per ridurre il divario dell’Italia e affrontare sfide come l’inflazione globale e la carenza di risorse come energia, chip e materie prime, è imprescindibile una svolta nella politica industriale. Urge che il public procurement italiano sostenga in maniera più incisiva le nostre imprese di alta tecnologia.
“L’Italia può essere al passo con gli altri Paesi europei ed ha anche maturato una nuova consapevolezza – aggiunge il Ceo di Seeweb -, ovvero che non possiamo fermare l’innovazione degli altri ma che possiamo decidere quanto far crescere il nostro settore”. Finora è stato fatto troppo poco e molto spesso assistiamo ad una resa del decisore pubblico di fronte al dominio tecnologico di fornitori esteri, anche quando non sembra affatto necessario perché sono già presenti sul mercato italiano valide alternative nazionali di prodotti e servizi.
La demo AI di Seeweb
In questo contesto Seeweb ha lanciato la propria demo di AI generativa, per stimolare il dibattito sullo sviluppo di modelli europei. La demo infatti è in grado di generare immagini e testi seguendo le indicazioni che gli utenti inseriscono nel prompt testuale. Il funzionamento insomma è molto simile alle API di cui si parla continuamente nell’ultimo periodo, con un modello che è stato completamente sviluppato in Italia, su tecnologie italiane, seguendo quindi criteri di compliance e riservatezza del progetto.
In sintesi, Antonio Baldassarra e Seeweb invitano all’azione e al dialogo. La digitalizzazione e le tecnologie AI non sono più un futuro remoto, ma un presente che attende il contributo italiano, una “AI Made in Italy” che possa competere con dinamismo e innovazione sul palcoscenico globale, puntando su personalizzazione, prossimità e conformità. Per le PMI italiane, è giunto il momento di trasformarsi, servendosi del cloud e dell’intelligenza artificiale come alleati strategici per un benessere collettivo e un’identità digitale nazionale distintiva e competitiva.
Digitalic per Seeweb