Perché Google+ chiude: lo scandalo sui dati degli utenti

Google+ chiude, arriva l’annuncio ufficiale dopo lo scandalo alla Cambridge Analytica: dal 2015 rubati i dati diu circa 500.000 e Google non ha detto nulla

Google+ chiude, dopo lo scandalo alla Cambridge Analytica: un bug ha consentito a sviluppatori di terze parti di accedere ai dati degli utenti di Google+ dal 2015 fino a quando Google lo ha scoperto e aggiornato a marzo, ma ha deciso di non informare il mondo a riguardo, circa 500.000 utenti sono stati vittime inconsapevoli di questo accesso non consentito ai propri dati personali.

Perché Google+ chiude

Gli eventi che hanno portato alla annunciata chiusura di Google+ iniziano da un’inchiesta del Wall Street Journal che ha portato allo scoperto il Bug che ha reso disponibili le informazioni private di mezzo milione di utenti. Ma come funzionava questo bug?
Quando un utente dava il permesso a un’app di accedere ai propri dati del profilo pubblico, il bug consentiva in realtà agli sviluppatori anche di estrarre i dati dai campi del profilo formalmente non pubblici in merito ad amici e amici degli amici. Ben 496.951 nomi completi di utenti, con indirizzi email, date di nascita, genere, foto del profilo, luoghi, stato di occupazione e relazione sono stati potenzialmente esposti, anche se Google afferma di non avere prove del fatto che i dati siano stati abusati dalle 438 app che avrebbero potuto accedervi.

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Google+ non ha detto niente del bug

L’azienda, a quanto pare, aveva deciso di non informare il pubblico perché la faccenda li avrebbe portati “al vaglio sotto i riflettori accanto o addirittura al posto di Facebook, pur essendo rimasti lontani dai radar durante lo scandalo di Cambridge Analytica”, in base a quanto riportato in una nota interna. Ora Google+, che era già sostanzialmente una città fantasma, in gran parte abbandonata o mai abitata dagli utenti, è diventata una responsabilità enorme per l’azienda.

La notizia arriva da un rapporto del Wall Street Journal secondo cui Google avrebbe anche dovuto annunciare una serie di riforme relative alla privacy in risposta al bug.
Google ha infatti rilasciato un annuncio sui risultati del suo audit sulla sicurezza con Project Strobe pochi minuti dopo la pubblicazione del rapporto WSJ: le modifiche includono l’interruzione dell’accesso della maggior parte degli sviluppatori terzi ai dati SMS di telefoni Android, registri delle chiamate e alcune informazioni di contatto; Gmail limiterà, inoltre, la realizzazione di componenti aggiuntive a un piccolo numero di sviluppatori.

L’annuncio ufficiale: Google+ chiude

A seguito di questa analisi di sicurezza Google+ chiude, il social interromperà tutti i suoi servizi orientati ai consumatori, lasciando agli utenti la possibilità, nei prossimi 10 mesi, di esportare i propri dati, mentre si concentrerà sulla realizzazione di un nuovo Google+ solo per le aziendale.

Google cambierà anche il suo sistema di autorizzazioni dell’account per consentire alle app di terze parti di accedere ai dati degli utenti in modo tale da dover confermare ciascun tipo di accesso singolarmente piuttosto che tutto in una volta. Gli add-on di Gmail saranno limitati a quelli che “migliorano direttamente la funzionalità di posta elettronica”, inclusi client di posta elettronica, backup, CRM e strumenti di produttività.

Google+ poco usato: sessioni inferiori ai 5 secondi

In modo imbarazzante, Google ammette anche che questo esame effettuato internamente ha delineato chiaramente ciò che già sapevano da un po’ di tempo, ovvero che, nonostante i loro team di sviluppatori abbiano dedicato molto impegno alla creazione di Google+ nel corso degli anni, non hanno ottenuto grande successo con la maggior parte dei consumatori. La versione consumer di Google+ ha attualmente un utilizzo e un engagement basso: il 90% delle sessioni utente di Google+ è inferiore ai cinque secondi.

Le conseguenze per Google del bug di Google+

Dal momento che il bug e la relativa falla nella sicurezza sono iniziati nel 2015 e sono stati scoperti a marzo, prima che il GDPR europeo entrasse in vigore a maggio, Google probabilmente risparmierà il 2% delle entrate annuali globali per non aver rivelato il problema entro 72 ore. L’azienda potrebbe comunque dover affrontare cause legali, azioni collettive e reazioni pubbliche. Come consolazione, almeno, i post e i messaggi di G+, i dati dell’account Google, i numeri di telefono e i contenuti aziendali di G Suite non sono stati esposti.

Dato che non è ancora chiaro se i dati degli utenti su Google Plus siano effettivamente stati raccolti e salvati o se saranno impiegati per scopi illeciti, la notizia del bug sarebbe potuta essere meno importante e, forse, anche nascosta dal più grande scandalo relativo a Facebook, ma il problema grave è in primis che Google abbia cercato di coprire la notizia sul bug, cosa che, certamente, fa apparire molto peggio l’azienda rispetto alla fiducia da parte del pubblico e delle istituzioni. Ciò mette in dubbio se Google sia trasparente su tonnellate di altre questioni controverse relative alle proprie pratiche.

Lo scandalo di Google+

Lo scandalo potrebbe spingere Google nello stesso mare agitato di controlli e critiche in cui annega attualmente Facebook, proprio come temeva l’azienda nel tentare di nascondere l’accaduto. Google è riuscita a superare molte delle critiche rivolte a Facebook e Twitter, sostenendo in parte che non si tratta di un vero e proprio social network, ma adesso le cose potrebbero cambiare.

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Google+ chiude per via della sicurezza, ma era anche poco usato


Perché Google+ chiude: lo scandalo sui dati degli utenti - Ultima modifica: 2018-10-09T11:58:07+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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