I flop tecnologici del 2015

Ogni anno la tecnologia ci regala meraviglie che migliorano la vita delle persone e delle aziende. Certo, a volte inciampa, ed ecco che arrivano i flop tecnologici: soluzioni che non servono,o che non fanno quello che promettono, o che mettono a rischio gli utenti. Qui trovate i 10 tonfi hi-tech che hanno caratterizzato il 2015. […]


Ogni anno la tecnologia ci regala meraviglie che migliorano la vita delle persone e delle aziende. Certo, a volte inciampa, ed ecco che arrivano i flop tecnologici: soluzioni che non servono,o che non fanno quello che promettono, o che mettono a rischio gli utenti. Qui trovate i 10 tonfi hi-tech che hanno caratterizzato il 2015.

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FireFox Os

Non che avesse avuto un grande impatto, ma il sistema operativo per smartphone sviluppato da Mozilla aveva raccolto molte simpatie per il suo essere l’outsider open source in competizione con i sistemi delle grandi multinazionali del mobile. Era anche riuscito a coinvolgere alcuni brand nella sua avventura temeraria. Non è stato sufficiente: a dicembre Mozilla ha annunciato la chiusura del progetto e il ritiro di Firefox Os.Firefox OS

Google Glass

Uno dei progetti più ambiziosi di Google, presentato da Sergey Brin in persona, è stato ritirato dal mercato. Il pubblico non lo ha accettato e invece, di considerarlo l’ultima meraviglia della tecnologia, ha cominciato a ridicolizzarlo. Negli Usa è stata anche coniata una nuova parolaccia: “glasshole” per indicare chi indossava i Google Glass. Il progetto però non è morto, Google lo sta ripensando in chiave professionale.Google Glass

Hoverboards

Hanno catturato l’attenzione della mondo, il sogno della mobilità del futuro. Questa sorta di Segway senza manubrio, di skateboard autobilancianti, si sono fatti notare. Alcuni però hanno dimostrato di non essere sicuri: hanno preso fuoco (si sta ancora indagando sulle cause). Il risultato è che sono stati vietati sui voli (non si possono portare con sé in aereo) e Amazon li ha eliminati dal proprio store. Vanno ripensati.Hoverboards

Ashley Madison&Co.

Uno degli attacchi che ha avuto più risonanza mediatica. Il sito per incontri extraconiugali è stato colpito da cyber-criminali che poi hanno pubblicato l’elenco dei clienti. Si è scatenata la psicosi da “Ashley Madison” su tutti i giornali ed anche i più sonnecchiosi settimanali di provincia hanno aperto le loro prime pagine con la classifica delle province e dei comuni a più alto tasso di fedifraghi. Quando il cyber-crimine incontra il gossip di quartiere la miscela è esplosiva e così parte la caccia del fedifrago.Ashley Madison

Volkswagen Software

La casa tedesca ha ammesso di aver istallato su 11 milioni di autovetture un software in grado di ingannare i test sulle emissioni nocive. In pratica l’auto si accorgeva quando era sottoposta all’esame e regolava le emissioni sotto la soglia prevista dalla legge. Una volta in strada, invece, tornava al suo normale funzionamento inquinando più di quanto fosse indicato dal manuale tecnico della casa e di quanto fosse ammesso dalle normative. Questo ha portato ad una crisi della casa automobilistica, al richiamo delle auto incriminate e alle dimissioni dell’amministratore delegato. Tutta l’industria dell’auto in qualche modo ne è rimasta colpita, si è incrinato il rapporto di fiducia con gli acquirenti e anche questo ha dato nuova spinta alle vetture elettriche.

Volkswagen software

Startup

Grandi startup, piccole valutazioni. Nel 2015 si sono quotate in Borsa alcune delle più promettenti e ammirate startup tecnologiche. Il mercato però non gli ha riconosciuto il valore che molti si aspettavano e così Square, Etsy, Box e Fitbit sono entrate in Borsa, ma scontrandosi con prezzi per azione molto bassi.
Molti degli “Unicorni” (le startup valutate più di un miliardo di dollari) sono in perdita e nell’attuale situazione economica non basta più avere un business che cresce molto velocemente, anche le nuove aziende vengono valutate con i vecchi metodi: il margine che riescono a generare. Forse va ripensato il modello e certamente la strategia di ingresso in Borsa.Square

Quirky

Prometteva di realizzare i sogni degli inventori più brillanti del pianeta, ma Quirky non ce l’ha fatta e a settembre ha annunciato il fallimento. La piattaforma raccoglieva le idee di nuovi prodotti, sceglieva quali trasformare in prototipi e quali prototipi portare poi sul mercato come prodotti veri e propri, riconoscendo all’inventore il 30% delle vendite online e il 15% di quelle effettuate nei normali negozi. Nonostante alcuni grandi successi il modello di business non era sostenibile e i costi hanno ben presto superato le entrate, a poco sono valsi gli accordi con alcuni giganti come General Electric.

Quirky

Twitter

Chi lo usa lo ama, ma la maggior parte delle persone non lo usa. Il 2015 è stato un anno complicato per Twitter con una base utenti stagnante, è stato superato da Instagram (oltre 400 milioni di utenti): il social network n.2 della scuderia Facebook. Il precedente Ceo, Dick Costolo, è stato allontanato ed è tornato alla guida il fondatore Jack Dorsey che ha sintetizzato in 3 punti cioè che Twitter dovrebbe fare ora: Semplificare il servizio, in modo che gli utenti possano apprendere più velocemente come si usa; spiegare meglio la piattaforma, in modo che le persone sappiano a cosa serve; eseguire i cambiamenti in modo ordinato. Il 2016 sarà l’anno della riscossa?

Twitter

Ouya

La consolle di gioco basata su Android doveva essere lanciata nel 2013, dopo aver racconto per 8,5 milioni di dollari sulla piattaforma di Crowdsourcing Kickstarter. Dopo molti ritardi è stata messa in vendita per la prima volta nel 2015, ma ormai il mondo era cambiato e il debito accumulato impressionante. Si è andati alla ricerca di un compratore che poi è arrivato. È ancora possibile acquistare Ouya, ma oggi ci sono diversi dispostivi di brand altisonanti che permettono di fare le stesse cose. Insomma il treno è passato.

OUYA

Apple Smart battery case

È arrivata sul finale di anno la batteria aggiuntiva prodotta direttamente da Apple e non han avuto una buona accoglienza. Molti l’hanno soprannominata “il gobbo”, perché il suo design non si integra nel forme dell’iPhone ma crea una sporgenza sul retro del telefonino.
Neanche i partner di Apple ne sono stati felici: le batterie aggiuntive sono uno dei business su cui sono state costruite intere aziende che vendono i loro prodotti soprattutto attraverso l’Apple Store. Altri osservatori hanno fatto notare come il messaggio che l’utente riceve da questo prodotto è che la batteria dell’iPhone non sia sufficiente.
Insomma un mucchio di polemiche, tanto che anche Tim Cook è stato chiamato in causa e in un’intervista e ha dichiarato che sono le funzionalità l’spetto innovativo, come il case in silicone che permette di mettere e togliere la batteria con facilità.

Apple Smart battery


I flop tecnologici del 2015 - Ultima modifica: 2015-12-28T10:00:08+00:00 da Francesco Marino
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