La Francia guida la corsa agli investimenti per l’AI generativa in Europa

La Francia guida l’investimento in AI generativa in Europa con oltre 2,2 miliardi ricevuti, mentre Londra vanta il triplo delle startup di GenAI rispetto a qualsiasi altra città


Amata o odiata, l’intelligenza artificiale, in particolare l’AI generativa, è indubbiamente la protagonista tecnologica del 2024.
OpenAI com ChatGPT e miliardi di finanziamenti, ha probabilmente attirato la maggior parte dell’attenzione e dei fondi finora. Tuttavia, secondo un nuovo rapporto di Accel e degli analisti di Dealroom, in Europa e Israele si sta ora formando un’onda di innovazione pronta a lasciare il segno.

Investimenti AI startup Europa

AI e finanziamenti in Europa

Insieme, Europa e Israele raccolgono normalmente circa il 45% di tutti i finanziamenti venture capital; tuttavia, quando si tratta di AI, questa percentuale scende a meno della metà (e per l’AI generativa è ancora inferiore). Questo può essere interpretato come un segnale che l’Europa sia indietro nel mondo AI, oppure, in modo più ottimistico, significa che assisteremo a una serie di sviluppi interessanti nei mesi e negli anni a venire, mentre l’Eu recupera terreno.

Ai e investitori

Gli investitori glibali sono ora alla ricerca della prossima grande novità in tema AI, potenzialmente a prezzi meno esagerati rispetto a quanto succede negli USA. Il rapporto di Accel è stato realizzato anche perché la società sta valutando tutte le startup emergenti di AI generativa in Europa, per decidere su quali investire.

Dati rapporto Accel sugli investimenti in AI

Londra è la città che ha “generato” il maggior numero di startup di GenAI. Delle 221 startup analizzate da Dealroom e Accel, circa il 27% (quasi un terzo del totale) sono state create a Londra. Tel Aviv occupa il secondo posto con il 13%, Berlino il 12% e Amsterdam il 5%. È interessante notare che, sebbene Parigi sia stata a lungo considerata un epicentro per lo sviluppo dell’AI, si colloca solo a metà classifica tra le città, con il 10%.

Le startup francesi di GenAI raccolgono più fondi di tutti. Complessivamente, le startup francesi che si definiscono attive nel campo dell’AI generativa hanno raccolto fino ad oggi 2,29 miliardi di dollari, la cifra più alta rispetto a qualsiasi altro paese in Europa e più di Israele. Recenti round di finanziamento hanno incluso Mistral AI, che ha raccolto 640 milioni di dollari (oltre ai 500 milioni di dollari raccolti precedentemente), “H”, che ha raccolto un round di seed da 220 milioni di dollari, e si dice che anche Poolside stia concludendo un consistente round di finanziamento.

Altre startup AI degne di nota a Parigi includono Hugging Face, il repository open-source per modelli di machine learning, che ha raccolto 235 milioni di dollari nell’agosto 2023; così come una nuova società focalizzata sulla ricerca chiamata Kyutai, che dispone di centinaia di milioni di euro per innovare nei modelli di AI open source.

Perché si investe in Francia e non in Italia?

Perché alcuni luoghi riescono migliori di altri per l’AI? Complessivamente, i 2,29 miliardi di dollari raccolti dalla Francia rappresentano quasi la somma di quanto raccolto di tre paesi successivi sommati. Il Regno Unito ha raggiunto 1,15 miliardi di dollari in finanziamenti per startup di generative AI (tra i principali attori ci sono Stability AI, creatrice di Stable Diffusion, Synthesia e PolyAI); Israele 1,04 miliardi di dollari (con startup che includono AI21 e Run:ai, recentemente acquisita da Nvidia); e Germania 636 milioni di dollari (con il round da 500 milioni di dollari di Aleph Alpha, che rappresenta la maggior parte di questa cifra).

L’Italia ha raccolto solo 39 milioni di dollari per le startup nel campo dell’Intelligenza articiale, meno della Spagna (73 milioni), meno della Danimarca (111 milioni), meno dei Paesi Bassi (119) e meno della Svezia (156 milioni)

Investimenti raccolti dalle StartUp AI

La ragione principale è forse la presenza di istituzioni educative forti, che non solo producono molti talenti ma attirano anche grandi aziende tecnologiche desiderose di aver accesso a quel talento. Si può osservare come un vero investimento a lungo termine nell’istruzione abbia un ruolo cruciale nella creazione di numerosi “fondatori” a Parigi. Anche Londra beneficia di questo approccio grazie a istituzioni prestigiose come Cambridge, Oxford e UCL. Tuttavia, il passaggio dall’università alla creazione di startup non è immediato. Per molti, un passo intermedio fondamentale è stato lavorare in grandi aziende tecnologiche che si sono stabilite nelle vicinanze per facilitare il reclutamento.

Le università sono fondamentali per attirare le grandi aziende tecnologiche, note come hyperscalers. Ad esempio, Facebook/Meta ha istituito i suoi laboratori di ricerca AI a Parigi, seguita da Google, che ha lanciato un centro simile dopo aver già avviato operazioni sia a Londra che a Parigi.

Queste grandi aziende tecnologiche, definite “fabbriche di fondatori,” sono una componente essenziale dello sviluppo delle startup. Anche se le startup possono sembrare il centro dell’innovazione nell’AI, le grandi aziende tecnologiche svolgono un ruolo cruciale nel sostenere questo processo. Analizzando le startup di AI generativa, emerge che circa il 25% dei loro fondatori ha lavorato in precedenza presso Alphabet (DeepMind o Google), Apple, Amazon, Meta o Microsoft (conosciute collettivamente come MAAMA). Questo fenomeno è ancora più pronunciato tra le prime dieci startup del settore, dove ben il 60% dei fondatori proviene da una di queste aziende. Una società in particolare spicca come una “fabbrica di fondatori” di società AI: Alphabet. Molti tra coloro che hanno fondato una nuova società in campo Ai hanno prima lavorato in una delle società di Alphabet.


La Francia guida la corsa agli investimenti per l’AI generativa in Europa - Ultima modifica: 2024-06-22T15:29:33+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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