Decisione drastica da parte del governo russo.
Il prossimo passo di Vladimir Putin è quello di portare la Russia fuori da internet. Nel 2022 la guerra si combatte anche in rete, lo si è ben visto nei giorni scorsi, quando tantissime aziende online e i principali colossi mondiali del tech hanno chiuso la porta alla Russia.
Interrompendo di fatto le esportazioni e le vendite di prodotti (come hanno fatto Apple e Samsung) oppure bloccandola sulle proprie piattaforme (come hanno fatto Facebook, Twitter, Netflix e molti altri ancora). Ma alla base della decisione russa di uscire da internet, vi sarebbe anche lo scopo di evitare cyberattacchi, come quelli che continua a eseguire a raffica il movimento Anonymous.
Russia fuori da internet: quando e come dovrebbe succedere
Secondo una comunicazione scritta che sarebbe stata inviata a tutte le autorità esecutive federali, entro l’11 marzo la Russia dovrebbe uscire dall’internet globale. A partire da quella data tutti i server e domini dovrebbero essere stati trasferiti nell’intranet russa. Ad inviare la comunicazione sarebbe stato Cernenko, viceministro dello sviluppo digitale. Il documento è stato postato su Twitter dall’account di Nexta TV, la più grande compagnia media dell’Europa dell’Est.
#Russia began active preparations for disconnection from the global Internet
No later than March 11, all servers and domains must be transferred to the #Russian zone. In addition, detailed data on the network infrastructure of the sites is being collected. pic.twitter.com/wOCdRqOJej
— NEXTA (@nexta_tv) March 6, 2022
I servizi di intelligence occidentali si sarebbero quindi occupati di diffondere una traduzione del documento, da cui si apprenderebbe che i passaggi per far sì che la Russia sia fuori da internet prevederebbero:
- di verificare la presenza dell’accesso degli account personali degli amministratori dei domini dei siti pubblici in rete Internet. In caso di assenza dell’accesso, di eseguire le azioni richieste su ripristina accesso;
- di aggiornare e/o rendere più complessa la politica della password, di modificare password account personale del registratore dei domini, password degli amministratori di risorse pubbliche e, se possibile, e di introdurre fattori di autenticazione aggiuntivi per gli utenti;
- di passare ad utilizzare i server di DNS localizzati sul territorio della federazione russa;
- di cancellare da pagine HTML tutti i codici Javascript scaricati da risorse estere;
- in caso di utilizzo di hosting estero, di spostare le risorse pubbliche posizionate su di esso verso un hosting russo.
- in caso di inserimento di una risorsa pubblica nella zona di dominio diverso dalla zona di dominio russo, se possibile spostarlo alla zone di dominio “ru”. 7. Di comunicare a tutti gli enti dipendenti l’elenco delle misure di potenziamento delle risorse pubbliche;
- di informare con lettera ufficiale indirizzata al ministero dello sviluppo digitale della Russia l’esecuzione delle misure entro il 15 marzo. In caso di rifiuti che comportano indisponibilità delle risorse pubbliche, di segnalare al ministero dello Sviluppo digitale.
Oltre agli interventi già indicati, su territorio russo, dovrebbero essere rimossi da tutti i siti contenuti provenienti da società straniere. Sarebbe inoltre stato richiesto l’innalzamento dei requisiti di sicurezza.
La guerra tra Russia e Ucraina resterà nella storia per essere la prima cyber-guerra, questo è ormai assodato: d’altra parte la comunicazione ha sempre svolto un ruolo decisivo a partire dalle grandi guerre dei primi del Novecento del secolo scorso. I cinegiornali, i manifesti, le radio sono soltanto stati sovrastati dalla potenza del web, sia in positivo sia in negativo. Insomma, ci sarà molto da imparare da questo primo storico cyber-conflitto. E non dimentichiamo di come il web abbia svolto un ruolo rilevante anche nella propaganda del nuovo Stato Islamico (Isis)…
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