Lorena Bianchetti: “Ecco cosa penso dei Social’’, intervista

Intervista a Lorena Bianchetti: la popolare conduttrice parla di ciò che pensa dei social, dell’approccio dei Pontefici al Digitale e del piacere (intramontabile) di scrivere a mano

Secondo Lorena Bianchetti, popolare conduttrice e una delle mamme social più influenti della Rete, i social network hanno cambiato il modo di comunicare e rappresentano un valore aggiunto, per interagire con persone di tutto il mondo, ma non devono mai inghiottirci

“Quello che preferisco è Instagram perché più immediato. Attraverso una foto e un pensiero si fermano dettagli, emozioni che vogliamo trasmettere e che, altrimenti, passerebbero via velocemente”, afferma Lorena Bianchetti.

di Ilaria Galateria

Lorena Bianchetti, conduttrice di “A Sua immagine”, giornalista, autrice, attrice e scrittrice – lo scorso novembre ha dato alle stampe il libro “Una guerriera disarmata” – e da tre mesi mamma della piccola Estelle, ha le idee chiare sull’uso e su come districarsi nella giungla dei social network.

Lorena Bianchetti

Lorena Bianchetti – Foto: Federico Guberti / LaPresse

Lorena Bianchetti: l’intervista

Pensa che per la sua professione sia importante essere sui social?

Lorena Bianchetti: “Sì anche se, ripeto, l’importante è che non diventi una dipendenza e una schiavitù da perdere di vista il mondo reale. Ognuno deve trovare il proprio stile, la propria personalità, senza esagerare. La difficoltà sta proprio nel saper bilanciare la vita reale con quella dei social”.

Benefici d’immagine?

Lorena Bianchetti: “Dipende. Sì, se racconti te stesso e non stravolgi la realtà, se trasmetti pensieri e messaggi come persona e non ‘costruiti’ e artefatti come personaggio. A volte i troppi filtri distorcono la vera essenza di un individuo”.

Quando il 5 marzo scorso è nata la sua bambina Estelle, lei ha condiviso sui social il lieto evento, ci spiega la sua scelta?

Lorena Bianchetti: “Certamente. È stato un momento di grande gioia e, insieme con mio marito Bernardo, ci faceva piacere comunicarlo subito a tutti, amici e conoscenti. Mi piace essere sempre aggiornata e nello stesso tempo aggiornare i tanti amici che mi seguono con affetto e simpatia”.

La libertà di parola si trasforma facilmente in libertà di odio, qual è la sua opinione?

Lorena Bianchetti: “Questo è un aspetto negativo e molto delicato su cui occorre una riflessione. Sui social spesso si scaricano una serie di frustrazioni che portano a un linguaggio violento, il confronto diventa uno scontro gratuito, immotivato. L’aggressività e la cattiveria verbale a volte sono il mezzo di comunicazione più usato da certe persone che non conoscono il vero significato del dialogo”.

Nel suo programma “A Sua immagine”, che conduce con successo da ben dodici edizioni, avete anche trattato il tema delle relazioni umane nell’era dei social. Quali riflessioni ne ha tratto?

Lorena Bianchetti: “Oggi viviamo tutti freneticamente e la tecnologia ha velocizzato ancora di più i nostri ritmi. L’ansia domina i nostri pensieri perché il mondo intorno ci obbliga a essere veloci. Chi rallenta è visto come un intralcio, e tutto questo ci toglie il tempo da dedicare agli altri, la pazienza di ascoltare, di relazionare, la gioia e la riflessione del dialogo. Tra tanto stress e tanta velocità, sarebbe bello poter ritrovare alcuni momenti per una riconnessione con noi stessi”.

Lorena Bianchetti: Pontefici più digitali

Lei da molti anni segue gli eventi e le celebrazioni dei vari Pontefici. Chi di loro è il più social?

Lorena Bianchetti:  “Mi viene in mente un’immagine storica di Papa Giovanni Paolo II che, di fronte a un computer, schiaccia simbolicamente un dito sulla tastiera. Ma ricordo anche che nel 1995 si inaugurò il sito della Santa Sede e trecentomila fan risposero subito cercando un contatto con il Papa. Ma forse Benedetto XVI è stato il primo Pontefice digitale. Nel 2011, durante la giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, riguardo ai social network e alla ricerca di un numero sempre maggiore di “amici”, fu il primo ad esortare, tra l’altro, a rimanere sempre fedeli a se stessi e a non cedere all’illusione di costruire un profilo pubblico ‘artificiale’”.

E Papa Francesco?

Lorena Bianchetti: “Ne ha fatto un uso più attuale, con un linguaggio più moderno. Milioni di follower lo seguono su Instagram, compresa la sottoscritta. Le sue parole, le sue foto, i suoi abbracci ai più deboli, ai dimenticati suscitano tenerezza e portano a riflettere. Le sue immagini raccontano un amore che a volte sui social non è protagonista. Il suo è un invito alla possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti anche attraverso l’uso misurato dei social”.

Papa Francesco, però, ci invita a passare dalla community alla comunità e inoltre afferma che il desiderio di connessione digitale ci può isolare dal prossimo, cosa ne pensa?

Lorena Bianchetti: “Ci esorta a non essere schiavi dei social a usarli con intelligenza. La velocità di informazione non deve superare la nostra capacità di riflessione. I social devono rimanere uno svago senza esserne dominati. Quante volte al ristorante si vedono coppie in cui ognuno è concentrato solo sul proprio telefonino?”.

A proposito del cellulare, Papa Francesco ha ammonito sulla dipendenza dai telefonini, un mezzo utile e bello, che va usato senza diventarne schiavi perché altrimenti si perde la propria libertà. Concorda?

Lorena Bianchetti: “Credo che la moderazione sia il giusto compromesso. A volte per un selfie o per immortalare un istante ci perdiamo la possibilità di viverlo veramente. Il cellulare è un po’ il mio ufficio portatile, è uno strumento utile che mi dà sicurezza e permette di essere sempre in contatto con i miei familiari e con le persone con cui lavoro. Prima ero sempre connessa, adesso, con la nascita di mia figlia il mio approccio è più distaccato. Quando siamo in campagna tolgo la suoneria, dimentico gli sms, le email e mi riapproprio del mio tempo e vivo con intensità ogni magico momento familiare”.

Lorena Bianchetti e il piacere di scrivere

Lorena Bianchetti

Lorena Bianchetti

Nel libro “Una guerriera disarmata” ha ben descritto la sua battaglia di ragazza normale per raggiungere, senza scorciatoie, la sua strada. Com’è stata l’esperienza di autrice?

Lorena Bianchetti: “In realtà è stato un libro portafortuna perché mentre lo scrivevo, rigorosamente sull’iPad, ho scoperto di aspettare la mia bambina. Il mio desiderio è stato di trasmettere ai lettori la positività di credere nei propri sogni. Quando si lavora con impegno e serietà i traguardi si possono raggiungere. È più faticoso ma, quando si arriva, ci si sente più forti”.

Lorena, scrive ancora le lettere?

Lorena Bianchetti: “Soprattutto i bigliettini. Uno, in particolare, è sul comodino di mio marito Bernardo. Il fascino di una lettera d’amore scritta con carta e penna è intramontabile”.


Lorena Bianchetti: “Ecco cosa penso dei Social’’, intervista - Ultima modifica: 2019-06-24T07:02:57+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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